LEE OSWALD (la pedina della C.I.A.) (17)

Precedente capitolo:

ai Profeti si spara (parole vere e passi falsi) (16)

Prosegue in:

Lee Oswald (la commissione Warren) (18) &

un altro omicidio (un giorno da ricordare: 5/6/1968) &

la caccia (2)

Foto del blog:

Fotogramma  313  (la collinetta)

Fotogramma  413  (i complici…)

 


 

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Più ci pensavo e più ero tormentato dalla grande incon-

gruenza di tutto quanto…..

Avevo di fronte un Lee Harvey Oswald che il governo

ci aveva presentato quasi come se fosse stato il più con-

vinto comunista dopo Lenin.

Per un altro verso, a noi risultava un Oswald in carne

e ossa che usava come quartier generale per le sue azio-

ni propagandistiche l’ufficio di Guy Banister, in prece-

denza membro dell’FBI e della Naval Intelligence e, più

recentemente della Anti-Comunist League of the Carib-

bean.

 

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E come se questo non bastasse, Oswald era stato buon

amico di un soldato di ventura anticomunista e fanfa-

rone, di nome David Ferrie, di un uomo che aveva i-

struito i piloti anticastristi per l’operazione alla Baia

dei Porci nel 1961 e che nel 1963 aveva il compito di

addestrare alla guerriglia altri esiliati cubani in vista

di qualche nuova azione contro l’isola.

 

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Quale di questi era il vero Lee Harvey Oswald?

Decisi che il modo migliore per scoprirlo era quello di

fare qualche passo indietro e di studiarmi la breve, ma

varia carriera di Oswald.

Nelle sue conclusioni, la commissione Warren sembra-

va particolarmente convinta dell’idea che Oswald fos-

se stato un ‘marxista militante’.

 

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Quanto profondo fosse stato il suo impegno fu proprio

quello che scoprii in seguito.

Esaminai la testimonianza di John Donovan, che era

tenente a El Toro quando c’era Oswald. La sua testimo-

nianza a proposito delle inclinazioni di sinistra di Os-

wald era esplicita:

‘Non l’ho mai sentito in nessun modo, né in qualunque

forma, confessare di essere un comunista, o di avere mai

pensato di poter essere un comunista’.

 

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Le dichiarazioni degli altri commilitoni di Oswald pres-

so quella base dei marine sono pressoché uniformi nel

concordare che non aveva nessuna propensione per il

comunismo o per qualsiasi altro genere di ideologia di

sinistra.

Solamente un uomo che era stato con lui in quella base

dei marine testimoniò che Oswald aveva mostrato del-

le tendenze marxiste.


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Quest’uomo, Kerry Thornley, non era stato in servizio

assieme a Oswald così a lungo come parecchi altri e non

aveva mai vissuto nella stessa zona della base di El Toro.

La cosa mi sembrava curiosa. Inoltre, la testimonianza

di Thornley era stata raccolta direttamente dalla com-

missione Warren e, conseguentemente, era stata messa

in grande risalto dai media.

 

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L’assegnazione di Oswald, durante la sua carriera mili-

tare nei marine, alla base aerea di Atsugi in Giappone nel

1957, prima del suo arrivo a El Toro, era coerente con la

possibilità che avesse lavorato nei servizi segreti militari.

Scoprii che Atsugi era la base di tutti i voli super-segreti

degli U-2 sulla Cina.

L’unità antiaerea di Oswald, che richiedeva un alto livel-

lo di segretezza, consisteva nel servizio di guardia agli

hangar degli U-2.

 

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Era circondata da una rigida protezione armata.

Persino il camion della posta non poteva entrare senza

un sergente posto in piedi e in possesso della parola d’or-

dine in vigore quel giorno.

Pensai che il possibile ruolo di Oswald nei servizi di intel-

ligence potesse trovare conferma nei due documenti della

C.I.A., citati nel rapporto della commissione Warren.

