UOMINI NON SUDDITI

Precedente capitolo:

La nave che affonda 

Prosegue in:

Gli occhi di Atget

Foto del blog:

Uomini

non sudditi….

Da:

i miei libri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poiché voi siete i miei lettori, e io non sono mai stato un gran

viaggiatore, non vi parlerò di persone lontane mille miglia, ma

di coloro che vi sono vicini, come lo sono io.

E poiché il tempo è poco, tralascerò ogni cerimoniale e mi aster-

rò da ogni sottigliezza. 

Pensiamo al modo in cui spendiamo le nostre vite. 

Questo mondo è il mondo del BUSINESS. 

Un affanno infinito!

Ogni notte il sussultare della locomotiva interrompe i miei so-

gni.

Non c’è un giorno di riposo. 

Sarebbe meraviglioso vedere, anche solo per una volta, il gene-

re umano intento a fare ciò che più gli piace. Ma non c’è nient’-

altro che lavoro, lavoro, lavoro.

Non si può comprare tranquillamente un quaderno di fogli per

scriverci pensieri; ché ormai sono fatti solo per tenerci i conti.

Un irlandese, vedendomi scrivere una minuta in mezzo a un

campo, era convinto che stessi calcolando il mio salario.

Se un uomo, da bambino, si fosse azzoppato a vita dopo esser

caduto da una finestra, o fosse stato terrorizzato dagli indiani fi-

no a perdere la testa, sarebbe compianto solo per la sua capacità

di dedicarsi agli affari!

Credo che non esista niente – neppure il crimine – maggiormente

contrario alla poesia, alla filosofia e alla vita stessa che questa in-

cessante smania per il BUSINESS. 

Nei pressi della nostra città vive un grossolano e turbolento ade-

pto del ‘FAR DENARO’, che è in procinto di costruire un muro di

argine lungo il confine dei suoi prati. 

Le istituzioni cittadine l’hanno convinto così a tenersi lontano dai

guai, ed egli – l’affarista – vuole che spenda tre settimane, io e lui,

per seguire gli scavi.

Il risultato sarà forse che egli guadagnerà un po’ di soldi da accu-

mulare e da lasciare ai suoi eredi, affinché possano spenderli in

modo idiota. 

Se accettassi il lavoro, la gente mi considererebbe un uomo indu-

strioso e un gran lavoratore; ma se scegliessi di dedicarmi ad al-

tri lavori, che offrono un reale e più concreto profitto, anche se

non in termini monetari, allora sarei visto come UN FANNUL-

LONE.

Tuttavia, dato che per darmi una regola non ho bisogno del con-

trollo di un lavoro senza senso – e del resto non vedo niente di en-

comiabile nell’impresa di quel conoscente, almeno niente di me-

glio di quanto non veda nelle imprese del nostro o dell’altrui go-

verno, per quanto divertenti si possano trovare l’uno o l’altro – eb-

bene, io preferisco affinare la mia educazione a una  SCUOLA DI-

VERSA. 

Se un uomo passeggia nei boschi metà di ogni giornata – per solo

il piacere di farlo – corre il rischio di essere considerato un fannul-

lone; ma se spende l’intera giornata come UNO SPECULATORE,

tagliando quegli stessi alberi e spogliando la terra prima del tem-

po (O AD UCCIDERE BAMBINI PER POI ESSERE UCCISO DA

LORO PER IL DOVERE CHE CHIAMANO …GUERRA…), allora E’

CONSIDERATO UN CITTADINO INDUSTRIOSO E INTRAPREN-

DENTE.

Come se una città non avesse altro interesse nelle proprie foreste

che quello di abbatterle (ed abbattere di conseguenza colui che ne

canta le virtù…).

 

(H.D. Thoreau, Uomini non sudditi)

 



 

 

  

uomini non sudditi

 

UOMINI NON SUDDITIultima modifica: 2013-10-15T07:00:00+02:00da giuliano106
Reposta per primo quest’articolo