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Mi alzo in piedi e sento l’energia che gremisce questa stanza,
una corrente che ha attraversato il tempo, attirata da tutte
queste letture.
Sento tutte le altre persone con cui mi sono fuso, quelle cosci-
enze distaccate dal loro momento storico, lontane dal corso
del tempo, che sono riuscito ad afferrare e immergere in questo….
(ed altri testi…).
Aspiro una grande boccata di questa energia, con tutte le sue
vampate, con tutti i suoi crepitii.
Tutto mi sembra perfetto, possente.
Tutto è come deve essere.
Intorno a me ci sono torri composte da libri che ho consultato,
una riproduzione in miniatura di tante città.
Ci sono Stregoneria nel Northamptonshire – Sei rari opuscoli a
partire dal 1612 e le poesie di John Clare. Ci sono i coritani,
i crociati, compendi di omicidi e vite di santi, una topografia
della storia in forma solida, dirupi verbali di quaranta secoli
d’altezza attorno ai quali devo destreggiarmi per raggiungere
la porta e le scale moquettate e rumorose.
Come una valanga imbottita di medicinali, precipito diretto al
soggiorno, alla televisione, al divano.
La storia è un’ondata di calore.
E’ opprimente, spossante.
Più che sedermi, crollo sul sofà, un cimelio di famiglia ormai a
rischio, e cerco di individuare al tatto il telecomando, passando al
setaccio il permafrost di riviste e di tazze vuote che nascondono la
moquette per puro senso di decenza. Lo ammetto, guardare sareb-
be molto più semplice, ma anche molto più deprimente.
Le dita stringono il marchingegno, snack concepibile da una for-
ma di vita basata sul silicio, e individuano il suo indispensabile
pulsantino. Un lieve sfolgorio infiamma il telegiornale di Channel
Four.
La storia è un ondata di calore.
L’analisi del bilancio di ieri sera si conclude con la previsione che
ora il 10% dei più ricchi starà molto meglio, mentre il 10% dei più
poveri starà molto meglio se tira le cuoia.
I vecchi numeri seicenteschi del quotidiano locale Mercury &
Herald elencano le morti appena avvenute all’epoca, indicando
cause che sono ormai diventate assolutamente incomprensibili:
‘il groviglio di luci’, ‘la febbre viola’.
Leggo in questa lista che un uomo è stato ‘affetto dall’influenza di
un pianeta’. Mentre sto seduto a bocca aperta nell’aura catodica di
questa Apocalisse fotogenica, mi rendo conto che i tempi sono
maturi per riesumare quell’espressione.
Queste immagini implacabili appiattiscono e annullano i nostri
paesaggi interiori, sono un bombardamento a tappeto della nostra
mente.
La lingua del mondo ci schiaccia e ci sommerge.
Non ci comunica davvero nulla, se non la strisciante sensazione
che il mondo abbia raggiunto l’acme della sua instabilità e che
sia malleabile come la gelignite.
La storia è un’ondata di calore, un fuoco basso che sta portando
il pianeta all’ebollizione. La nostra cultura sta passando dallo sta-
to liquido a quello gassoso e si trova ora in quella fase violenta e
caotica che segna la transizione di questo passaggio.
Qui, in questa nuvola di vapore, il processo storico avanza verso
il punto di crisi, interrotto solo dai consigli per gli acquisti.
Spengo la televisione, momentaneamente sconfitto…..
(A. Moore, La voce del fuoco)