Prosegue in:
I mass-media confondono l’immagine della scienza con quella
della tecnologia e trasmettono questa confusione ai loro utenti
che ritengono scientifico tutto ciò che è tecnologico, in effetti
ignorando quale sia la dimensione propria della scienza, di
quella – dico – di cui la tecnologia è sicuramente una applica-
zione e una conseguenza ma non certo la sostanza primaria.
La tecnologia è quella che ti dà tutto e subito, mentre la scien-
za procede adagio.
Virilio ci parla della nostra epoca come l’epoca dominata, vor-
rei dire ipnotizzata, dalla velocità.
Certo viviamo nell’epoca della velocità, lo avevamo capito in
anticipo i futuristi, oggi siamo usi andare in tre ore e mezzo
dall’Europa a New York col Concorde, e i disturbi da jet-lag
e le varie panacee a base di melatonina sono una conseguenza
del nostro vivere nella velocità.
Non solo, siamo talmente abituati alla velocità che ci arrabbia-
mo se l’e-mail non si scarica subito o se l’aereo ritarda.
Ha piuttosto a che fare con l’abitudine alla scienza.
Ha piuttosto a che fare con l’eterno ricorso alla magia.
Che cosa era la magia, che cosa è stata nei secoli e che cosa è
ancora oggi, sia pure sotto mentite spoglie?
La presunzione che si potesse passare di colpo da una causa
a un effetto per cortocircuito, senza compiere passi intermedi.
Infilo uno spillo nella statuetta del nemico e quello muore.
Pronuncio una formula (lanciata con il telefonino…) e trasfor-
mo il ferro in oro, …e l’oro in merda.
Evoco gli angeli e invio tramite loro un messaggino (e torno a
casa convinto della mia riuscita, della mia ‘buona azione’ quo-
tidiana, della mia presunzione, per questo pago il mio onesto
canone all’operatore di turno!).
L’abate benedettino Tritemio è stato nel XV secolo uno dei pre-
cursori della crittografia moderna, ed elaborava i suoi sistemi
di codifica segreta per istruire i governanti e i capi degli eserci-
ti: ma per rendere appetibile le sue scoperte e le sue formule,
mostrava come la sua tecnica fosse in effetti una operazione…
magica grazie alla quale si potevano convocare angeli che in
un secondo recassero lontano e in modo riservato i nostri mes-
saggi.
La magia ignora la catena lunga delle cause e degli effetti e so-
prattutto non si preoccupa di stabilire provando e riprovando
se ci sia un rapporto replicabile tra causa ed effetto.
Di qui il suo fascino, dalle civiltà primitive al nostro solare ri-
nascimento, e oltre, sino alla pleiade di sette occultistiche onni-
presenti su Internet (ed altri accreditati consimili….).
La fiducia, la speranza nella magia non si è affatto dissolta con
l’avvento della scienza sperimentale (forse si è rafforzata, con
tutto ciò che ne consegue…).
Il desiderio della simultaneità tra causa ed effetto si è trasferi-
to alla tecnologia, che sembra la figlia naturale della scienza.
….La tecnologia fa di tutto perché si perda di vista la catena del-
le cause e degli effetti.
(U. Eco, A passo di gambero)