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….Ad essa sempre nuove se ne aggiungono per una lapide d’infamia
su cui incidere il ricordo della memoria.
In ciò Eraclio è maestro e signore.
Maestro nel dire nel potere che il Signore dispensa dall’alto del feudo.
Maestro di recitare nel grande palcoscenico dove assieme sovrintendo-
no il Tempo.
Maestro nel dispensare, nel dare e togliere al mercato del sapere.
Maestro di interpretare, ingannare, sindacare, umiliare, ed anche….
confortare, dall’alto della giustizia convinto di amministrare.
Signore e padrone delle vite altrui che indaga e amministra distribu-
endo meriti e verità.
Signore della verità sposato felicemente con la falsità che ogni con-
fratello indossa come un doppio sigillo per la certezza della conti-
nuità.
Signore dell’essere ed apparire.
Signore della pace e della guerra.
Signore di ogni intrigo.
Signore di ogni spia e signore di ogni Cristo.
Signore del Tempo e della Memoria.
Signore dell’Idea, quando essa è divenuta parola da sindacare &
manipolare.
Maestro poi dello stesso pensiero che ci restituisce a piene mani
dall’alto del suo (presunto) sapere.
Signore del Paradiso e dell’Inferno, nell’eterno Purgatorio dove
regna.
Signore della grammatica comandata e distribuita a pene mani
nell’esercizio del lento deambulare della sua lingua antica.
Signore dell’acqua e del fuoco nella vasta geografia che vorrebbe
governare.
Signore della nostra veglia e del nostro sonno, nella libertà che
ci racconta.
Maestro della parola nella stretta confraternita dove confonde il
diritto con il privilegio.
Signore delle nostre Dimore e delle nostre Chiese.
Maestro di ogni Diavolo che tenta di svelare l’inganno nuovo fuori
dal grande Pulpito.
Maestro dell’oratoria e della politica che allo stesso pulpito inchina
la testa.
Maestro dell’immutato e Signore del divenire mentre nella grande
mensa della politica scorre da un convento all’altro per il cosoloda-
mento di ciò che lui chiama Potere.
…..Ma noi chiamiamo Inganno…..
(Giuliano Lazzari, Dialoghi con Pietro Autier)