UNA PULIZIA ETNICA RAGIONATA (qualcuno dice anche…’intelligente’…)

Prosegue in:

(una pulizia etnica….ragionata 2) &

Dialoghi con Pietro Autier &

Dialoghi con Pietro Autier 2 &

gli occhi di Atget


 

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Durante tutto il 1946 e gran parte del 47, il fenomeno della

‘pulizia etnica’ nell’Istria occupata dagli slavi, oltre a inten-

sificarsi, assunse anche un aspetto, per così dire, più ‘ragio-

nato’ (qualcuno pensa anche ..intelligente…).

Nel senso cioè che ora le stragi erano chiaramante mirate

contro gli italiani di qualunque estrazione sociale e di qua-

lunque fede politica.

Se, infatti, i sanguinosi episodi verificatisi dopo l’8 settembre

del 1943 offrivano in qualche modo la possibilità di masche-

rare la ‘pulizia etnica’ con la rabbia popolare e la rappresa-

glia politica, adesso non c’erano scuse e l’intento appariva

chiaro agli occhi degli osservatori meno accorti.

 

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Si voleva eliminare o allontanare dall’Istria più italiani pos-

sibile per sconvolgere il tessuto etnico della regione nell’even-

tualità che la Conferenza della pace richiedesse un censimen-

to o un plebiscito popolare.

Dall’altra parte, che la ‘pulizia etnica’ sia una tragica consue-

tudine delle lotte razziali che periodicamente hanno insangui-

nato i Balcani, lo confermano i fatti recenti accaduti in Bosnia

 

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e nel Kosovo. Dove si è ripetuto esattamente ciò che è stato fat-

to in Istria cinquant’anni prima, con la sola differenza che, non

offrendo il terreno la ‘comodità’ delle foibe per nascondere i ca-

daveri, gli aguzzini sono stati costretti a ricorrere alle fosse co-

muni facilmente individuabili dall’osservazione aerea.

La favola delle foibe come ‘tombe di fascisti’, alla quale per an-

ni hanno finto di credere anche molti storici italiani, è stata per-

altro smentita da auterevoli fonti jugoslave.

 

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Per esempio, da Milovan Gilas, l’intellettuale serbo che durante

la guerra partigiana fu il braccio destro di Tito e che in seguito

diventò il più acerrimo avversario del Maresciallo.

In una intervista rilasciata a ‘Panorama’ nel 1991, Gilas raccon-

tò che nel 1946 egli si recò personalmente in Istria con Edward

Kardelj, allora ministro degli Esteri jugoslavo, per organizzare

la propaganda anti-italiana allo scopo di dimostrare l’apparte-

nenza alla Jugoslavia di quella regione.

 

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‘era nostro compito’ spiegò Gilas al giornalista ‘indurre tutti

gli italiani ad andar via con pressioni di ogni tipo.

E così fu fatto.

Cosa fecero lo sappiamo….

 

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Nel marzo del 1946, quando una Commissione quadripartita vi-

sitò la zona B, le autorità titine impedirono con la forza agli itali-

ani di farsi vivi mentre, nel contempo, facevano affluire nei centri

visitati dalla Commissione torme di contadini sloveni e croati tra-

sferiti dalle campagne con torpedoni e autocarri.

A nulla servirono le proteste del governo italiano e del CLN dell’-

Istria per garantire agli italiani la libertà d’espressione. A Pirano,

per sfuggire al controllo della polizia, le donne che si accalcavano

attorno alle auto della Commissione aprivano furtivamente davan-

ti ai delegati il palmo della mano sul quale avevano dipinto il tri-

colore.

 

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A Pisino, durante una riunione, i delegati trovarono sul tavolo un

misterioso biglietto. C’era scritto:

‘Non potendo interrogare i vivi, interrogate i morti’.

Qualcuno afferrò il senso dell’oscuro messaggio e la Commissione

chiese di poter visitare il cimitero. Risultato: il 90% delle lapidi por-

tava scolpiti nomi italiani…..

(Noi ne conserviamo memoria….)

(prosegue)




 

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UNA PULIZIA ETNICA RAGIONATA (qualcuno dice anche…’intelligente’…)ultima modifica: 2013-01-08T00:00:00+01:00da giuliano106
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