LA GNOSI (3)

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gli occhi di Atget &

Dialoghi con Pietro Autier &

Dialoghi con Pietro Autier 2

 

 

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La tesi fondamentale della Nuova Gnosi è quella di tutte le

Gnosi.

Il mondo è dominato dallo Spirito, fatto dallo Spirito, o da

Spiriti delegati.

Lo Spirito trova una resistenza, una opposizione: la Materia.

L’uomo, per mezzo della scienza superiore, traslata o spiri-

tualizzata, può accedere allo Spirito cosmico e, se è saggio

e nello stesso tempo intelligente, trovarvi la Salvezza.

Cos’è lo spirito?

E’ una coscienza.

Cos’è lo spirito?

E’ la Coscienza cosmica.

Che cos’è una coscienza?

E’ ogni dominio che si conosce, si ‘vede’ esso stesso nella sua

unità e nei suoi dettagli subordinati e che può dire virtual-

mente ‘io’ perché è presente a se stesso.

La Nuova Gnosi radicalizza la tesi gnostica.

Lo Spirito non trova la materia come opponente, esso la costi-

tuisce, ne è la stoffa, la sola essenza. La Materia, i corpi mate-

riali ne sono l’apparenza o il sottoprodotto per effetto di mol-

teplicità disordinata.

L’universo è fatto solo di forme coscienti di sé e di interazioni

di queste forme per informazione mutua. Perché la coscienza

è la forma e l’informazione, non a dritto ma a rovescio, come

struttura-oggetto in un’altra coscienza.

Nel suo insieme e nella sua unità, l’universo è cosciente di se

stesso. Esso è fatto di ‘cose’, di ‘corpi materiali’ e le sue ener-

gie sono ‘fisiche’.

Le sue informazioni non sono cieche, o lo sono solo nel loro

viaggio fra due ‘informati’. La coscienza per mezzo dell’os-

servazione degli esseri non attua un semplice ‘filtraggio’ con

perdita di informazioni oggettive – come un apparecchio te-

levisivo in bianco e nero che riceve una trasmissione a colo-

ri perde l’informazione sul colore.

La questione è molto più complessa.

Per definizione un ‘osservatore’ può osservare solo un ‘og-

getto’, laddove c’è in realtà una coscienza soggettiva.

Non si può, per definizione, osservare una coscienza.

La si può solo indovinare o parteciparvi (e molto spesso con

scarsissimi risultati anche e soprattutto quando convinti del

contrario).

Un fanciullo chiede:

– Dov’è Piero? Dimmi dov’è Piero?

Risponde spontaneamente aprendo tutta la bocca per mostra-

re il suo interiore e comunicare la calda impressione che egli

ha di un inesprimibile ‘di dentro’.

Ogni essere sente il suo interiore, il suo ‘dritto’ (che è il suo ‘ro-

vescio’ per altri esseri). Ma egli può osservare soltanto l’esterio-

re, la pelle, il rovescio degli altri.

Anch’egli osserva il suo rovescio si vede una parte del suo cor-

po con gli occhi sufficientemente mobili, o se si guarda in uno

specchio.

La conoscenza scientifica (e non) va al di là della ‘pelle’, essa

fa aprire largamente la bocca all’universo, come un dentista

al suo cliente, ma essa non trova mai il suo interiore, le sue

viscere se non sul modello dell’esteriore percepito.

Una sezione microscopica o macroscopica, è sempre un este-

riore, un rovescio.

Noi crediamo che le cose e gli esseri siano come noi li vedia-

mo, tutti rinchiusi nella loro epidermide, superficie esterio-

re o falsamente interiore che riflette la luce.

Di un uomo che conosciamo, noi sappiamo che ha un cor-

po con un rovescio, o meglio un dritto: la sua propria vita 

e la sua coscienza, poiché egli ce ne parla.

Anche un cane afferma l’esistenza del suo dritto, protestan-

do quando gli si pesta una zampa. Un albero mentre lo si

pota, l’erba che si falcia o un cristallo che si comprime non

protestano mai.

Così noi li consideriamo senza ‘dritto’ come se fossero ‘tut-

to corpo’. Milda, se anche il suo occhio e non solo la sua ma-

no, avesse trasformato in oro tutto ciò che percepiva, avreb-

be detto:

– Tutto è oro.

Il materialismo consiste nel credere che ‘tutto è oggetto’, ‘tutto

è esteriore’, ‘tutto è cosa’. Esso prende per oro colato il carat-

tere ‘superficiale’ della percezione visiva e della conoscenza

scientifica.

Prende per ‘dritto’ il ‘rovescio’ degli esseri.

Ciò che rende verosimile il materialismo è che la maggior

parte degli oggetti percepiti e conosciuti sono in effetti dei

falsi esseri, dei composti, delle combinazioni artificiali o

fortuite.

Una nuvola, un fiume, una casa, una macchina non hanno

evidentemente come tali, un ‘dritto’ cosciente. Le molecole

che li compongono, invece, poiché sussistono di per sé, con-

servano la loro forma e eventualmente la ricostituiscono.

Certamente esse hanno un ‘dritto’ che ne fa una realtà in-

dipendente dalla nostra visione e dai nostri sensi.

Gli enormi ammassi di materia delle stelle e delle nebulose

sono coscienza allo stato polverulento, una specie di neve

di coscienza fatta di miliardi di cristalli e resa visibile men-

tre i singoli cristalli (la coscienza) sono trasparenti.

 

 

 

 

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