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una ‘bolla’ per il paradiso (5)
una ‘bolla’ per il paradiso (6)
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sosta ad Avignone (denaro & guerra) (9)
Come chi si desta da un dolce sogno, il signor commissario
guardò coloro che gli parlavano, guardò il delinquente e
tutti coloro che gli stavano intorno, e poi molto lentamente
parlò:
“Brava gente, voi non avreste mai dovuto intercedere per un
uomo in cui Dio tanto evidentemente s’è manifestato, ma
poiché Lui ci comanda di non rendere male per male e di per-
donare le offese, potremo con fiducia pregarlo di compiere il
suo stesso comandamento e di voler perdonare a costui, che
offese la sua Divina Maestà mettendo ostacoli alla sua santa
fede……
…. Andiamo a supplicarlo”.
Così detto, scese dal pulpito e invitò tutti a supplicare molto
devotamente nostro Signore affinché volesse compiacersi di
perdonare a quel peccatore, ridandogli la salute e il sano giu-
dizio e scacciandogli di corpo il demonio, se la maestà divi-
na aveva permesso, per il suo gran peccato, che entrasse in
lui.
Andarono tutti a inginocchiarsi davanti all’altare e comin-
ciarono a cantare a bassa voce, in una con i preti,…… litania.
Intanto, il mio signor padrone avanzava con la croce e l’acqua
benedetta verso il corpo esamine del bargello, sul quale cantò
anche lui le sue devozioni.
Quindi, levando al cielo le mani e gli occhi, che dal tanto tra-
volgergli mostravano appena un poco di bianco, diede princi-
pio a un’orazione, non meno lunga che fervida, con la quale fe-
ce piangere tutta la gente, come suole verificarsi durante le pre-
diche di Settimana Santa con un predicatore e un uditorio mol-
to devoto, e in cui supplicava Nostro Signore, dato che non vo-
leva la morte del peccatore, bensì la sua vita nel pentimento di
concedere il suo perdono e di dar vita e salute a quell’infelice
ispirato dal demonio e convinto di morte e di peccato, affinché
si ravvedesse e confessasse le sue colpe.
Dopo di che fece portare delle bolle e gliela mise sul capo.
All’istante, quel dannato del bargello cominciò a riaversi e a
riacquistar la conoscenza.
Quando si fu ripreso del tutto, si gettò ai piedi del signor com-
missario e, domandandogli perdono, confessò di aver fatto quel-
le accuse per bocca e per espressa volontà del demonio (suo Pa-
drone…), un po’ per far del male a lui e per vendicarsi delle offe-
se ricevute, ma soprattutto perché il demonio provava un gran
dispiacere all’idea del bene (che la bolla arreca sempre…) che
lì si sarebbe fatto con l’acquisto delle bolle.
Il mio signor padrone gli perdonò e la pace tornò fra loro.
E ci fu una tale ressa a comprare le bolle…, che quasi nessuno in
paese ne volle restar privo, marito e moglie, figli e figlie, gio-
vanotti e ragazze.
Non aveva venduto tante ‘bolle’ come in quel mandato…..
La novella dell’accaduto si divulgò per tutti i paesi circonvici-
ni, sì che quando arrivavamo noi non c’era bisogno di fare ser-
moni, ché le bolle venivano a prendersele alla locanda, quasi
fossero pere offerte graziosamente; talvolta neppure doveva-
mo onorare il conto richiesto dall’oste, bastava una firma su…
di una ‘bolla’.
Onde, a conti fatti, in ciascuno dei dieci o dodici paesi (in fe-
sta) di quei dintorni in cui fummo graditissimi ospiti, il mio
signor padrone spacciò un quintale di ‘bolle’ senza predicar
parola…..
Confesso apertamente che, quando il mio padrone inscenò la
sua commedia, ne fui anch’io stupefatto e credetti, come molti
altri, che fosse proprio sul serio (dato se lo osservate bene, la
sua serietà…); ma quando più tardi sentii le risate e le beffe
che il mio padrone e il bargello si facevano a proposito del lo-
ro buon affare, capii come tutto fosse stato architettato dall’-
ingegno inventivo del male in persona….
(Anonimo, Lazzarino Del Tormes)