Sfortunatamente, questi documenti, insieme con molte al-

tre schede della C.I.A., erano stati classificati come segreti

dopo l’inchiesta della commissione Warren, e quindi per

me erano inaccessibili.

 

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Nell’estate del 1959, circa cinque mesi dopo che aveva

tenuto il suo esame di russo a El Toro, Oswald fece doman-

da per lasciare prima del termine il corpo dei marine.

La ragione addotta era che sua madre era in cattive condi-

zioni fisiche, e che queste richiedevano la sua presenza e

la sua assistenza.

Nel settembre del 1959, venne congedato con quattro setti-

mane di anticipo per ‘motivi famigliari’. Dopo aver passato

tre giorni con la madre a Forth Worth, partì per New Or-

leans.

 

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Il percorso seguito da Oswald per andare da New Orleans

in Unione Sovietica appariva abbastanza sconcertante.

Scoprii che la partenza per l’Europa era avvenuta in nave.

Il biglietto del piroscafo era stato ritirato all’agenzia Lykes

di New Orleans dell’International Trade Mart, diretto da

Clay Shaw, il cui nome avremmo avuto modo di ritrovare

più avanti nel corso dell’indagine.

Perciò Oswald si imbarcò per l’Inghilterra e da qui prese il

volo verso est.

 

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Comunque, quale sia stato precisamente il tipo di servizio

aereo da lui usato resta misterioso.

La commissione Warren stabilì che Oswald aveva preso un

volo diretto a Helsinki il 9 ottobre il giorno stesso del suo ar-

rivo in Inghilterra.

Tuttavia il passaporto di Oswald mostrava che non aveva

lasciato l’Inghilterra prima del 10 ottobre, cioè il giorno se-

guente.

 

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Dopo che Oswald arrivò a Mosca in treno dalla Finlandia

il 16 ottobre 1959, riuscì a ottenere una serie di contatti con

alcuni funzionari sovietici.

La reazione iniziale dei sovietici era stata guardinga, per

potersi fare un’idea di quel giovane americano che, non so-

lo si lasciava alle spalle il suo paese, ma che prometteva an-

che dei regali: le segrete delizie di una certa tecnologia an-

tiaerea americana.

 

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Il nuovo venuto venne sottoposto a intenso interrogatorio,

anche se, quando, dove, e in quali circostanze, non è mai

stato rivelato.

Dopo due settimane, Oswald fece un’improvvisa appari-

zione davanti all’ambasciata degli Stati Uniti. Con aria

trionfante, consegnava il suo passaporto e una lettera che

concludeva dicendo che la sua fedeltà ora era riservata

all’Unione Sovietica.

 

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Inoltre annunciava di aver detto ai funzionari sovietici

che avrebbe dato loro informazioni relative al corpo dei

marine e alle altamente segrete operazioni radar nelle

quali era stato coinvolto.

All’inizio del gennaio del 1960, Oswald fu mandato a

Minsk, una delle sei città presso le quali vengono inviati

solitamente i disertori politici, e gli venne dato un lavoro

da meccanico in una fabbrica di radar.

Con una chiara dimostrazione che il sistema sovietico

era gentile verso chi defezionava, gli vennero concessi un

certo numero di privilegi non previsti per la media dei la-

voratori russi, compreso un appartamento confortevole

e un salario relativamente alto.

 

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Nel febbraio del 1961, dopo quindici mesi in Unione So-

vietica, Oswald si rivolse all’ambasciata americana a Mo-

sca per ritornare negli Stati Uniti.

Sorprendentemente, il governo non fece obiezioni né sul

ritorno di Oswald in America, né sul fatto che Marina ve-

nisse con lui.

Era come se, finalmente, il ghiaccio della Guerra Fredda

si fosse improvvisamente sciolto. Forse era per l’arrivo

della primavera…….

 

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Il governo non denunciò mai Oswald per la sua dichiara-

ta defezione.

