FUORI IL BOSCO DELL’ABBAZIA (l’anima del lupo) (19)

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Lui disse che quando vestiva la sua pelle di lupo, si trasformava in

lupo, e in qualsiasi altra bestia desiderasse; che così trasformato in

lupo aveva ucciso dei cani e aveva succhiato loro il sangue, ma che

non aveva un buon sapore, e che i bambini e le ragazze erano molto

gradevoli e squisiti da mangiare; che correva ad ogni calare della

luna, il lunedì, il venerdì e il sabato, e un’ora del giorno solamente,

verso sera e verso il mattino.

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Egli andava in giro con altri nove, simili a lui, di cui nominò alcuni,

negli stessi giorni e nelle stesse ore. Questa informazione decretò il

suo arresto; fu preso, fu ascoltato, e tramite questa audizione confessò

più di quanto i testimoni avevano deposto.

Disse di aver incontrato un giovane di nome Pierre du Tihaire, sulla

grande strada che da Coutras porta a Monpon, e questi disse che c’era

un signore nella foresta di Saint Antoine che desiderava parlare con

loro, e avendolo convinto di andare a vedere, corsero insieme e trovarono

dentro la foresta un grande signore tutto solo, vestito di nero, che

montava un cavallo nero, al quale dissero buongiorno, poiché era l’

alba; allorché scese da cavallo, li baciò con una bocca estremamente

fredda. Quindi rimontò in sella e subito lo persero di vista; aveva fatto

loro promettere, alla sua partenza, che loro sarebbero andati da lui

qualvolta li avesse mandati a chiamare.

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Chiese quanto tempo era che s’era donato a questo signore, se li avesse

marchiati, e quante volte erano andati, e ciò che era accaduto poi tra

loro. Disse che potevano essere trascorsi circa tre anni da questo primo

incontro: ora aveva tredici o quattordici anni, quindi, allora poteva

averne dieci o undici; che li aveva marchiati tutti e due sulla natica

con qualche ferro che aveva in mano e gli aveva impresso sulla

natica un marchio rotondo a forma di un piccolo sigillo. E che quando

essi gli volevano parlare, andavano a trovarlo nella foresta, nella

quale andarono tre volte: dove, una volta giunti, fece strigliare loro

il suo cavallo, promise dei soldi, diede loro un bicchiere di vino, e

dopo averlo bevuto se ne andarono.

Confessò che tutta la deposizione di Marguerite Poirier era vera.

Confessò tutte le violenze e gli eccessi di cui era stato accusato,

tranne di aver bevuto il sangue del cane bianco che aveva ucciso.

Interrogato su quali bambini avesse ucciso e divorato, così trasformato

in lupo, confessò che una volta andando da Coutras a Saint Anlaye,

dopo i villaggi della Double, entrò in una casa dove vide che non

c’era gente, e lì trovò un bambino di un anno dentro una culla, che

afferrò per la gola con le sue zanne, lo trascinò dietro una palizzata

del giardino, ne mangiò finché fu sazio e diede il resto ad un lupo che

era lì vicino.

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Che verso la parrocchia di Saint-Antoine-du-Fizon, s’era avventato

su una ragazza che guardava le pecore, la quale indossava un vestito

nero, la uccise, e divorandola fino a sazietà, come la volta precedente,

gettò poi i resti a un lupo che era nei paraggi.

 

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