DIALOGO CON LA MORTE (2)

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PRIMO CLOWN A dir la verità, proprio perdendo il senno.

AMLETO E per quale ragione?

PRIMO CLOWN Mah, su questa regione qui, in Danimarca.

Ho fatto il becchino, qui fin da ragazzo, per trenta anni.

AMLETO E quanto tempo ci mette, a corrompersi, un uomo

sotto terra?

PRIMO CLOWN A esser sincero, se non è già corrotto anche

prima di venire a morte – ché ai nostri giorni c’è tanti cadaveri

impestati, ché una gran fatica sotterrarli, tanto poco le membra

si tengono insieme! – ci durerà un otto nove anni. Un conciatore

di pelli durerà anche nove anni.

AMLETO E perché lui più di un altro?

PRIMO CLOWN Mah, la sua pelle è così conciata dal suo mestiere,

che resiste all’acqua per parecchio tempo. L’acqua è una gran

corruttrice di quel gran bastardo ch’è un cadavere. Vedete quel

teschio? Ebbene, questo teschio è stato sotterra per ventitré anni.

AMLETO E di chi era?

PRIMO CLOWN Un pazzo d’un bastardo, era. E di chi pensate

che fosse?

AMLETO Ah, non lo so.

PRIMO CLOWN La peste lo colga, pazzo furfante! Una volta

m’ha rovesciato una fiasca di vin del Reno. Questo stesso teschio,

signore, proprio questo stesso teschio, signore, era il teschio di

Yorick, il buffone del re.

AMLETO Quello lì?

PRIMO CLOWN Proprio questo.

AMLETO Fammi vedere. Ahimé, povero Yorick! Lo conoscevo

Orazio. Era un uomo straordinario, e dotato di uno spirito inesauribile,

d’una fantasia sorprendente. M’ha portato sulle spalle non so quante

volte. Ed ora, al pensiero, come mi mette paura! Mi fa rivoltar le

viscere dal disgusto! Qui eran quelle labbra che ho baciato non so

quante volte. Dove sono, adesso, i suoi scherzi? Dove le tue capriole?

Le tue canzoni? I tuoi scoppi d’allegria che mettevano a rumore un’intera

tavolta? Neppur uno, adesso, che si prenda giuoco del tuo ghigno!

Sei tutto sconcertato, ora? Portati in camera di Madama e dille che

pur se si dipinga sul viso una crosta, dello spessore d’un pollice, a

questo sembiante è forza ch’ella si riduca. E prova a farla rider

con questo. Te ne prego, Orazio, dimmi una cosa.

ORAZIO Che cosa, mio signore?

AMLETO Credi tu che Alessandro, sotterra, avesse anche lui questo

aspetto?

ORAZIO Tal e quale.

AMLETO E che puzzasse tanto! puah!

ORAZIO Ma certo, mio signore.

AMLETO A quali umili usi possiamo esser ridotti, Orazio! La fantasia

non potrebbe forse seguire il cammino della nobile polvere d’Alessandro

e scoprir ch’è servita a turar la falla d’una botte?

ORAZIO Giungere a tanto vorrebbe dire considerare le cose in modo

un po’ stravagante.

AMLETO Ah, no, proprio no. Non c’è che da seguirlo fin là, guidati

dalla discrezione e dalla verosimiglianza. Dunque: Alessandro venne

a morte. Alessandro fu sepolto. Alessandro ridivenne polvere. La

polvere è terra. Con la terra si fa l’argilla, e con quell’argilla in cui

egli fu convertito, non si potrebbe forse turare un barile di birra?

 

                                Cesare Augusto tramutato in polvere

                                Chiude una falla per fermare il vento

                                Oh, la terra che fe’ tremare il mondo

                                 Ne ripari dal soffio dell’inverno!

 

……..Ma zitto! nascondiamoci. Viene il re………. 

(W. Shakespeare, Amleto)

 

 

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