FRAMMENTI DI VERITA’ (4)

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Qual’è l’occhio che

vede?

Nell’eterna lotta

di chi si pensa padrone

del suo tempo

senza conoscerne

la rima segreta.

Cieco della vista

padrone della storia

…sguardo senza memoria.

Immagine senza forma

solo un occhio

che scruta

…ed un orecchio che ascolta.

Come la mano che

ruba il fiore

e pensa poi di sentirne

…anche l’odore.

Non cogliendo per il vero

il pensiero di un Dio

…quasi Perfetto!

(Pietro Autier)

 

frammenti di verita'

 

 

Nel Tibet abbiamo monumenti eretti alle leggi naturali.

Questi monumenti simbolici, la cui altezza va da un metro e mezzo

a quindici metri, sono simboli paragonabili a un crocifisso o un’icona.

Se ne vedono in tutto il Tibet.

Sulla piantina di Lhasa ne sono indicati cinque; il Pargo Kaling è il

più grande e costituisce una delle porte della città. Il basamento

quadrato indica il solido fondamento della terra. 

Su di essa poggia il Globo dell’Acqua, sormontato da un cono di

Fuoco. Più in alto ancora si trova una Bacinella dell’Aria e, infine,

lo Spirito ondeggiante (l’Etere), in attesa di abbandonare il mondo

del materialismo.

Ciascun elemento viene raggiunto per mezzo dei Gradini del 

Conseguimento. Il monumento nel suo insieme simboleggia la

fede tibetana. 

Scendiamo sulla terra nascendo.

Nel corso della vita ascendiamo, o tentiamo di ascendere, per 

mezzo dei Gradini del Conseguimento. Infine, cessiamo di respirare

ed entriamo nel regno dello spirito.

Poi, dopo un determinato periodo di tempo rinasciamo per imparare

un’altra lezione. La Ruota della Vita simboleggia il ciclo interminabile:

nascita-vita-morte-spirito-nascita-vita e così via.

Molti zelanti studiosi commettono il grave errore di ritenere che noi

crediamo davvero in quegli orridi inferni raffigurati talora sulla

Ruota. Non è escluso che pochi selvaggi analfabeti possano credervi;

non così coloro che sono stati illuminati.

I cristiani credono davvero che, dopo la loro morte, Satana e compagni

si diano da fare arrostendo e torturando? Credono forse, qualora

vadano in quell’altro luogo di starsene seduti in camicia da notte su

una nube a prendere lezioni di arpa?

Noi crediamo invece che gli uomini imparino ‘sulla terra’ e che ‘sulla

terra’ vengano ‘bruciati e torturati’.

 

 

frammenti di verita'

 

 

                                      Preghiera Tibetana

 

 

Ascoltate le voci delle nostre anime,

tutti voi che vagate senza guida

nelle regioni di confine.

I viventi e i morti dimorano

in mondi separati.

Dove possono essere veduti i loro visi,

dove possono essere udite le loro voci?

(Il primo bastoncello d’incenso è acceso per chiamare uno spirito

vagante affinché possa essere guidato.)

 

Ascoltate le voci delle nostre anime,

tutti voi che vagate senza guida.

Le montagne torreggiano verso il cielo,

ma nessun suono si ode.

Le acque sono increspate da una lieve

brezza e i fiori sono tuttora in boccio.

Gli uccelli non fuggono al vostro approssimarsi,

poiché non si vedono e neppure si sentono.

(Il secondo bastoncello d’incenso è acceso per evocare uno spettro

vagante affinché possa ritrovare la sua strada.)

 

Ascoltate le voci delle nostre anime,

voi tutti che vagate.

Questo è il mondo dell’illusione.

La vita non è che un sogno.

Tutto ciò che è nato deve morire.

Solo la via del Buddha conduce

alla vita eterna.

(Il terzo bastoncello d’incenso è acceso per chiamare uno spirito

vagante affinché possa essere guidato.)

 

Ascoltate le voci delle nostre anime,

voi che avete grande potere,

voi che siete saliti in trono

con monti e fiumi,

sotto il vostro governo.

I vostri regni non hanno durato

che per un momento

e i lamenti dei popoli a voi soggetti

non sono cessati mai.

Sulla terra scorre il sangue e i sospiri

degli oppressi muovono le foglie degli alberi.

(Il quarto bastoncello d’incenso è acceso per chiamare gli spiriti

dei re e dei dittatori affinché possano essere guidati.)

 

Ascoltate le voci delle nostre anime,

voi tutti guerrieri che avete invaso,

ferito e ucciso.

Dove sono ora i vostri eserciti?

