Un articolo:
l’Italia è spiata dagli USA…..
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un uomo (sosta al Consolato) (3)
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Da:
….A Milano non volesti entrare nemmeno in albergo, tanto
fremevi di impazienza. Poiché presto sarebbero state le cin-
que del pomeriggio, ora in cui gli uffici chiudevano, lasci-
ammo il bagaglio in portineria e corremmo subito al conso-
lato dove il funzionario di turno ci ricevette dinnazi alla ban-
diera del Leviatano…..
– Signor viceconsole, questo è Alessandro Panagulis. L’eroe
della resistenza greca.
– Greek Resistance?! What resistence? Resistance for what?
Against whom?
– Vuol sapere quale resistenza, resistenza per cosa, contro
chi.
La tua voce divenne ancora più roca.
– Digli di restituirmi il passaporto.
– Senza visto?
– Senza visto.
– Bene. Will you please….
Ma, prima che potessi completare la frase, il passaporto era
scomparso dentro un cassetto.
– Sorry, I cannot sign it. Nor I can give it back to you.
Ti guardai.
Pallido in volto, lo fissavi con occhi così impietriti dallo
stupore che le pupille sembravano le pupille d’un cieco.
– Che ha detto?
– Ha detto che non può firmarlo e neanche restituirlo.
– Rispondigli che non ha diritto, lui americano, di seque-
strare un passaporto greco e in Italia. Rispondigli che se
non me lo ridà me lo riprendo.
Tradussi, aggiungendo qualcosa di mio e cioè che stava
commettendo un’appropriazione indebita punibile con la
galera, che ora avrei chiamato i miei avvocati, la sua amba-
sciata, la polizia e sarebbe finito in galera senza immunità
diplomatica; ma ciò ebbe l’unico effetto di travolgerlo in
un panico indescrivibile.
No, balbetteva, no, non poteva, non doveva, c’era la stam-
pigliatura ormai, no, che sbaglio spaventoso mioddio, che
imperdonabile errore, che tremenda sciagura, la colpa era
sua però come rimediarvi, mioddio, no, no, no.
Intanto tremava.
Sai il tremito convulso che scuote i conigli quando ci si av-
vicina alla gabbia e, disossati dalla paura, col cuore che gli
scoppia sotto la pelliccia, non sanno cosa fare, dove andare,
in che modo difendersi, impazziti saltano da una parte all’-
altra della gabbia, con le zampine ritte si aggrappano alle
sbarre squittendo, ed ecco: ora chiudeva a chiave il casset-
to, si nascondeva la chiave nel taschino interno della giac-
ca perché non tentassimo di portargliela via, ora agguanta-
va il telefono e se lo posava sulle ginocchia perché non….
chiamassimo davvero gli avvocati, l’ambasciata, la polizia,
ora dalle ginocchia lo trasferiva su un tavolino, dal tavoli-
no in un altro cassetto per ficcarcelo dentro, ma non c’en-
trava sicché lo toglieva anche da lì e lo affidava alla segre-
taria invano tesa a calmarlo, signor viceconsole non se la
prenda così, la stampigliatura senza la firma non ha alcun
valore…..
Ma non serviva a nulla, e l’agitarsi grottesco continuava,
arricchito di suppliche al Signore misericordioso e potente:
oh, mercyful Lord; oh, mighty Lord….
D’un tratto si alzò per recarsi dal suo superiore, confessar-
gli il crimine, chiedergli consiglio, e quando tornò era qua-
si placato (abbiamo ricevuto indicazioni da… Roma…).
– Are you a comunist?
– No, non sono comunista,
rispondesti.
– Do you belong to any party?
– No, non appartengo a nessun partito,
rispondesti.
Niente merce di scambio.
Niente moneta da spendere al ricco mercato dei trafficanti…
Niente moneta da spendere in nome dell’equilibrio mondiale…
Niente scheda da infilare dentro il computer….
Niente autorità costituita o ideologia, potere, che garantisse
per te.
Davvero?
Davvero…..
(O. Fallaci, Un Uomo)