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a quell’essere nascosto nel folto del bosco
Da la genesi
Quando iniziò a emergere tra i leader della vita pubblica ara-
bo-palestinese dopo la prima guerra mondiale, egli diede pro-
va, nonostante la sua età, di una notevole abilità politica.
In poco tempo attirò l’attenzione dei giovani nazionalisti ara-
bo-palestinesi di Gerusalemme, i quali cominciarono a rivol-
gersi a lui come guida e consigliere. Il giovane al-Husayni fu
ben felice di accontentarli, sperando così di intraprendere una
carriera politica.
A Gerusalemme egli diede vita a un’organizzazione politico
popolare, mobilitando una congrega di seguaci e sostenitori
che condividevano il suo odio velenoso per gli inglesi e gli
ebrei.
Politico, oratore, e possiamo dire ‘terapeuta’ carismatico del-
la politica (dell’anima e non solo….)…. incantava la gente am-
massata agli angoli delle strade e fuori dalle moschee della
sua città natale, e presto ottenne un significativo seguito, e-
spandendo e consolidando una leale base politica che lo a-
vrebbe sostenuto negli anni successivi.
A partire dal 1918 divenne un assiduo ed occulto collaborato-
re dei giornali nazionalisti arabi, scrivendo articoli antiebrai-
ci, in cui non faceva mistero di un odio feroce contro pochi ed
isolati oppositori al suo regime. Alcuni nazionalisti arabi più
moderati erano disposti a considerare la possibilità di collabo-
rare con gli ebrei di Palestina e di accettare l’idea di uno Stato
ebraico, mentre Hag ‘ Amin al-Husayni fu inflessibile nel ri-
fiutare questo approccio misurato e conciliante (il suo odio
è pari alla tenace idiozia…).
Le radici dell’odio erano chiare ed inequivocabili.
Leggere ‘I protocolli dei savi di Sion’ per la prima volta fu una
rivelazione per il ‘mufti’: questo libro spiegava il suo mondo
e descriveva proprio gli eventi che si stavano verificando nel-
la sua amata Palestina sotto l’occupazione britannica.
Al-Husayni comunque era destinato ad un ruolo eroico.
Era nato da una delle famiglie più nobili della Palestina araba,
una famiglia che poteva far risalire il proprio lignaggio diret-
tamente al profeta….. Maometto.
Negli ultimi decenni del XIX secolo, gli Husayni avevano fatto
parte dell’élite politica palestinese. Tra i membri della famiglia
vi erano stati deputati del Parlamento turco, governatori regio-
nali, sindaci e guide religiose.
Cresciuto nella Gerusalemme a cavallo tra XIX e XX secolo, al-
lora ancora sotto il dominio turco-ottomano, il giovane al-Hu-
sayni era l’erede (universale) di una dinastia politica che aveva
governato Gerusalemme araba dal 1880.
Il 4 e il 5 aprile 1920, durante le celebrazioni annuali di Nabi-
Musa per l’anniversario della nascita di Mosè, Gerusalemme
fu teatro della prima ‘intifadah’ (ribellione) (rivolta per lo più
contro cittadini inermi o innocenti….).
In quell’occasione nel quartiere mussalmano attraverso mezzo
stampa e con manifesti furono più o meno coniate le parole del-
l’odio: UCCIDETE GLI INVASORI EBREI….
Si assicurava, con la complicità della pubblica autorità, che non
erano previste alcun tipo di punizioni per qualsiasi reato com-
messo, che da lì a breve sarebbe stato la premessa del linciaggio.
Quei disordini segnarono l’inizio degli episodi di violenza che
negli anni successivi…fino ai giorni nostri, e per tutto il XX seco-
lo e fino al XXI, l’Islam radicale avrebbe continuato a perpreta-
re contro ebrei (ed in genere contro innocenti……).
(G. Allen/J.F. Rothmann, La mezzaluna & la svastica)