La terra geme e le erbacce crescono 

sui campi di battaglia.

(Il quinto bastoncello d’incenso è acceso per chiamare gli spiriti

solitari dei generali e dei condottieri, affinché possano essere guidati.)

 

Ascoltate le voci delle nostre anime,

voi tutti artisti e studiosi,

voi che avete operato dipingendo e scrivendo.

Invano avete aguzzato gli occhi

e consumato i calamai.

Nulla di voi è ricordato,

e i vostri spiriti debbono vagare ancora.

(Il sesto bastoncello d’incenso è acceso per chiamare gli spiriti

degli artisti e degli studiosi affinché possano essere guidati.)

 

Ascoltate le voci delle nostre anime,

vergini meravigliose e dame d’alto rango

la cui gioventù poté essere paragonata

a un fresco mattino di primavera.

Dopo l’amplesso degli amanti

i cuori si spezzano.

Vengono l’autunno e l’inverno,

gli alberi si spogliano,

i fiori appassiscono,

come la bellezza,

e si tramutano in scheletri.

(Il settimo bastoncello d’incenso è acceso per chiamare gli spiriti

vaganti delle vergini e delle dame d’alto rango, affinché possano

essere guidati lontano dai legami del mondo.) 

 

Ascoltate le voci delle nostre anime,

voi tutti mendicanti e ladri,

voi tutti che avete commesso delitti

contro il prossimo

e che non ottenete riposo.

Le anime vostre vagano osteggiate

nel mondo e non v’è giustizia in voi. 

(L’ottoavo bastoncello d’incenso è acceso per chiamare tutti quegli

spiriti che hanno peccato e che ora vagano soli.)

(T. Lobsang Rampa, Il Terzo Occhio)

 

 

frammenti di verita'

  

 

 

DIALOGO CON LA MORTE (2)

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PRIMO CLOWN A dir la verità, proprio perdendo il senno.

AMLETO E per quale ragione?

PRIMO CLOWN Mah, su questa regione qui, in Danimarca.

Ho fatto il becchino, qui fin da ragazzo, per trenta anni.

AMLETO E quanto tempo ci mette, a corrompersi, un uomo

sotto terra?

PRIMO CLOWN A esser sincero, se non è già corrotto anche

prima di venire a morte – ché ai nostri giorni c’è tanti cadaveri

impestati, ché una gran fatica sotterrarli, tanto poco le membra

si tengono insieme! – ci durerà un otto nove anni. Un conciatore

di pelli durerà anche nove anni.

AMLETO E perché lui più di un altro?

PRIMO CLOWN Mah, la sua pelle è così conciata dal suo mestiere,

che resiste all’acqua per parecchio tempo. L’acqua è una gran

corruttrice di quel gran bastardo ch’è un cadavere. Vedete quel

teschio? Ebbene, questo teschio è stato sotterra per ventitré anni.

AMLETO E di chi era?

PRIMO CLOWN Un pazzo d’un bastardo, era. E di chi pensate

che fosse?

AMLETO Ah, non lo so.

PRIMO CLOWN La peste lo colga, pazzo furfante! Una volta

m’ha rovesciato una fiasca di vin del Reno. Questo stesso teschio,

signore, proprio questo stesso teschio, signore, era il teschio di

Yorick, il buffone del re.

AMLETO Quello lì?

PRIMO CLOWN Proprio questo.

AMLETO Fammi vedere. Ahimé, povero Yorick! Lo conoscevo

Orazio. Era un uomo straordinario, e dotato di uno spirito inesauribile,

d’una fantasia sorprendente. M’ha portato sulle spalle non so quante

volte. Ed ora, al pensiero, come mi mette paura! Mi fa rivoltar le

viscere dal disgusto! Qui eran quelle labbra che ho baciato non so

quante volte. Dove sono, adesso, i suoi scherzi? Dove le tue capriole?

Le tue canzoni? I tuoi scoppi d’allegria che mettevano a rumore un’intera

tavolta? Neppur uno, adesso, che si prenda giuoco del tuo ghigno!

Sei tutto sconcertato, ora? Portati in camera di Madama e dille che

pur se si dipinga sul viso una crosta, dello spessore d’un pollice, a

questo sembiante è forza ch’ella si riduca. E prova a farla rider

con questo. Te ne prego, Orazio, dimmi una cosa.

ORAZIO Che cosa, mio signore?

AMLETO Credi tu che Alessandro, sotterra, avesse anche lui questo

aspetto?

ORAZIO Tal e quale.

AMLETO E che puzzasse tanto! puah!

ORAZIO Ma certo, mio signore.

