Prosegue in:
Lo gnosticismo è quella tradizione di pensiero soteriologico,
formatosi nei primi secoli dell’era cristiana, che ha attraver-
sato, riemergendo periodicamente simile a un fiume carsico,
il sottosuolo della civiltà occidentale.
Esso ha avuto un carattere così proteiforme da indurre un suo
critico a scrivere che lo gnosticismo, seguendo una semplice
‘regola di riproduzione’, ha sviluppato ‘tutte le possibilità lo-
giche contenute nelle sue sequenze, combinandole quasi sem-
pre in maniera originale’.
Il che gli ha permesso di essere al tempo stesso uno e moltepli-
ce, cioè sempre identico a se stesso pur nella varietà delle sue
manifestazioni dottrinarie.
In effetti, esiste un complesso di elementi tipici e fortemente
caratterizzanti che, correlati, formano la specifica e inconfon-
dibile ‘sindrome gnostica’.
Lo gnosticismo, prima di essere una dottrina, è una disposizio-
ne d’animo esistenziale, coinvolgente tutta la vita, la condotta,
il destino, l’essere stesso dell’uomo nella sua integrità.
Lo gnosticismo è dominato da un vero e proprio ‘orrore dell’-
esistente’ che lo riempe di inquietudine, nausea ed angoscia.
Il mondo gli appare assurdo, insensato, mostruoso e radical-
mente estraneo alle sue più profonde esigenze psicologiche e
morali.
Egli perciò è nel mondo, ma non fa parte del mondo, nel qua-
le si sente abbandonato, perduto, impotente; in una parola:
alienato.
Il mondo è da lui vissuto come ‘radicalmente malvagio’, do-
minato da forze estranee e perverse. Di qui l’atteggiamento
di sospetto con il quale lo gnostico guarda a tutte le istitu-
zioni della società e a tutti i valori dominanti che la carat-
terizzano.
La dolorosa sensazione di essere in un mondo assurdo e
minaccioso porta lo gnostico a porsi insistentemente le do-
mande metafisiche fondamentali: Chi siamo?
Da dove veniamo?
Dove andiamo?
Egli si chiede con angoscia:
Qual’è la radice del male fisico, metafisico, e morale?
Da dove scaturiscono gli orrori che infestano il mondo – l’in-
giustizia, la violenza, la morte, la solitudine, la sofferenza ecc.
– e che rendono avvilente la condizione umana?
Qual’è la matrice dell’alienazione che trasforma gli uomini in
allogeni all’impotenza e all’infelicità?
La condizione umana per lo gnostico non è solo intollerabile;
è anche anormale.
Egli è convinto che un accidente ha prodotto il rovesciamento
dell’ordine naturale delle cose dal quale è scaturito uno stato
di generale confusione, alterazione e corruzione.
Ciò lo induce a pensare che egli è la vittima provvisoria di una
catastrofe cosmico-storica:
la caduta che ha degradato il mondo e pervertito ogni cosa.
Si sente disperatamente infelice, ma sente altresì che il suo de-
stino è la felicità, la piena realizzazione della sua vocazione.
Per questo egli è dominato da una struggente nostalgia per un
mondo totalmente altro in cui non ha mai vissuto, ma dal qua-
le tuttavia si sente ingiustamente esiliato.
Per quanto grave sia la miseria materiale e morale dell’uomo
– finitudine, impotenza, contingenza ecc. – lo gnostico crede
che il suo statuto ontologico sia modificabile ab imis; crede,
in altre parole, che esiste la possibilità di espungere tutte le
negatività che hanno pervertito il mondo e quindi di restau-
rare lo stato di perfezione e felicità che la caduta ha distrutto.
Il che lo porta a concepire la vita come una attesa permanen-
te di un rinnovamento radicale che è al tempo stesso una re-
surrezione e una restaurazione.
Il suo originario statuto ontologico, degradato dalla caduta,
può essere ristabilito, l’alienazione soppressa, la felicità pie-
namente conseguita.