PIETRO AUTIER

ALLA RICERCA DEL ‘MONTE ANALOGO’ (32)

Precedenti capitoli:

Intermezzi bellici  (28)  &  (29)  &

Alla ricerca del ‘Monte Analogo’  (30)  &  (31)

Prosegue in:

La Prima (33)  &  L’Ultima (34) &

Rocce Dei montagne verità….

Foto del blog:

Alla ricerca del ‘Monte Analogo’  (1)  &  (2)  &

Intermezzo poetico  (1)  &  (2)

Da:

i miei libri

 

 

 

 

 

 

 

Il sentiero usciva dalla foresta e scendeva attraverso radure

violentemente soleggiate fino al torrente che galoppava con

rumori di folla e che noi traversammo a guado.

Dalla sponda umida sollevammo nugoli di farfalle madre-

perlacee, poi ebbe inizio una lunga marcia attraverso pietra-

ie senza ombra.

 

 

Ritornammo sulla riva destra, dove cominciava una foresta

di larici abbastanza luminosa.

Sudavo e cantavo la mia canzone di marcia.

Avevamo l’aria sempre più pensierosa, ma di fatto lo erava-

mo sempre meno. Il nostro sentiero si innalzò al di sopra di

un’alta barriera rocciosa e svoltò verso destra, dove la valla-

ta si restringeva in una profonda gola; poi si arrampicò spie-

tatamente a giravolte su un’erta cosparsa di ginepri e di ro-

dotentri.

 

 

Sbucammo finalmente in un alpeggio bagnato da mille

ruscelletti, dove pascolavano delle piccole mucche grassot-

telle. Dopo venti minuti di cammino nell’erba inzuppata,

raggiungemmo un pianoro roccioso, ombreggiato da piccoli

larici, dove sorgevano alcune costruzioni di pietra rozzamen-

te  ricoperte di fronde; era la nostra prima tappa.

 

 

Potevamo ancora contare su due o tre ore di luce per siste-

marci. Uno dei rifugi doveva servire da deposito per i baga-

gli, un altro da dormitorio – c’erano dell assi e della paglia, e

un fornello fatto di grosse pietre -; un terzo, con nostra gran-

de sorpresa, era una latteria: giare di latte, forme di burro,

formaggi gocciolanti sembravano attenderci.

 

 

Dunque il luogo era abitato?

Bernard, la cui prima cura era stata di ordinare agli uomini

di deporre archi e frecce nell’angolo del dormitorio che si

era riservato, e anche le fionde di cui qualcuno era provvisto,

Bernard venne a spiegarci:

– Era ancora abitato questa mattina. Qui ci deve essere sempre

qualcuno che si occupi delle mucche. D’altronde è una legge

che vi sarà spiegata lassù; nessun accampamento deve mai

restare vuoto per più di un giorno.

 

 

Da dove ci trovavamo, potevamo seguire con gli occhi circa 

la metà dell’itinerario della seconda tappa. Avevamo deciso

di approfittare del bel tempo per ripartire l’indomani matti-

na. Forse avremmo la fortuna di trovare la nostra guida alla

Base (come avevamo ben previsto) il giorno stesso; ma forse

avremmo dovuto aspettare il suo ritorno da una escursione

più o meno lunga.

 

 

Saremmo partiti tutti e otto con tutti i portatori, tranne due

….e la guida che decidemmo sarebbe rimasta ad occuparsi

delle mucche mentre gli asini e i loro conducenti sarebbero

ridescesi a prendere nuovi carichi.

Del resto la nostra guida si era rivelata anche un ottimo…..

(René Daumal, Il Monte Analogo)

 

 

 

 

 

 

ALLA RICERCA DEL ‘MONTE ANALOGO’ (32)ultima modifica: 2014-04-13T00:03:00+02:00da
Reposta per primo quest’articolo