AMLETO A quali umili usi possiamo esser ridotti, Orazio! La fantasia

non potrebbe forse seguire il cammino della nobile polvere d’Alessandro

e scoprir ch’è servita a turar la falla d’una botte?

ORAZIO Giungere a tanto vorrebbe dire considerare le cose in modo

un po’ stravagante.

AMLETO Ah, no, proprio no. Non c’è che da seguirlo fin là, guidati

dalla discrezione e dalla verosimiglianza. Dunque: Alessandro venne

a morte. Alessandro fu sepolto. Alessandro ridivenne polvere. La

polvere è terra. Con la terra si fa l’argilla, e con quell’argilla in cui

egli fu convertito, non si potrebbe forse turare un barile di birra?

 

                                Cesare Augusto tramutato in polvere

                                Chiude una falla per fermare il vento

                                Oh, la terra che fe’ tremare il mondo

                                 Ne ripari dal soffio dell’inverno!

 

……..Ma zitto! nascondiamoci. Viene il re………. 

(W. Shakespeare, Amleto)

 

 

dialogo con con la morte

 

 

 

 

PSICOLOGIA DI UN DITTATORE

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psicologia di un dittatore

 

 

Ma noi non siamo seguiti solo dalle nostre azioni, ma anche dai nostri

pensieri e dalle nostre passioni.

Le forze del male e il desiderio di violenza che noi abbiamo scatenate

nella nostra fantasia, lavorano da sole senza curarsi delle intenzioni

nel momento specifico; e le frecce del nostro desiderio colpiscono

bersagli (sempre innocenti….) che la nostra coscienza non aveva mirati.

Durante l’ultimo colloquio coll’autore, Mussolini aveva aperta una

breve parentesi e aveva detto:

“I miei oppositori non si rendono conto del fatto che un momento

rivoluzionario come questo, porta con sé un’ondata di criminalità.

Invece di rendere il lavoro, a cui dedico tutta la mia vita, più difficile

dovrebbero aiutarmi a dominare queste forze tenebrose”.

Era eloquente e serio. 

Sembrava sincero.

La sera di quello stesso giorno egli lasciò Milano.

Poco dopo la sua partenza, case della periferia presero fuoco nella

notte; la delinquenza dilagava, risuonarono nella notte gemiti di

oppositori pugnalati o bastonati. 

psicologia di un dittatore

Molti sussurravano che il Primo ministro in persona prima di lasciare

il palazzo del Governo, avesse dato questi ordini.

Non si poteva averne nessuna prova.

Ma i colpevoli rimasero, come al solito, impuniti, ed è molto probabile

che Mussolini sia stato sincero sia quando scongiurava di fare allontanare

le forze brute (delle quali per altro, come provato, si serviva) sia

quando dava loro in mano le torce incendiarie, sia quando perseguitava

oppositori del regime.

Poco tempo prima un capo dell’opposizione, Amendola, aveva avuto

la solita lezione, le cui conseguenze erano state immediatamente

letali. Quando lo venne a sapere, Mussolini andò su tutte le furie e,

scuotendo la cornetta del telefono, rovesciò una valanga di insolenze

e di minacce contro la polizia o chinque avesse istigato o tollerato

gli autori del delitto (di cui era il mandante). 

Almeno così riferì un funzionario…molto vicino a lui.

Ma un’altra persona, altrettanto intima, sosteneva invece che Mussolini

si fosse fregate le mani e avesse detto (al resto della cricca…):

“Stamane mangerò di più e con più appetito!!”     

Può darsi che tutte e due le frasi siano vere. 

psicologia di un dittatore

 Comunque i colpevoli non furono processati, sono liberi…

Dopo la scomparsa, non ancora spiegata, di Matteotti, Mussolini parlò

alla Camera dei deputati, dichiarando il suo orrore al solo pensiero

che essa potesse essere definitiva; solo il suo peggior nemico – asserì –

potrebbe aver commesso un delitto simile, ma non credeva a quella

dolorosa ipotesi.

La sua voce si alzava e si abbassava, in mistico tono di fede o di

preghiera mentre esprimeva la speranza, anzi la fiducia, che Matteotti

ricomparisse improvvisamente alla Camera in mezzo ai suoi colleghi. 

psicologia di un dittatore

Se mai un uomo fu sincero, lo fu Mussolini in quel momento.

Se avesse avuto il potere di far resuscitare i morti, non avrebbe

esitato a farne uso per far tornare in vita Matteotti.

Ma, mentre con le parole esprimeva in tono giustamente tragico pietà

e terrore, speranza e disperazione, egli sapeva benissimo che quell’

uomo era stato ucciso e che il suo corpo era stato sepolto in qualche

parte remota della desolata campagna romana.

