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Qual’è l’occhio che
vede?
Nell’eterna lotta
di chi si pensa padrone
del suo tempo
senza conoscerne
la rima segreta.
Cieco della vista
padrone della storia
…sguardo senza memoria.
Immagine senza forma
solo un occhio
che scruta
…ed un orecchio che ascolta.
Come la mano che
ruba il fiore
e pensa poi di sentirne
…anche l’odore.
Non cogliendo per il vero
il pensiero di un Dio
…quasi Perfetto!
(Pietro Autier)
Nel Tibet abbiamo monumenti eretti alle leggi naturali.
Questi monumenti simbolici, la cui altezza va da un metro e mezzo
a quindici metri, sono simboli paragonabili a un crocifisso o un’icona.
Se ne vedono in tutto il Tibet.
Sulla piantina di Lhasa ne sono indicati cinque; il Pargo Kaling è il
più grande e costituisce una delle porte della città. Il basamento
quadrato indica il solido fondamento della terra.
Su di essa poggia il Globo dell’Acqua, sormontato da un cono di
Fuoco. Più in alto ancora si trova una Bacinella dell’Aria e, infine,
lo Spirito ondeggiante (l’Etere), in attesa di abbandonare il mondo
del materialismo.
Ciascun elemento viene raggiunto per mezzo dei Gradini del
Conseguimento. Il monumento nel suo insieme simboleggia la
fede tibetana.
Scendiamo sulla terra nascendo.
Nel corso della vita ascendiamo, o tentiamo di ascendere, per
mezzo dei Gradini del Conseguimento. Infine, cessiamo di respirare
ed entriamo nel regno dello spirito.
Poi, dopo un determinato periodo di tempo rinasciamo per imparare
un’altra lezione. La Ruota della Vita simboleggia il ciclo interminabile:
nascita-vita-morte-spirito-nascita-vita e così via.
Molti zelanti studiosi commettono il grave errore di ritenere che noi
crediamo davvero in quegli orridi inferni raffigurati talora sulla
Ruota. Non è escluso che pochi selvaggi analfabeti possano credervi;
non così coloro che sono stati illuminati.
I cristiani credono davvero che, dopo la loro morte, Satana e compagni
si diano da fare arrostendo e torturando? Credono forse, qualora
vadano in quell’altro luogo di starsene seduti in camicia da notte su
una nube a prendere lezioni di arpa?
Noi crediamo invece che gli uomini imparino ‘sulla terra’ e che ‘sulla
terra’ vengano ‘bruciati e torturati’.
Preghiera Tibetana
Ascoltate le voci delle nostre anime,
tutti voi che vagate senza guida
nelle regioni di confine.
I viventi e i morti dimorano
in mondi separati.
Dove possono essere veduti i loro visi,
dove possono essere udite le loro voci?
(Il primo bastoncello d’incenso è acceso per chiamare uno spirito
vagante affinché possa essere guidato.)
Ascoltate le voci delle nostre anime,
tutti voi che vagate senza guida.
Le montagne torreggiano verso il cielo,
ma nessun suono si ode.
Le acque sono increspate da una lieve
brezza e i fiori sono tuttora in boccio.
Gli uccelli non fuggono al vostro approssimarsi,
poiché non si vedono e neppure si sentono.
(Il secondo bastoncello d’incenso è acceso per evocare uno spettro
vagante affinché possa ritrovare la sua strada.)
Ascoltate le voci delle nostre anime,
voi tutti che vagate.
Questo è il mondo dell’illusione.
La vita non è che un sogno.
Tutto ciò che è nato deve morire.
Solo la via del Buddha conduce
alla vita eterna.
(Il terzo bastoncello d’incenso è acceso per chiamare uno spirito
vagante affinché possa essere guidato.)
Ascoltate le voci delle nostre anime,
voi che avete grande potere,
voi che siete saliti in trono
con monti e fiumi,
sotto il vostro governo.
I vostri regni non hanno durato
che per un momento
e i lamenti dei popoli a voi soggetti
non sono cessati mai.
Sulla terra scorre il sangue e i sospiri
degli oppressi muovono le foglie degli alberi.
(Il quarto bastoncello d’incenso è acceso per chiamare gli spiriti
dei re e dei dittatori affinché possano essere guidati.)
Ascoltate le voci delle nostre anime,
voi tutti guerrieri che avete invaso,
ferito e ucciso.
Dove sono ora i vostri eserciti?
La terra geme e le erbacce crescono
sui campi di battaglia.
(Il quinto bastoncello d’incenso è acceso per chiamare gli spiriti
solitari dei generali e dei condottieri, affinché possano essere guidati.)
Ascoltate le voci delle nostre anime,
voi tutti artisti e studiosi,
voi che avete operato dipingendo e scrivendo.
Invano avete aguzzato gli occhi
e consumato i calamai.
Nulla di voi è ricordato,
e i vostri spiriti debbono vagare ancora.
(Il sesto bastoncello d’incenso è acceso per chiamare gli spiriti
degli artisti e degli studiosi affinché possano essere guidati.)
Ascoltate le voci delle nostre anime,
vergini meravigliose e dame d’alto rango
la cui gioventù poté essere paragonata
a un fresco mattino di primavera.
Dopo l’amplesso degli amanti
i cuori si spezzano.
Vengono l’autunno e l’inverno,
gli alberi si spogliano,
i fiori appassiscono,
come la bellezza,
e si tramutano in scheletri.
(Il settimo bastoncello d’incenso è acceso per chiamare gli spiriti
vaganti delle vergini e delle dame d’alto rango, affinché possano
essere guidati lontano dai legami del mondo.)
Ascoltate le voci delle nostre anime,
voi tutti mendicanti e ladri,
voi tutti che avete commesso delitti
contro il prossimo
e che non ottenete riposo.
Le anime vostre vagano osteggiate
nel mondo e non v’è giustizia in voi.
(L’ottoavo bastoncello d’incenso è acceso per chiamare tutti quegli
spiriti che hanno peccato e che ora vagano soli.)
(T. Lobsang Rampa, Il Terzo Occhio)