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DELLE RADICI DE’ GRAN MALI DEL MONDO
Io nacqui a debellar tre mali estremi:
tirannide, sofismi, ipocrisia;
ond’or m’accorgo con quanta armonia
Possanza, Senno, Amor m’insegnò Temi.
Questi principii son veri e sopremi
della scoverta gran filosofia,
rimedio contra la trina bugia,
sotto cui tu piangendo, o mondo, fremi.
Carestie, guerre, pesti, invidia, inganno,
ingiustizia, lussuria, accidia, sdegno,
tutti a que’ tre gran mali sottostanno,
che nel cieco amor proprio, figlio degno
d’ignoranza, radice e fenomeno hanno.
Dunque a diveller l’ignoranza io vegno.
(T. Campanella)
CAGIONE, PERCHE’ MENO SI AMA DIO
SOMMO BENE CHE GLI ALTRI BENI,
E’ L’IGNORANZA
Se Dio ci dà la vita, e la conserva,
ed ogni nostro ben da lui dipende,
ond’è ch’amor divin l’uom non accende,
ma più la ninfa e ‘ suo signor osserva?
Ché l’ignoranza misera e proterva,
chi s’usurpa il divin, per virtù vende:
ed a cosa ignorata amor non tende,
ma bassa l’ale e fa l’anima serva.
Qui se n’inganna poi e toglie sostanza
per darla altrui, ne’ vili ancor soggetti
ci mostra i rai del ben, che tutti avanza.
Ma noi l’inganno, il danno (ahi maledetti!)
di lui abbracciamo, e non l’alta speranza
de’ frutti e ‘l senso degli eterni oggetti.
(T. Campanella)