DUE UBRIACONI e Joe l’Indiano (61)

Precedenti capitoli:

Pionieri e Nativi: il reverendo Hinman…. & gli altri… (59)

due ubriaconi e Joe l’Indiano (60)

Prosegue in:

poi arriverai alle miniere dell’oro (62)

Da:

i miei libri & blog

 

 

due ubriaconi 61

 

 

 

 

 

 

Quattro anni fa seppi che era giudice di pace in un

remoto villaggio del Montana e che era un cittadi-

no esemplare trattato con grande rispetto.

Durante il periodo del suo regno Jimmy Finn non

fu esclusivista, né troppo raffinato o schizzinoso;

era un buon democratico: dormiva nella conceria

abbandonata insieme ai maiali. Una volta mio pa-

dre provò a correggerlo, ma non vi riuscì.

Mio padre non era un riformatore di professione.

Il suo spirito di riforma era spasmodico e prorom-

peva di tanto in tanto, con notevoli intervalli fra

una volta e l’altra.

La cosa comica è che una volta tentò di riformare

Joe l’Indiano.

Fu un fallimento anche questo.

Fu un fallimento e noi ragazzi ne gioimmo; perché

un Joe l’Indiano ubriaco era per noi un’attrattiva

interessante, mentre un Joe l’Indiano sobrio era uno

spettacolo debilitante.

Seguimmo gli esperimenti di mio padre con grande

ansietà, ma tutto finì bene e noi fummo soddisfatti:

Joe l’Indiano si ubriacò più spesso di prima e diven-

ne interessante all’estremo.

Se non sbaglio in Tom Sawyer Joe l’Indiano lo lasciai

morir di fame nelle grotte. Ma devo averlo fatto per

soddisfare le esigenze della letteratura romantica.

Ora non rammento se il vero Joe l’Indiano morì nel-

le grotte o fuori; ricordo però che la notizia della sua

morte mi giunse nell’ora meno opportuna: cioè pro-

prio mentre andavo a dormire, una sera d’estate,

quando un tremendo temporale con fulmini e tuoni

seguiti da un diluvio che trasformò in fiumi vicoli e

strade m’indusse al patimento e al proposito di una

vita migliore.

Ricordo ancora Nuvole Rosse e Corvi, Cani Rossi ed

Uomini Seduti, ricordo ancora quei terribili scoppi

di tuono e il bagliore dei lampi e le violente sferzate

della pioggia contro i vetri.

Da ciò che mi avevano insegnato sapevo perfetta-

mente quel che significava tutto quel pandemonio:

Satana era venuto a prendersi Joe l’Indiano.

Non avevo l’ombra di dubbio.

Era una cosa appropriata allorché un tipo come Joe

l’Indiano era richiesto agl’Inferi, e avrei trovato in-

spiegabile e strano che Satana fosse venuto a cercar-

lo in un modo meno appariscente.

Ad ogni lampo, morto di paura, mi rannicchiavo fi-

no a ridurmi a un pugno, e nell’intervallo di nera o-

scurità che seguiva prorompevo in lamenti per la

mia condizione disperata e in supplici preghiere che

mi fosse concessa un’altra prova, con un’intensità e

sincerità d’intenti del tutto estranee alla mia natura…..

(Twain, Biografia – la staccionata … – continua… -)

 

 

 

 

due ubriaconi 61

IL CAMPO DI BATTAGLIA DEL SOLDATO STORY GREENE (52)

Precedenti capitoli:

la chiesa di Shiloh (49)

il campo di battaglia del soldato Story Green… (50)

il campo di battaglia del soldato Story Green… (51)

Prosegue in:

persi nei boschi (53)

 

 

 

il campo 52

 

 

 

 

 

 

Unica via di penetrazione oltre questa facilmente

difendibile barriera è lo spazio tra le sorgenti dei

due ruscelli, ove appunto vi entrano tre strade,

convergendo ed avvicinandosi l’una all’altra.

Ma  a questo punto tutte e tre le rotabili sono ta-

gliate perpendicolarmente da un viottolo campe-

stre che unisce le sorgenti dei due ruscelli e si pro-

tende a sud simile alla lunetta sul saliente di un

 

il campo 52

 

bastione: la Sunken Road, o ‘strada in trincea’.

Questo modesto viottolo costituisce una fortis-

sima posizione.

Esso ha dovunque alle spalle un folto bosco che

permette di occultare parecchie migliaia di uo-

mini, e corre sul margine di questo.

 

il campo 52

 

Leggermente più basso del livello del terreno cir-

costante, offre una eccellente copertura ai difen-

sori; all’estremità occidentale è fronteggiato da

una vasta distesa di campi e prati assolutamen-

te privi di riparo e implacabilmente battuti dal-

le armi di chi si fosse trovato celato nella ‘strada

in trincea’; nel centro una striscia boscosa si pro-

 

il campo 52

 

tende oltre esso verso sud, ed all’estremità orien-

tale il viottolo ha davanti nuovamente campi e

prati, questa volta in leggerissima discesa verso

l’attaccante che si trova quindi battuto senza re-

missione e senza il più piccolo angolo morto ec-

cetto che nel bosco a mezzogiorno del terreno

scoperto, da cui però deve ben uscire se vuole

 

il campo 52

 

conquistare la posizione.

Dove la strada in trincea si inserisce, all’estremi-

tà est, nella River Road, essa ha davanti un picco-

lo frutteto di peschi che, senza minimamente osta-

colare il campo di tiro dei difensori offre loro co-

pertura supplementare.

Solo alla sua estremità orientale, tra la River

 

il campo 52

 

Road e la sorgente del ruscello innominato che si

versa nel Tennessee, vi è un terreno praticabile che

consente di tentare l’aggiramento della collinetta.

Infine, superata anche la ‘strada in trincea’ e con-

fluite ormai le tre maggiori vie in una sola, si pre-

senta ancora un ostacolo: l’ultimo, ma il più formi-

dabile.

…Pittsburg Landing.

(R. Luraghi, Storia della Guerra Civile Americana)

 

 

 

 

 

 

 

il campo 52