11/09/01: ALLA MEMORIA DELLE 650.000 vittime della guerra in Iraq

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Sono stato eletto per la prima volta al Congresso nel 1976; ho prestato

otto anni di servizio alla Camera e otto al Senato, e nella veste di vice-

presidente ho presieduto il Senato per altri otto anni.

Da ragazzo, avevo già avuto esperienza diretta delle attività del Congresso,

in quanto figlio di un senatore; mio padre fu eletto nel 1938, dieci

anni prima che io nascessi, e lasciò il senato nel 1971. 

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 ….La relazione tra fede, ragione e paura somiglia al gioco della morra

cinese che si faceva da bambini: la paura allontana la ragione, la

ragione mette in discussione la fede e la fede aiuta a superare la

paura.

In Religio Medici, un libro bandito dalla chiesa nel XVII secolo, nel

decennio del processo a Galileo Galilei, Thomas Browne scrisse:

“Come la Ragione è ribelle alla Fede, così la Passione alla Ragione”.

Browne era uno dei tanti che, agli albori dell’Illuminismo, faticavano

a conciliare la pretesa autorità suprema della chiesa con la ragione e

la natura umana.

Browne era giunto alla conclusione che la fede, la ragione e la passione

‘possan tutti esser Re, e pur non fare che una sola Monarchia, ciascuna

esercitando la sua Sovranità e Prerogativa nel debito tempo e luogo,

secondo il freno e il limite delle circostanze’.  

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Nei 150 anni che seguirono – dalla condanna di Galileo Galilei alla

Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America – molti

pensatori e filosofi illuministi cominciarono a sostenere che soltanto

la ragione dovesse essere considerata la fonte ultima di autorità:

“Ponete la ragione sul suo trono e sottoponete al suo giudizio ogni

fatto, ogni opinione”, scrisse Thomas Jefferson. 

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 “Mettete in discussione senza timori persino l’esistenza di Dio;

poiché, se ne esiste uno, Egli approverà certamente l’omaggio della

ragione che quello della cieca paura”…..

….Presentando l’invasione dell’Iraq come il fronte centrale di uno

scoppio epico tra il Bene e il Male, il presidente Bush ha cercato di

nascondere la sua politica di guerra preventiva sotto il manto della

fede religiosa.

Gli americani, naturalmente, erano ancora storditi dalla ferocia e dalla

portata degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001.

Il timore di ulteriori attentati e l’intesa rabbia provata nei confronti

di coloro che hanno ucciso i nostri concittadini hanno fatto sì che il

nostro paese fosse insolitamente disposto a seguire la leadership del

nostro presidente e ad approvare un attacco militare nei confronti degli

obiettivi di sua scelta. 

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Inizialmente, il presidente Bush ha saggiamente inviato le nostre truppe

in Afghanistan per combattere i terroristi e distruggere le loro basi; 

poco tempo dopo, tuttavia, ha cominciato a distogliere il desiderio 

di vendetta della popolazione americana da Osama bin Laden,

indirizzandolo invece verso Saddam Hussein. Nel far questo, Bush

ha offerto agli americani un semplice criterio per aggirare le complessità

della politica estera, dividendo tutte le nazioni in due semplici categorie:

‘O con noi, o contro di noi’.

Bush ha poi incluso l’Iraq nell’Asse del male’ e ha prodotto prove 

contraffatte per dimostrare che Saddam era sul punto di costruire la

bomba atomica. 

Poco prima di cominciare a suonare la grancassa a favore della guerra

in Iraq, il presidente Bush annunciò che il suo vero nemico era in 

realtà il Male stesso. 

Il giorno dopo l’11 settembre, Bush proclamò: ‘Ci sarà uno scontro

epocale tra il Bene e il Male, ma il Bene trionferà’. 

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  ….Come altri hanno osservato, la propensione di Bush a calare le

sue politiche nel contesto di un fatidico conflitto spirituale tra il

Bene e il Male non ha nulla a che vedere con la dottrina cristiana;

sembra invece richiamarsi a un’antica eresia mal interpretata.

La semplicità è sempre più attraente della complessità; la fede è

sempre più rassicurante del dubbio.

La fede religiosa e le spiegazioni semplificate della realtà assumono

un valore ancora maggiore nei periodi di grande paura. Inoltre, nelle

fasi di grande incertezza e preoccupazione, un leader che promuova

politiche semplicistiche rivendicando al tempo stesso di essere

guidato da un’entità soprannaturale può sottrarsi più facilmente a

scomode domande basate sui difetti logici più evidenti delle sue

argomentazioni.

……La semplicità di molti suoi pronunciamenti viene spesso interpretata

(a torto) come la prova che Bush è riuscito ad arrivare al cuore di un’

istanza complessa, quando in realtà è vero il contrario: tanto semplicismo

è indice del rifiuto persino di considerare la complessità.  

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 Nonostante questo, non ricordo un singolo giornale o opinionista o

leader politico che abbia osato mettere in discussione l’asserzione del

presidente Bush che l’obiettivo del nostro paese debba essere quello

di ‘estirpare il Male dal mondo’.

Come pure non mi sembra che si siano levate molte voci critiche nei

confronti della logica insensata con la quale il presidente Bush e il suo

vice hanno fuso insieme Osama bin Laden e Saddam Hussein. Nel

combattere una guerra contro un nome (terrorismo) e una nazione

(l’Iraq) che non aveva nulla a che fare con l’attacco che volevamo 

vendicare, è come se la nazione avesse deciso di sospendere

temporaneamente il normale rigore dell’analisi logica.

(Al Gore, L’assalto alla Ragione)

 

 

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11/09/01: ALLA MEMORIA DELLE 650.000 vittime della guerra in Iraqultima modifica: 2011-09-11T06:00:00+02:00da giuliano106
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