RACCONTI DELLA DOMENICA: guerra (23)

 

Precedente capitolo:

Racconti della Domenica: guerra (22/1)

Prosegue in:

Empedocle: frammenti (1/7)

Racconti della Domenica ovvero:

un Rampicante in casa (24)

 

 

 

 

guerra 2

 

 

 

 

Andò, cauto, all’angolo della stalla e guardò fuori.

Una dozzina di uomini a cavallo, venivano in fila dalla parte opposta

della spianata, ed erano a non più di cento metri di distanza.

Cavalcarono sino alla casa.

Alcuni smontarono, altri rimasero a cavallo, mostrando che non avevano

intenzione di fermarsi lì a lungo. Sembrava che tenessero consiglio,

perché li udiva parlare concitati nella detestata lingua dell’invasore.

Il tempo passava, ma sembrava che non riuscissero a mettersi d’accordo.

Egli fissò la carabina alla sella, salì su, e attese impaziente, bilanciando

la camicia con le mele sul pomo della sella.

Udì un passo che s’avvicinava e affondò gli speroni così violentemente

nei fianchi del cavallo roano che questi mandò un gemito di sorpresa,

balzando avanti.

 

guerra 2

 

All’angolo della stalla vide l’intruso, un vero ragazzo di forse 19 anni

o 20 anni a giudicare dall’aspetto, il quale saltò da un lato per non

essere gettato a terra. Nello stesso momento il cavallo girò e il giovane

scorse, per un istante, gli uomini in allarme, davanti la casa.

Alcuni saltarono dai cavalli e poté vedere che portavano i fucili alla

spalla. Passò davanti la porta della cucina e oltre i cadaveri che

dondolavano all’ombra, obbligando i suoi nemici a correre intorno

la casa.

Risuonò un colpo di fucile, e poi un secondo, ma egli andava rapido,

piegato in avanti, basso sulla sella, con una mano tenendo stretto

il sacco di mele, con l’altra guidando il cavallo.

La staccionata era alta quattro piedi, ma egli, che conosceva il suo

roano, la saltò in piena carriera accompagnato da dispersi colpi di

fucile. Ottocento metri lontano era il bosco, e il cavallo percorreva

quella distanza a grande carriera.

 

guerra 2

 

 Ogni nemico ora sparava.

Sparavano così rapidamente che non udì più colpi di fucile individuali.

Una pallottola gli attraversò il cappello, ma non se ne accorse, ma s’

accorse quando un’altra pallottola colpì le mele sulla sella.

E trasalì e si piegò ancor più allorché una terza pallottola, sparata

bassa, colpì un sasso tra le gambe del cavallo e rimbalzò per l’aria,

fischiando e ronzando come un incredibile insetto.

I colpi si diradarono a mano a mano che i caricatori erano vuoti, e

ben presto cessarono del tutto.

Il giovane era come ebbro.

Era uscito illeso da quella straordinaria fucileria.

Si voltò a guardare.

Sì, avevano vuotato i caricatori. 

Poté vedere che alcuni ricaricavano l’arma.

Altri correvano dietro la casa per i loro cavalli. Mentre guardava,

due, già a cavallo, riapparvero e si lanciarono al galoppo. Allo stesso

momento, vide l’uomo dalla barba inconfondibile di color zafferano

inginocchiato per terra, che spianava il fucile, e freddamente

mirava per il colpo lontano.

 

guerra 2

 

Il giovane affondò gli speroni nei fianchi del cavallo, e ondeggiò nella

sua fuga per distrarre la mira.

Ma il colpo non veniva.

Ad ogni salto del cavallo il bosco si avvicinava.

Ormai non era a duecento metri e ancora il colpo tardava.

E poi udì l’ultima cosa che doveva udire, giacché morì sul colpo lì

dove stramazzò da sella. E quelli, guardando dalla casa colonica,

lo videro cadere, videro il suo corpo rimbalzare sul suolo e le mele

rosse spargersi intorno a lui.

Essi risero all’inatteso irrompere delle mele, della morte, della

rovina, e batterono le mani per plaudire il lungo colpo dell’uomo

…dalla barba color di zafferano.

(J. London, Guerra)

 

 

 

 

guerra 2

 

RACCONTI DELLA DOMENICA: guerra (23)ultima modifica: 2021-05-16T00:00:00+02:00da giuliano106
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