Un simile assassinio non era una novità.

E’ vero che di tutte le rivoluzioni quella fascista fu la meno sanguinaria

e che ebbe una percentuale di morti assai inferiore a quella del 

terrore francese o del bolscevismo russo. Del resto la spiegazione

di questa relativa moderazione è data dal fatto che il fascismo non

fu una rivoluzione né grande né piccola, ma soltanto un colpo di

stato controllato direttamente dall’esercito e dalla dinastia e,

virtualmente, con la connivenza della Chiesa.

Per cinque anni, tutti gli assassini e atti di violenza che potevano

essere utili vennero perpetrati con impunità; il fascismo aveva

già conquistato Roma e la responsabilità legale del potere, quando

degli operai rossi, o rossastri di Torino furono caricati su dei

carretti per essere trucidati (dopo essere stati multati) all’alba fuori

porta (si dice che già i tedeschi furono contenti del trattamento

loro riservato…); e più tardi, il fascismo aveva già raggiunto un

indiscusso controllo editoriale, quando di tanto in tanto un vecchio

amico di Mussolini, a Firenze o altrove, veniva svegliato di notte

e ammazzato sotto gli occhi della moglie e dei figli….

(G.A. Borgese)

 

 

psicologia di un dittatore

 

 

IL SANGUE DEL DOTT. STRANAMORE (accompagnato al suo gladiatore) (2)

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accompagnato al suo gladiatore

 

 

Il sociologo liberale E. A. Ross, dopo uno studio durato sedici mesi,

pubblicò un rapporto intitolato: ‘The Old World in the New’, nel quale

dichiarava, tra le altre cose, che i popoli mediterranei erano inclini al

sesso e alla violenza ed erano irrazionali per natura; gli slavi, un

popolo passivo di ignoranza e superstizione, picchiavano le loro

donne ed erano alcolisti; gli ebrei riuniti in clan, infidi e segreti negli

affari.  

accompagnato al suo gladiatore

Un altro eugenista, Madison Grant, aggiunse alla lista gli indù, ‘che

per anni erano stati a contatto con le migliori civiltà ma non avevano

da ciò tratto alcun beneficio, né intellettualmente, né moralmente,

né fisicamente’ e i neri, che ‘sono volontari seguaci dei nordici e che

chiedono solamente di obbedire e di assecondare gli ideali e i

desideri della razza padrona’.

I germanici, d’altro canto, furono  considerati come ‘razza di grandi

energie e volontà, vigorosi, ricchi d’immaginazione e molto intelligenti’.

La crisi e il crollo del mercato del 929 ebbero un profondo impatto

sulla filosofia eugenetica. 

accompagnato al suo gladiatore

La depressione servì da grande livellatore non appena milioni di

americani – nordici, italiani, Wasp ed ebrei – si ritrovarono nelle

stesse condizioni di povertà e di privazione. La distinzione

biologica cedette il passo a un comune e allargato senso di solidarietà

tra tutti coloro che durante la depressione dovettero far fronte al

proprio sostentamento.  

accompagnato al suo gladiatore

L’ascesa al potere di Hitler fu l’altro importante fatto che sta dietro

il declino del movimento eugenetico in America.

Ironicamente, nel 1925, H.H. Newman, professore emerito di Zoologia

dell’Università di Chicago, scrisse le seguenti parole:

 

Non è necessario ricordare solo i giorni dell’Inquisizione spagnola

o della caccia alle streghe di Salem per comprendere quali errori 

paurosi e grossolani il giudizio umano sia capace di commettere,

ma è improbabile che il mondo veda un’altra grande inquisizione

religiosa o che nell’applicare all’uomo le nuove leggi trovate sull’

ereditarietà, venga intrapresa un’inquisizione altrettanto deplorevole.

 

Nello stesso anno, ufficiali tedeschi contattavano i governi dei vari

Stati federali per acquisire informazioni circa le leggi americane

sulla sterilizzazione. Uno dei maggiori difensori dell’eugenetica

dell’epoca in Germania rimarcò che, ‘quello che viene promosso

dagli igienisti razziali non è per niente nuovo o qualcosa di mai

sentito. In una nazione colta e di prim’ordine, gli Stati Uniti d’America,

alla quale noi ci sforziamo di somigliare, questo concetto venne

introdotto molto tempo fa. E’ tutto molto semplice e chiaro’.

Mentre gli eugenisti tedeschi erano occupati a leggere i rapporti

sulle leggi sulla sterilizzazione degli Stati Uniti, in Germania

veniva pubblicata la prima edizione di ‘Mein Kampf’.

