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Il mondo è il libro dove il Senno eterno
scrisse i propri concetti, e vivo tempio
dove, pingendo i gesti e’ l proprio esempio,
di statue vive ornò l’imo e ‘l superno;
perch’ogni spirto qui l’arte e ‘l governo
leggere e contemplar, per non farsi empio,
debba e dir possa: – Io l’universo adempio,
Dio contemplando a tutte cose interno. –
Ma noi, strette alme a’ libri e tempi morti,
copiati dal vivo con più errori,
gli anteponghiamo a magistero tale.
O pene, del fallir fatene accorti,
liti, ignoranze, fatiche e dolori:
deh torniamo, per Dio, all’originale!
(Tommaso Campanella)
DUE POESIE PER L’INQUISITORE (modo di filosofare)ultima modifica: 2014-09-30T00:00:00+02:00da
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