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A questo punto, si avvicinò un altro delatore, un giovane
Persiano, certo Mercurio, dagli occhi nerissimi nel viso
giallo. Era quasi un fanciullo, ma la sua fama non era punto
inferiore a quello di Catena, e anch’egli aveva il suo sopran-
nome: censore dei sogni.
Quando il sogno di qualche suddito poteva essere interpre-
tato in modo pericoloso per la salute di Cesare, Mercurio
ne prendeva buona nota e ne riferiva all’Imperatore.
In tal modo, molte persone avevano dovuto pagare con la
confisca dei beni e la perdita del grado civile un sogno nel
quale avevano visto cose che un suddito non deve vedere.
Ma, ormai, i cortigiani erano tutti concordi nel dichiarare
che erano affetti da inguaribile insonnia, e in cuor loro
invidiavano gli abitanti della leggendaria Atlantide, che,
secondo Platone, dormivano senza sognare.
Il giovinetto, interrompendo l’opera di due eunuchi etiopi,
i quali stavano allacciando a Costanzo le calzature imperia-
li ornate dalle aquile d’oro, abbracciò le gambe di Cesare
e gli baciò i piedi, guardandolo negli occhi come un cane
che scruta le intenzioni del padrone dimenando la coda.
– La Tua Eternità mi perdoni,
diss’egli con voce piena di devozione infantile.
– Non ho potuto resistere….occorre proprio che ti riferisca
il sogno che ha fatto Gaudenzio: è molto brutto.
Egli ti ha visto con la clamide strappata e il capo coronato
di spighe vuote….
– E che vuol dire?
– Le spighe vuote sono indice di carestia, la porpora strap-
pata…questo poi….
disse con aria da dotto medico….
– E’ forse segno di malattia?
– Forse peggio. Intanto so dalla moglie di Gaudenzio che
egli ha consultato gli àuguri a proposito di questo sogno,
ed essi gli hanno detto alcune cose….
– Sì, va bene……dopo ne riparleremo. Questa sera….
– No, subito, Augusto…. Senti….. gli potresti, pel momento,
infliggere un supplizzio leggero….
disse con gli occhi che gli brillavano di segreto piacere…
– Non credi? Poi c’è quell’altra faccenda delle tovaglie….
– Quali tovaglie?
– Come non ricordi? Noi stavamo mangiando tutti con note-
vole appetito e tuo nipote preferendo la buona lettura ai
nostri banchetti, ha volontariamente o non, imbrattato una
delle nostre belle tovaglie con gli orli di porpora…..
Mercurio si affannava per esporre al più presto tutte le sue
delazioni……..
(D. Merezkovskij, Giuliano l’Apostata)