In questo libro Hitler proclamava:

 

Il mischiarsi delle razze superiori e di quelle inferiori è chiaramente

contro l’intento della natura e implica l’estinzione della superiore razza 

ariana. Ogniqualvolta il sangue ariano è stato mischiato a quello

delle persone inferiori, il risultato è stato quello di eliminare coloro

i quali sono portatori della cultura (???).

 

Hitler prese il potere nel 1932.

Quasi immediatamente, il ministro dell’Interno, Wilhelm Frick,

annunciò al mondo che ‘le sorti della pulizia razziale del Terzo

Reich e del popolo tedesco verranno unite indossolubilmente’. 

(J. Rifkin, Il secolo biotech) 

 

 

accompagnato al suo gladiatore

 

IL PAGANO E IL CRISTIANO (2)

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il cristiano

 

 

….Quel nome lo portava da cinque anni e cioè da quando s’era fatto

cristiano a Malacca.

Il capitano della fortezza era a quel tempo Francesco de Saa, ed essendo

egli stato padrino al battesimo gli aveva imposto quel nome e l’aveva

anche sposato con una meticcia orfana, che era una donna assai per 

bene e figlia di un portoghese di buon casato, al fine di aiutarlo ad

accostumarsi a quel paese.

Nell’anno 1534, mentre andava in Cina con una grossa giunca, sulla

quale trasportava anche sua moglie e venti fra i più nobili e ricchi

portoghesi della fortezza, giunto all’isola di Pullo Catan, si fermò

per rifornirsi d’acqua, con l’intenzione di proseguire poi per il

porto di Chincheo. Ivi erano da due giorni, allorché essendo l’

equipaggio tutto suo e cinese come lui, una notte ordinò loro

di sollevarsi: vennero così uccisi a coltellate tutti i portoghesi e

i loro figli mentre stavano dormendo e nessuno che fosse cristiano

venne lasciato in vita. 

il cristiano

Ordinò quindi alla moglie da farsi pagana e di adorare un idolo

custodito in uno scrigno da uno dei suoi uomini, divisando di

darla in moglie a quest’ultimo, una volta che fosse libera dalla

legge cristiana.

In cambio avrebbe avuto una sorella di quest’uomo che viaggiava

sulla stessa nave, e che era pagana e cinese come lui. Ma poiché

non volle adorare l’idolo né acconsentire a tutto ciò che egli chiedeva,

quel cane le diede una sciabolata in testa facendole schizzare fuori

il cervello. 

il cristiano

Partitosi da quel luogo s’era recato a Liampo per far commercio e,

temendo di ritornare a Platane a causa dei portoghesi che colà si

trovavano, se ne andò a svernare in Siam.

Tornato l’anno seguente a Chincheo, s’era impadronito d’una piccola

giunca che proveniva dalla Sonda, uccidendo tutti i dieci portoghesi

che l’occupavano. E poiché era già corsa voce su tutta la costa del

male che ci aveva arrecato, temendo d’imbattersi nelle nostre forze,

se n’era venuto in questa insenatura della Cocincia, per vendere la

sua merce come mercante e per assalire le navi come corsaro, ogni

qualvolta gli si presentasse un’occasione propizia. 

il cristiano

Già da tre anni aveva scelto quel fiume per le sue scorrerie, poiché

vi si sentiva al sicuro da noi, dacché le nostre navi non erano solite

far commercio nei porti di quell’insenatura e dell’isola di Hainan.

(Fernao Mendes Pinto, Peregrinacao)

 

 

il cristiano

 

 

E L’EQUIVOCO DEL DIAVOLO

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e l'equivoco del diavolo,e l'equivoco del diavolo

 

 

 

Il 13 agosto 1521, venne distrutta nel corso della conquista, fra le fiamme

degli incendi e il fetore della morte, ‘una delle più belle città del mondo’.

La vita azteca, tuttavia, non trapassò immediatamente in una sorta di

limbo culturale.

La vita in quanto continuità biologica, proseguì.

Le abitudini degli uomini sono difficili da cambiare: il cibo e la sua

preparazione, le attività artigiane continuarono, e, allo stesso modo,

vasti e attivi rimasero i mercati. Ma i tributi provenienti a dorso di

portatore, dai villaggi sottomessi di regioni come il Guatemala,

furono ormai solo quelli richiesti dai conquistatori. 

e l'equivoco del diavolo,e l'equivoco del diavolo

Gli uccelli che un tempo fornivano le sgargianti penne per i costumi

e gli scudi di guerra non li voleva più nessuno.

Così, tra i primi articoli a scomparire dai mercati reali furono le

penne del quetzal.

