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Se si riflette su ciò che Turing potrebbe aver voluto dire con
questo delicato tocco, vi si trovano accennati proprio quasi
tutti i principali temi filosofici connessi con l’I.A.
Il nuovo problema ha il vantaggio di tracciare una linea di
separazione abbastanza netta tra le capacità fisiche e quelle
intellettuali dell’uomo….
Non desideriamo penalizzare la macchina per la sua incapa-
cità di brillare in un concorso di bellezza (o di poesia), né
penalizzare un uomo perché perde una corsa contro un aero-
plano.
Una delle soddisfazioni che dà la lettura di questo articolo è
di vedere quanto lontano Turing si sia spinto su ciascuna linea
di pensiero, presentando un’apparente contraddizione a un
certo livello e, dopo aver affilato i suoi concetti, risolvendola
a un livello di analisi più profondo.
Grazie a questa penetrante analisi degli argomenti, l’articolo
risplende ancora, dopo più di trent’anni di straordinari progres-
si nello sviluppo dei calcolatori e d’intenso lavoro in I.A.
Nella breve citazione che segue si può vedere qualcosa di ques-
to ricco lavorio d’idee in ogni direzione:
Il gioco può forse essere criticato sulla base del fatto che le pos-
sibilità sono troppo nettamente a sfavore della macchina. Se l’-
uomo dovesse fingere di essere la macchina, farebbe certamente
una ben misera figura. Sarebbe tradito immediatamente dalla
sua lentezza e imprecisione nell’aritmetica. Non potrebbe darsi
che le macchine si comportino in una maniera che non può non
essere descritta come pensiero, ma che è molto differente da
quanto fa un essere umano?
Questa obiezione è molto forte, ma almeno possiamo dire che,
cionostante si può costruire una macchina in grado di giocare
soddisfacentemente il gioco dell’imitazione……
….Si potrebbe inoltre obiettare che, giocando il ‘gioco dell’imita-
zione’……………
.…..Le macchine possono pensare?…………………
(D.R. Hofstadter, Godel, Escher, Bach)