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Rimasero in silenzio.
Il sigaro di Parrish si era spento.
Lo riaccese, tirò una boccata o due, stiracchiò le lunghe gambe
e chiuse gli occhi.
Il nastro continuava a girare lento.
– Guarda che roba!
esclamò d’un tratto Rosenberg.
Stava fissando nella stanza insonorizzata, al di là del vetro.
Parrish allungò il collo per vedere cosa stesse succedendo.
Jessup era rigidamente disteso, come in trance, il capo
abbandonato contro lo schienale imbottito, le palpebre
abbassate.
Il volto però appariva sconvolto da tutta una serie di smorfie,
la bocca si spalancava come se stesse emettendo urla che
però non si udivano, oppure come se stesse cercando di
dire qualcosa senza riuscirvi.
Poi la sua voce, altisonante.
– Incandescente terreno di tipo lunare con miriadi di piccoli
crateri,
parlava a singhiozzi.
Rosenberg premette un pulsante:
– Eddie, stai bene?
– Sto benissimo!
gridò Jessup.
– Ti rendi conto? E’ una visione nuova! Crateri vulcanici gemelli
simili a occhi di gufo! Sullo sfondo, attività vulcanica! Flegetonte!
Antico fiume di fuoco! Detriti piroclastici, lapilli! Un grosso
bacino d’acqua stagnante, paludosa! Sinclinale! Dio! Si sta
spezzando, tutto si sta spezzando! Enormi masse di roccia che
si sollevano come colonne, è assordante! Un rumore assordante!
….Riuscite a sentirmi?
…Un rumore di roccia terribile!
C’è una montagna che sta sorgendo dal buco senza fondo!
E’ la cosa più incredibile che abbia mai visto!
Massi rocciosi di cinquanta tonnellate sorgono dal mare, una
massiccia crosta terrestre, rocce incandescenti, fumanti, che
si sbriciolano, che si piegano l’una sull’altra!
Sto assistendo alla nascita terribile di una montagna!
Dio, ma non sentite?
E’ il caos!
Dappertutto, dovenque si spinga lo sguardo!
Una massa infinita di rocce che si fendono, di strapiombi!
Sono alte almeno trenta metri, enormi, e continuano ad accatastarsi!
E il sole diventò nero come un sacco di crine e tutta quanta la
luna diventò come sangue, e una grande montagna tutta ardente
di fuoco fu gettata nel mare, e la bestia sale dall’abisso senza
fondo, è l’angelo dell’abisso.
Poi, un improvviso silenzio.
Poterono vedere attraverso il vetro (il tempo che riuscivano ad
elaborare l’immagine) il volto di Jessup che si era di nuovo
rasserenato.
Rosenberg premette il pulsante.
– Stai bene, Eddie?
– Sto bene.
La voce di Jessup giunse sorprendentemente calma, morbida,
incorporea.
– Vuoi una mano a uscirne?
– Sto bene, davvero.
– Okay,
disse Rosenberg.
Si volse verso Parrish:
– Può andare la prossima settimana?
– Per cosa?
– Vorrei portarti un po’ di questo miscuglio e vedere se riusciamo
a capire in che parte del corpo va a finire.
– Vediamo,
rispose Parrish,
– …La prossima settimana ho da fare con delle poesie…sto
completando una nuova pubblicazione…Dopo analizziamo
questo miscuglio…..
(P. Chayefsky, Stati di Allucinazione)