Membro della famiglia dei trogonidi, questo uccello, famoso per le

splendide penne caudali verde-oro misuranti un metro di lunghezza,

viveva, e vive, nelle foreste pluviali centro-americane, in una

regione compresa fra il Messico meridionale e, attraverso il Chiriquì,

il Panamà settentrionale.

Delle 75.632 specie di uccelli classificate dai naturalisti, il quetzal

è forse la specie in assoluto più magnifica. 

e l'equivoco del diavolo,e l'equivoco del diavolo

Questo uccello ha una lunga storia di associazione coll’uomo delle

Americhe; una storia che rimonta agli Olmechi, il popolo della

gomma, di secoli precedenti i più noti Maya. 

Penne di quetzal erano scolpite come motivo di decorazione

architettonica, mentre le penne vere fungevano da simbolo di

distinzione per vari tipi di elaborati copricapi.

Gli Aztechi lo chiamavano ‘quetzaltolotl’, ed è possibile che esso

vivesse in cattività, con altri uccelli, nelle uccelliere reali, che

fornivano ai tessitori di mosaici di piume le penne della muta.

Il quetzal era anche un articolo di tributo. 

e l'equivoco del diavolo

L’elenco azteco dei tributi a noi conservato riporta 371 villaggi

tenuti a rendere un tributo annuo alla capitale messicana di 

Tenochtitlàn, e, fra questi, molti sono quelli obbligati a fornire

una quantità enorme di penne caudali di quetzal.

Nell’antica mitologia azteca fu associato al serpente, e ne nacque

Quetzalcoatl, il ‘Serpente piumato’, cioè il dio del cielo, superiore

a tutte le divinità.

Il mito diventò leggenda.

Col tempo, sviluppandosi il tema, il dio del cielo fu immaginato

di pelle bianca; poi si narrò che, adirato per la condotta del suo

popolo, il dio era salpato verso oriente su una zattera, giurando

che sarebbe tornato per ‘Ce Actl’ ossia, secondo il calendario 

azteco, nel 1519. 

Ora avvenne che Cortés arrivasse coi suoi armati proprio alla data

fissata da ‘Quetzalcoatl’ per il proprio ritorno; e così, sfruttando

la serie di coincidenze (malefiche), Cortés poté gettare una 

testa di ponte – cinquecento uomini contro migliaia! -, che, col

tempo, avrebbe non solo distrutto le civiltà maya e azteca, ma

altresì avviato la completa conquista dei due continenti americani.

Tutto in base ad un equivoco, che fece intendere a Montezuma

(nipote del primo Montezuma, detto l”Irato’) l’annunziato ritorno

del ‘Sepente Piumato’. 

(Victor Von Hagen, Alla ricerca del sacro Quetzal)

 

 

e l'equivoco del diavolo

      

 

PASTICCIO DI CARNE (2)

pasticcio di carne 2

 

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Quella sera ci fu una casa in particolare dove fui respinto.

Le finestre del portico davano sulla sala da pranzo, dove si

vedeva un uomo che mangiava un pasticcio – un grosso pasticcio

di carne.

Rimasi lì sull’ingresso mentre mi parlava continuando a mangiare.

Era prosperoso e su questa prosperità aveva coltivato il risentimento

contro i suoi fratelli meno fortunati. 

pasticcio di carne 2

Davanti alla mia richiesta di cibo, tagliò corto con un secco:

– Io non ci credo che tu vuoi lavorare.

Ciò era irrilevante.

Io non avevo fatto cenno al lavoro.

Il fulcro della conversazione che avevo iniziato era il cibo.

Io infatti non volevo lavorare.

Io quella sera volevo prendere il transcontinentale diretto a ovest.

Mi provoco:

– Non lavoreresti neanche se ne avessi l’occasione.

Dando uno sguardo al viso mite della moglie capii che se non 

fosse stato per la presenza di questo Cerbero avrei potuto azzannare

quel pasticcio di carne.

Ma il Cerbero si immerse nel pasticcio e compresi che se volevo

ottenere qualcosa dovevo placarlo. Così, sospirando accettai la

sua etica del lavoro.

– Ovvio che voglio lavorare,

bleffai. 

pasticcio di carne 2

– Non ci credo,

grugnì lui.

– Mi metta alla prova,

risposi prendendoci gusto.

– E va bene,

disse.

– Vieni all’angolo di via tal del tali domani mattina. Sai dov’è quell’

edificio bruciato, ecco, ti farò scaricare mattoni.

– Va bene signore, ci sarò.

Grugnì e continuò a mangiare. Io aspettavo e dopo un paio di minuti

alzò nuovamente lo sguardo che diceva credevo-te-ne-fossi-andato…

e domandò:

– Dunque?

