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Mazzini fu, in effetti e senza dubbio alcuno, l’eroe per
eccellenza del romaticismo nazionalista ed europeo, ra-
gion per cui converrà soffermarci sul suo pensiero, per
quanto vago, misticheggiante, contraddittorio e utopi-
co.
‘Ben di rado’, scrive Carlo Curcio, ‘in uno scrittore po-
litico la parola Europa è stata usata con tanta frequen-
za quanto in Mazzini’.
Dopo aver aderito alla società segreta dei Carbonari,
Mazzini se ne distaccò e fondò a Marsiglia la ‘Giovi-
ne Italia’ (1831).
La mèta che si proponeva era l’unificazione del paese,
aspirazione di marca puramente nazionalista, e l’av-
vento della repubblica.
Nell’omonimo periodico, Mazzini descriveva il ruolo
che l’Italia avrebbe avuto nella nuova Europa e, facen-
do proprio un concetto caro a Buchez, sviluppò il te-
ma della ‘missione’ di ciascuna nazione in Europa.
Dall’idea della ‘missione’ d’un popolo a quella dell’u-
nione dei popoli europei, c’era solo un passo, che Maz-
zini compì in seguito alle sconfitte cui andarono in-
contro i suoi tentativi nella Savoia e in Italia.
Rifugiatosi a Berna, Mazzini con altri sedici rivoluzio-
nari italiani, tedeschi e polacchi sottoscrisse, il 15 apri-
le 1834, il patto della ‘Giovine Europa’, un documento
nel quale apparivano, in esergo, i principi di ‘libertà,
uguaglianza, umanità, fraternità dei popoli e progres-
so continuo’.
I firmatari si affermavano convinti che ogni popolo a-
vesse una missione particolare che concorreva necessa-
riamente al compimento della missione generale dell’-
umanità.
Quel patto di fratellanza venne sottoscritto anche da
diverse associazioni tedesche, polacche, italiane, sviz-
zere, francesi e austriache, riunite in forma di federa-
zione della ‘Giovine Europa’.
Ma Mazzini si spinse oltre, concependo una sorta di
federazione di repubbliche europee previste in nume-
ro di quattordici.
Nota Pierre Renouvin che quel ‘rifacimento della car-
ta d’Europa era in fin dei conti più importante del
piano di organizzazione futura dei rapporti interna-
zionali, essendo Mazzini convinto che tra quelle re-
pubbliche avrebbe regnato, a priori, uno spirito di fra-
tellanza.
Ma non va dimenticato che sia che Mazzini che Bu-
chez nutrivano anche un’altra ambizione, quella del
socialismo cristiano, frutto in entrambi di ispirazione
religiosa.
L’idea della transizione dalla nazione all’Europa se-
dusse molti altri italiani, come Vincenzo Gioberti e
Carlo Cattaneo, e quest’ultimo fu tra coloro che, nel
1848, si servirono dell’espressione ‘Stati Uniti d’Euro-
pa’.