PIATTI POVERI: formaggio e vino

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L’economia alpina si basava essenzialmente sull’allevamento del

bestiame che veniva poi venduto alle numerose fiere nelle vallate.

Pecore e mucche producevano latte in quantità che alimentava la

fiorente industria casearia.

La produzione era stagionale, perché il latte veniva munto e

raccolto negli alpeggi più alti, frequentati solo nei mesi estivi,

e il formaggio veniva poi fatto stagionare in cantine e malghe

apposite da cui prendeva il nome il prodotto finito.

Dagli alti pascoli, al termine del periodo di stagionatura, il

formaggio veniva poi trasportato verso valle e inviato ai mercati

cittadini, anche molto lontani, dove solitamente era particolarmente

apprezzato e garantiva lauti guadagni sia ai mercanti che ai

produttori. 

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Il traffico dei formaggi sui passi alpini era notevole.

Vecchie cronache di Meringen, lungo la strada del passo di Gries,

riportano dati interessanti: nell’autunno del 1764 lungo la Val

Formazza transitavano 200 someggiatori al giorno con muli carichi

di formaggio.

Il viaggio era organizzato in questo modo: il venerdì i mercanti

si recavano a Domodossola per acquistarvi al mercato del sabato

vino e altre mercanzie; la domenica tornavano nell’alta valle

e il martedì partivano per il passo di Gries con i muli carichi

di barili di vino e una balla di riso; raggiungevano l’ospizio

del Grimsel il mercoledì a mezzogiorno e la sera pernottavano

a Guttannen; il giovedì vendevano il vino e il riso a Meringen,

acquistavano il formaggio e riprendevano la via del ritorno;

il venerdì sera raggiungevano Goms e il sabato di nuovo la

Val Formazza.

Nella zona di Morasco si produceva parecchio formaggio di

ottima qualità soprattutto all’alpeggio di Bettelmatt. 

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Qui nel 1644 era stato proclamato un bando del Tribunale dell’

Inquisizione che proibiva di assumere custodi e servitori

eretici, e persino darvi alloggio occasionale, pena la scomunica. 

(S. Tenderini, Locande e Ospizi)

 

 

 

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