– Io….io aspetto qualcosa da mangiare,

dissi educatamente. 

pasticcio di carne 2

 – Lo sapevo che non volevi lavorare,

tuonò.

Naturalmente aveva ragione ma quella conclusione doveva averla

tratta leggendomi nel pensiero perché la sua logica non gli permetteva

di capire. Dato che un mendicante sull’uscio deve essere umile,

accettai la sua logica come avevo accettato la sua etica.

– Vede, io ho fame adesso,

dissi ancora educatamente.

– Domani mattina sarò più affamato. Provi a pensare quanto sarò

affamato dopo aver scaricato mattoni per tutto il giorno a stomaco

vuoto. Quindi se lei potesse darmi qualcosa da mangire, potrò essere

in gran forma per i mattoni. 

Con aria grave e continuando a mangire soppesò la supplica, mentre

la moglie quasi fremette come se fosse sul punto di fare un discorso

propiziatorio – ma si trattenne.

– Ti dico cosa faccio,

disse tra un boccone e l’altro.

– Tu domani vieni a lavorare e a metà giornata ti do un anticipo

sufficiente per pranzare. Così mi dimostrerai se sei onesto o meno.

– Nel frattempo….,

cominciai ma venni subito interrotto. 

pasticcio di carne 2

– Se ti do da mangiare adesso non ti vedrò mai più. Cosa credi,

conosco il genere. Guardami: non devo niente a nessuno io. Non

mi sono abbassato a chiedere il cibo. Mi sono sempre guadagnato

da mangiare. Il tuo problema è che sei pigro e dissoluto. Si capisce

dalla tua faccia. Io ho lavorato e sono onesto. Grazie a me stesso

sono quello che sono. Anche tu puoi fare lo stesso se lavori e sei

onesto.

– Come lei?,

chiesi.

Perbacco, mai che un raggio di umorismo fosse riuscito a penetrare

sino all’anima cupa intrisa di lavoro di quell’uomo.

– Sì, come me,

rispose.

– Tutti noi?,

chiesi.

– Sì tutti voi,

rispose convinto con voce vibrante.

– Ma se tutti diventassimo come lei,

dissio io,

– Mi consenta di farle notare che non rimarrebbe nessuno per

scaricare i mattoni.

Giuro che negli occhi della moglie apparve il barlume di un sorriso.

Lui inorridì – non saprò mai se era la tremenda possibilità di una

rinnovata umanità che non gli avrebbe più consentito di trovare

qualcuno per scaricare i mattoni o se era la mia impertinenza. 

– Non sprecherò altre parole con te,

ruggì.

– Vattene da qui, moccioso ingrato!

Strusciai i piedi per segnalare l’intenzione di andarmene e chiesi:

– ….E non mi dà niente da mangiare?

(J. London, La Strada) 

 

 

pasticcio di carne 2

  

LA FERROVIA AVANZA (breve storia di una economia)

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la ferrovia avanza

 

 

Per molti i treni non arrivarono mai.

Per corruzione, incompetenze ed eccessivo ottimismo sui profitti

potenziali, alcune linee rimasero a metà e altre non furono neanche

iniziate. Furono versati oltre due milioni di dollari a compagnie che

non posarono nemmeno un binario.

Le imposte locali continuavano a crescere; dopo meno di dieci anni,

il debito pro capite del governo locale del Missouri era il triplo

di quello di sette stati limitrofi.

Nell’agosto 1871 la contea di Ray smise di pagare gli interessi sulle

sue obbligazioni ferroviarie, imitata ben presto da diverse altre

contee. 

la ferrovia avanza

Nell’aprile 1872 la vicenda delle obbligazioni ferroviarie prese una

brutta piega. Nella contea di Cass una cricca formata da funzionari

della contea e dalla società incaricata di costruire la St. Louis and

Santa Fe Railroad decise di emettere obbligazioni ferroviarie per

229 mila dollari, che erano state autorizzate nel 1860 ma mai

immesse sul mercato. 

In combutta con gli ideatori del piano, il tribunale della contea

sostituì la società che in origine avrebbe dovuto beneficiare della

sottiscrizione, la Missouri Pacific, con la St. Louis and Santa Fe, 

e lanciò il prestito il 1° marzo 1871. Il pubblico infuriato fece pressione

alle autorità e ben presto i giudici della contea furono messi 

sotto accusa. Dopo essere stati rilasciati su cauzione, due di loro

tentarono di fuggire a Kansas City in treno; un nutrito gruppo

di vigilantes ben organizzati fermò il convoglio al villaggio di

Gunn City.  

la ferrovia avanza

La folla inferocita li uccise a fucilate e li lasciò accanto ai binari.

