(fra) ERESIA E ORTODOSSIA (9) (non fu il solo…non fu il primo….)

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eresia e ortodossia 9


Frammenti in rima

 






Il più gran genio che vanti l’Italia, che riunì in sé solo tutto

lo scibile dell’età sua, corse il pericolo di cadere sotto l’In-

quisizione Romana, se per sciagura fosse in vita caduto sot-

to gli artigli del papato.

Fu l’ira del sacerdozio cotanto accanita contro di lui che il

cardinale del Poggetto giunto a Ravenna minacciò di far

disseppellire le spoglie mortali dell’Alighieri e porle sul ro-

go.

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Dante fu accusato d’eresia, e crediamo più presto per ira

sacerdotale (e per causa di talune rime poco..gradite…).

Né mai nelle sue opere trapelò parola che desse indizio

d’esser egli infetto da eresia.

L’ira che sovente nutriva contro gli abusi che vigoreggia-

vano in quest’epoca nella corte di Roma epoca di generale

corruzione, imperciocché anche presso la corte dei princi-

pi succedevano scandali e delitti, fu la causa principale

della vendetta del cardinale.


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Dante visse ramingo, recando ovunque amarissimo sdegno

contro coloro che l’avevano proscritto.

Ed il culto in cui tenni per tutta la vita questo sommo lumi-

nare non solo della poesia, ma della teologia, che gareggiare

può nella medesima con S. Tomaso d’Aquino, mi sforza a di-

re qualche cosa di lui, che mi fa ritornare agli anni della mia

giovinezza.


‘Di tutti i miseri m’incresce, ma ho maggior pietà di coloro in

quali in esilio affliggendosi rivedono solamente in sogno le pa-

trie loro’.


Così scivea Dante nel suo trattato della Volgare eloquenza:


Ciò nullameno eleggeva di starsi in perpetuo bando anziché torna-

re alla patria per vie convenienti solo ad uomini depressi e senza

fama. Erano a lui già proposte: che egli per certo spazio di tempo

si stesse prigione, indi in alcuna sollenità, tratto a pompa de’ ne-

mici con cero in mano e miteria in capo, fosse misericordievolmen-

te alla principale chiesa offerto.


Del preso decreto ebbe Dante contezza per buona persona,

cui risponde:


Questo è adunque il glorioso modo per cui Dante Alighieri si

richiama alla patria, dopo l’affanno di un esilio quasi trilustre?

Questo è il merito dell’innocenza mia, che tutti sanno?

E il largo sudore e le fatiche durate negli studi mi fruttano

questo?

Lungi da un uomo alla filosofia consacrato questa temeraria

bassezza, propria di un cuor di fango; e io a guisa di prigione

sostenga di vedermi offerto, come lo sosterrebbe qualche mise-

ro saputello o qualunque sa vivere senza fama.

Lungi da me banditore della rettitudine che io mi faccia tribu-

tario a quelli che m’offendono, come se elli avessero meritato

bene di me.

Non è questa la via per ritornare alla patria, o padre mio.

Ma se altra per voi o per altri si troverà che non tolga onore

a Dante né fama, ecco l’accetto, né i miei passi saranno lenti.

Se poi a Firenze non s’entra per una via d’onore, io non en-

trorovvi giammai.

E che?

Forse il sole e le stelle non si veggono da ogni terra?

E non potrò meditare sotto ogni plaga del cielo la dolce veri-

tà, s’io prima non mi faccio uomo senza gloria, anzi d’ignomi-

nia al mio popolo ed alla patria?




 

eresia e ortodossia 9


 


(fra) ERESIA E ORTODOSSIA (9) (non fu il solo…non fu il primo….)ultima modifica: 2012-12-03T00:00:00+01:00da giuliano106
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