Immediatamente, dopo il loro ritorno in USA, Oswald con

Marina e la figlia si trasferirono a Fort Worth, nel Texas.

Qui lavorò presso la Leslie Welding Company fino al 7 ot-

tobre 1962, giorno in cui Gerge de Mohrenschildt e sua

moglie arrivarono da Dallas per passare la serata come

ospiti di Lee e Marina, nel loro modesto appartamento.

 

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Qualsiasi persona al corrente dei rispettivi stili di vita e

delle storie personali di un certo Lee Oswald, dipendente

della Leslie Welding Company, e del barone George de

Mohrenscildt, membro del Dallas Petroleum Club, avreb-

be avuto l’impressione di una scena alquanto anomala.

Anche se Oswald era abbastanza abile da cavarsela intel-

lettualmente in compagnia di chiunque, era anche eviden-

te che lui e de Mohrenschildt avevano interessi reciproci,

non ancora rivelati ufficialmente, che facevano sì che am-

bedue trovassero interessante la compagnia dell’altro.

 

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Il giorno seguente, 8 ottobre, Lee fece i bagagli e si trasferì

a una cinquantina di chilometri da Dallas, dove viveva de

Mohrenschildt.

Oswald non dovette perdere troppo tempo per trovare un

nuovo impiego presso l’ufficio di collocamento per il Texas

a Dallas.

A ogni modo, prima della fine di ottobre, Oswald aveva

trovato un lavoro che, per un ex transfuga in Unione So-

vietica, appariva come qualcosa di improbabile.

Caso volle che la Jagger-Stovall-Chiles, sulla base di un

contratto con il Pentagono, si era impegnata a produrre

delle carte geografiche e delle mappe per uso militare….

 

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Nella vita sociale, malgrado la sua ‘defezione’ e le sue

aperte dichiarazioni di fedeltà al comunismo, Oswald

e la sua famiglia venivano accolti a braccia aperte dal-

la comunità Russia Bianca di Dallas.

Si noti che la maggior parte dei russi bianchi professa-

va un’ideologia politica in qualche modo più a destra

di quella dell’ex zar Nicola.

Vivevano nell’attesa del giorno in cui i comunisti sareb-

bero stati cacciati dalla Russia e loro sarebbero potuti

tornare nella loro patria.

 

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Eppure, caso anomalo, questa era la gente che aveva

aiutato Lee e Marina a trovare casa. Erano loro che si

preoccupavano che ci fosse abbastanza latte per la

bambina e che si diedero da fare perché fosse ricovera-

ta in ospedale quando ebbe un attacco di febbre alta.

 

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Per una prima e breve ma non certo conclusione di que-

sta prima parte, possiamo con certezza affermare che,

il trattamento riservato a Oswald, dopo il suo ritorno in

patria, sia dall’Intelligence, sia dai singoli individui che

professavano l’anticomunismo, mi condusse a un’unica

matematica certezza e conclusione:

che in Unione Sovietica Oswald era stato utilizzato per

una missione segreta a favore della C.I.A. per conto del

governo degli Stati Uniti.

Cominciai a rendermi rapidamente conto che nel perio-

do che era seguito al ritorno di Oswald dall’Unione So-

vietica, gli esiliati anticomunisti e alcune parti dei servi-

zi di informazione mostravano interessi convergenti per

il suo valore potenziale.

Non era, quindi, un caso che Oswald fosse circondato da-

gli emigrati dalla Russia Bianca a Dallas e dagli esiliati

anti-castristi a New Orleans……

Gli interessi in gioco, come vedremo in seguito facevano

convergere ad un unica ‘ipotesi’…. la guerra…… e con es-

sa un esteso traffico di armi…….

(J. Garrison, JFK sulle tracce degli assassini)







 

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LEE OSWALD (la pedina della C.I.A.) (17)ultima modifica: 2013-06-07T07:00:00+02:00da giuliano106
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