La furia continuò.

Il 21 aprile 1873 il tribunale distrettuale di Jefferson City cominciò

a discutere una causa intentata da investitori esterni contro tredici

contee e cinque città del Missouri che avevano smesso di pagare gli

interessi sulle loro obbligazioni. 

Ma i sottiscrittori infuriati erano la minore delle preoccupazioni

per le ferrovie di quello stato. Le linee ferroviarie locali costruite

dopo la guerra misero gli abitanti del Missouri di fronte alle

forze economiche più potenti della nazione: le grandi compagnie

ferroviarie che assorbivano molte compagnie locali.

L’Atlantic Pacific Railroad, per esempio, affittò la Missouri Pacific,

la Osage Valley and Southern Kansasa, la Lexington and St.

Louis, la Missouri River Railroad e molte altre. 

la ferrovia avanza

Il controllo di queste piccole tratte garantiva il monopolio del

traffico delle comunità rurali, e le grandi compagnie lo usavano

senza il minimo scrupolo, mantenendo alte le tariffe locali per 

essere più competitive sulle linee principali dove viaggiavano

i treni diretti a lunga percorrenza. 

Anche le linee locali che rimanevano indipendenti erano alla mercè 

dei giganti per quanto riguardava gli innesti sulla rete ferroviaria

nazionale.   

Il potere delle grandi ferrovie – le prime grandi società a emergere

negli Stati Uniti – sbalordiva gli americani di tutte le provenienze

e di tutte le opinioni.

“La società moderna ha creato una classe di esseri artificiali che

promettono di diventare ben presto i padroni del loro creatore”

scrisse Charles Francis Adams jr. nel 1869. 

la ferrovia avanza

“Sono trascorsi pochissimi anni da quando l’esistenza di una società

che controllava qualche milione di dollari era considerata motivo

di grave apprensione, e ora questo paese contiene già singole

organizzazioni che esercitano un potere rappresentato da centinaia

di milioni”.

La Chicago, Rock Island and Pacific Railroad guadagnò oltre sette

milioni di dollari nel 1873, una cifra che equivaleva all’1 per cento

di tutta la valuta nazionale e superava l’ammontare complessivo

delle banconote nazionali circolanti nel Missouri e nello Iowa.

E la Rock Island non era paragonabile alle compagnie più grandi:

la Central Pacific, che si estendeva attraverso la California; la 

Union Pacific, che controllava la linea transcontinentale; o la

Pennsylvania and New York Central che dominava l’est…..

(T.J. Stiles, Jesse James, Storia di un bandito ribelle)

 

 

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COSTRINGE IL NON VISTO

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Principio Perfetto

per cui l’intera materia costringe in non visto

ad un blasfemo versetto. (16)

Mentre si specchia

non avendo ancora capito

il vero Principio della divina e splendida Forma. (17)

 

costringe il non visto

 

 

Le leggi della Natura connettendo una situazione all’altra, si

fondano sull’esistenza di uno schema regolare; e dove c’è uno

schema regolare c’è simmetria.

Eppure, nonostante l’enfasi che poniamo su di esse, noi non

siamo testimoni diretti delle leggi della Natura.

Ciò che vediamo sono le ‘conseguenze’ di quelle leggi.

Per lo più le simmetrie racchiuse nelle leggi vengono spezzate 

nei loro esiti. 

costringe il non visto

La rottura della simmetria governa gran parte di ciò che vediamo

nell’Universo e le sue origini possono essere perfettamente casuali.

Essa permette a un Universo governato da un piccolo numero di

leggi simmetriche di manifestare un’infinita varietà di stati

complessi e asimmetrici. 

costringe il non visto

Questo è il motivo per il quale l’Universo può essere, a un tempo,

semplice e complicato. 

costringe il non visto

Per il fisico delle particelle che ricerca le leggi ultime della Natura,

tutto è governato dalla semplicità e dalla simmetria; ma per 

coloro che tentano di dar senso alla varietà caotica dovuta alle

conseguenze asimmetriche delle leggi simmetriche della Natura, 

costringe il non visto

la simmetria e la semplicità rappresentano di rado le manifestazioni

più notevoli di quella varietà. 

Le leggi della Natura e le costanti universali impongono l’uniformità 

costringe il non visto

e la simmetria, mentre le condizioni iniziali e le rotture di simmetria

permettono la complessità e la diversità. 

(J. D. Barrow, L’Universo come opera d’arte)

 

 

costringe il non visto

  giulianolazzari.myblog.it

 

 

costringe il non visto