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Quando Bull arriva a Baghdad, all’inizio dell’88, la priorità
di Hussein Kamil sono i pezzi d’artiglieria.
Il progetto dei Supercannone nasce così, come se Gerald Bull
e Saddam Hussein si fossero dati appuntamento col destino.
Bull affida immediatamente a Christopher Cowley, un inge-
gnere metallurgico inglese, il compito di disegnare il Super-
cannone. Il progetto è talmente segreto che neppure i suoi
figli, Stephen e Michel, vengono messi al corrente.
La segretaria di Bull, Monique Jaminé, viene incaricata di
andare ogni mese in Lussemburgo a prelevare i fondi ira-
cheni.
Il 30 aprile Cowley e i suoi aiutanti hanno finito un disegno
preliminare del Supercannone a tempo di record. In effetti
non si può definirlo un cannone, visto che non si può puntare
e nemmeno spostare: l’ordigno deve avere una canna lunga
156 metri (una volta e mezzo il grattacielo Pirelli), divisa in
26 sezioni tenute insieme da massiccie flange; il peso della
sola canna deve essere di 1665 tonnellate; la culatta uno spes-
sore di 30 centimetri, fusa in un acciaio capace di sostenere
una pressione di 70.000 psi.
Non assomiglia neppure a quel pezzo d’artiglieria tedesco
che nel 1917 aveva bombardato Parigi da oltre 100 chilometri
di distanza e sul quale Bull aveva scritto un libro.
Somiglia piuttosto al cannone descritto da Jules Verne nel
romanzo ‘Dalla terra alla luna’.
Agli iracheni comunque piace, e il 25 maggio Cowley va a Bagh-
dad per incontrarsi con Shabib Azzawi, il responsabile iracheno
del progetto. Ci sono naturalmente mille problemi da risolvere,
a cominciare dall’esplosivo necessario per farlo funzionare: non
esiste nulla di adatto in commercio, e la miscela deve essere pro-
dotta su misura.
Azzawi e Cowley si mettono a discutere del finanziamento e l’
ingegnere sottolinea che le banche inglesi non accettano più let-
tee di credito della Rafidain.
Quando escono dal tavolo da disegno, i progetti industriali non
possono più restare segreti: occorrono fornitori, licenze, autoriz-
zazioni, documenti doganali, trasportatori.
Il 17 giugno Cowley e Azzawi si incontrano in Inghilterra con i
rappresentanti della ‘Forgemasters’, la ditta inglese selezionata
da Cowley per produrre i tubi d’acciaio che compongono il
Supercannone.
Wright, il presidente della Forgemasters, non solo telefona al
ministero del Commercio estero inglese per discutere del contrat-
to e riceverne l’approvazione, ma invia anche i disegni del Super-
cannone. Al ministero li approvano come tubature per oleodotti.
Tutto sembra procedere per il meglio.
Nel dicembre 1988 i progetti per il Supercannone da 1000 millimetri
di Gerard Bull sono ormai avanzati e occorre risolvere il problema
della carica esplosiva.
Ma di nuovo gli iracheni assicurano che per tale scopo e fine il finan-
ziamento è disponibile ad Atlanta.
Parte dell’impresa è già nelle mani della Bnl, a Roma, dove il 17
dicembre il comitato esecutivo della banca delibera l’apertura di
un fido di 31 miliardi di lire a favore di una nota società metallur-
gica italiana …per la fornitura di pezzi di acciaio fucinato a un ente
di stato iracheno.
I pezzi fucinati sono in realtà i pezzi del Supercannone disegnati
da Cowley.
Quella fabbricata in Italia è la culatta del cannone da 1000 mm,
mentre la canna viene fabbricata dalla ditta Walter Somers e Forge-
masters in Inghilterra.
(Sembra non esserci innocenti in questa guerra…, e per i suoi eterni
affari…)
(F. Tonello, Progetto Babilonia)