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Ricordi di una banconota da 10.000 lire….
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Il giorno dopo un grasso signore dalle stupende e pasciute
mani oleose ci riportò alla luce….
Che emozione!
Che profumi…..
Quante parole…..
Per noi biglietti è così raro e casuale stare un poco alla luce,
siamo come pesci volanti, ore e ore nel buio e poi, per un at-
timo, vediamo la luce.
Anche un po’ come gli uomini, a pensarci bene….
Ma dov’ero rimasto?
Ah, dicevo del signore dalle mani oleose: ci contò, ci impilò
e ci legò con un elastico – dolorosa sfortuna per i due fratelli
agli estremi – e poi, be’ quello che accadde dopo fu una delle
esperienze più traumatiche della mia vita.
Finii nel portafoglio di un giovane uomo e quando venne a-
perto e potei sbirciare fuori il soffitto, sentii una voce chiede-
re: ‘Qualcuno ha un 100.000 da arrotolare?’.
Venni tirato fuori io, sebbene – ci tengo a precisarlo – fossero
con me ben tre biglietti da 100.000 e due da 50.000.
‘Ho chiesto un 100.000, insistette la voce, che ora potevo ve-
dere bene, una donna e un uomo magrissimo, con una bar-
ba, che stava stendendo della polvere bianca sul piano di
cristallo di un tavolino, avvalendosi di una di quelle odio-
se carte di credito piene di numeri…, – chissà chi si credo-
no di essere!
Be’, l’uomo che mi stringeva fra i polpastrelli ribatté: ‘No,
100.000 non le tiro fuori, che poi alla fine spariscono sem-
pre!’.
Le due donne che erano con loro risero e l’uomo con la
barba mi prese con decisione e mi arrotolò – mi arrotolò!
Non so se potete capire l’enorme confusione che si prova
nell’essere arrotolati!
E’ la peggiore camera di tortura!
Altro che buco nero…, con tutta quella polvere bianca che
ti attraversa, e poi quel fumo…., le parole…, la volgarità,
il rumore ed i suoni, urla e grida e musica martellante…!
Poi di nuovo arrotolati….
Dolori e tortura….
Di nuovo la carta di credito e un cellulare che squilla….
mi avvicinano una delle mie estremità al suo naso, (che
puzza…, come l’odore di piedi mai lavati….), e l’altra al-
la polvere bianca e poi tirò su con forza….
Mi sentii squassare fin dentro la filigrana da un vento ge-
lido e polveroso, una notte buia, una lontana tortura….
Non mi ero ancora ripreso che subito passai a una delle
due ragazze e la cosa si ripeté dolorosamente…
E si ripeté ancora nel corso della serata, due, tre, cinque,
dieci volte, non saprei dire.
Ed ogni volta, questo voglio ricordarlo al mio lettore…,
venivo abbandonato sul tavolo, arrotolato e pieno di
dolori, vicino a quella carta di credito e quel coso che
non smetteva di suonare….
Alla fine, mi ricordo entrò un ragazzino, mi scambiaro-
no con qualcosa che sapeva di fumo e finì i miei dolori
nella sua stretta tasca….
… Quante storie potrei raccontare ancora!
Come quella volta in cui stavo rinchiuso con molti bi-
glietti come me in una cassaforte dell’ufficio di scambi…
Certo di strada da quel tavolo ne avevo fatta….
Avevo conosciuto tutti quei simpatici forestieri: franchi,
marchi, dollari, (ed anche, sì voglio proprio confessarlo,
delle graziose sterline…, che tempi quelli…!), quando ar-
rivò un arrogante carta di credito e cominciò a schernir-
ci: ‘Che schifo mi fate voi biglietti di banca, sporchi e con-
sunti.
Guardate me, bello e pulito, design svizzero, ultima ge-
nerazione, vado sicuro e filo tranquillo…, e pochi osano
guardarmi, pochi osano scrutarmi….’.
Ma poi, all’improvviso un vecchio e logoro biglietto da
100 dollari la zittì in un attimo: ‘Dite sempre così, prima
di scoprire che avete una data di scadenza: allora vi ac-
corgete che la più umile delle monete vive decine di an-
ni più di voi, per non parlare di quel nobile, che raramen-
te ci viene a trovare, solido e fiero come la luce del gior-
no… oro lucente infinito al tempo….’.
Che ricordi, che discussioni, che tempi….
Ma a che valgono questi ricordi da vecchio?
Grazie per avermi fatto visita in questo giorno dove lo
spirito dell’uomo solleva le menti più argute, gli intenti
più nobili e l’anima vola al misero ricordo qui ben sepol-
to…
Voglio dirvelo in un orecchio, mio figlio quello più piccolo
da 5 euro non vale proprio niente, piccolo e grigio anche se
gli hanno fatto un altro bel vestito, con lui poco o nulla ci
puoi fare!
Ma lo avete visto?
Lo avete sentito?!
Piccolino e magrolino, con un soffio di vento è già in ben al-
tro convento, non sta né sul tavolo di cristallo…, in compa-
gnia della polvere, né nella saccoccia del più giovane….,
forse per quei peccati di cui tanto ebbi a soffrire ci voglio-
no ora non le nuove e logore quasi patite 100.000 lire, ma
le dilette loro sorelle dallo strano valore di 100 euro, verdi
ed anche un poco arroganti ma sempre molto eleganti…..
Grazie a loro il mio ricordo, qui ben sepolto, è vivo e vege-
to, anche se di preghiere e bestemmie è pieno il mio ulti-
mo forziere…….
Grazie della visita, perché la morte in questa natura non ci
dà mai onesta sepoltura. Grazie della visita in questo gior-
no di scambi, perché la borsa è la nostra vera e sola degna
compagna; anche se un tempo fui nobile guerriero, ed ora
anche se rimpianto neppure il franco, mio vecchio compa-
gno, mi vuole al suo fianco….
La sterlina corre in nobile fretta….
Il vecchio dollaro se pur triste e solo, logoro e malandato,
ne sa una più del Diavolo….
I rubli vanno contenti nei loro fieri intenti, pochi li vedono
qui nel vasto ed antico cimitero, ma loro sono spirito e
concime della terra, tanto che anche il marco ne vuole ave-
re, perché la nuova carta moneta poco appaga la sua pre-
tesa…, lui grande avventura e fiera fortuna nel ricco teatro
di una nobile e… superiore … natura…..
(E. Remmert – con alcuni interventi cifrati di P. Autier –
per Linus; & le bellissime foto di: Chehere Laurent)