LA GNOSI (chi ha scritto la storia?) (10)

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Da:

i miei libri 

 

la gnosi 10

 

 

 

 

 

…Come si devono interpretare questi strani (libri) detti di

Tommaso?

Che cosa vogliono dire?

E da dove vengono?

Partiamo dalla loro provenienza. Poiché così tanti detti ….

(rime….e metafore…) sono simili a quelli dei Vangeli neo-

testamentari, ci sono sempre stati studiosi che hanno affer-

mato che ‘Tommaso’ usò i Vangeli del Nuovo Testamento

come fonte modificandone i detti a aggiungendo alcuni

suoi.

Per spiegare più a fondo questa posizione, devo fare una

piccola disgressione. I paralleli più stretti con i detti di Tom-

maso si trovano in Matteo, Marco e Luca, i tre Vangeli che

normalmente vengono chiamati ‘sinottici’ perché hanno in

comune tanti episodi e detti da poter essere messi su colon-

ne parallele e paragonati tra loro nel dettaglio.

 

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Molto prima che venisse scoperto il ‘Vangelo di Tommaso’,

gli studiosi si chiesero perché i sinottici si somiglino tanto,

perché spesso narrino esattamente le stesse storie, nello stes-

so ordine, a volte uguali parola per parola, e perché invece

altre volte differiscono per gli episodi narrati, l’ordine e l’-

espressione.

La soluzione cui si giunse alla fine per la ‘questione sinotti-

ca’, tuttora condivisa dalla maggior parte dei ricercatori, è

che Matteo e Luca abbiano usato Marco come fonte per mol-

te loro storie.

 

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Matteo e Luca hanno molti passi aggiuntivi quasi intera-

mente costituiti da detti che non si trovano in Marco, che

perciò non può essere stata la loro fonte per questi passi.

Ma allora Matteo e Luca da dove li hanno presi?

E’ nata così la teoria per cui Matteo e Luca presero questi

brani, fatti per lo più di detti (frammenti), da un’altra fon-

te a lungo perduta, e gli studiosi tedeschi che partorirono

questa idea decisero di chiamare quest’altra fonte ‘Quelle’

(in tedesco, per l’appunto, ‘fonte’), spesso abbreviata sem-

plicemente in Q.

Dunque, Q fornì il materiale che si trova in Matteo e Luca

ma non in Marco. Si ammette di solito che Q fosse un vero

documento scritto in greco che circolava nella chiesa delle

origini e che riportava almeno due episodi su Gesù, oltre

a molti insegnamenti, tra cui il Padrenostro, le beatitudi-

ni e altri detti celebri.

 

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Nel XIX secolo una delle principali obiezioni all’esistenza

di questo ipotetico Vangelo Q era la difficoltà di immagi-

nare che un cristiano avesse scritto un Vangelo che conte-

nesse quasi esclusivamente detti di Gesù.

Si sottolineava soprattutto che in nessuno degli episodi

di Q (cioè in nessuno dei passi presenti in Matteo e Luca

ma non in Marco) ci sia la narrazione della morte e resur-

rezione di Gesù.

Come poté un cristiano antico – si chiedevano gli studiosi

scettici – scrivere un Vangelo incentrato sui detti di Gesù

senza enfatizzare la sua morte e resurrezione?

Perché questo interessa ai Vangeli: la morte di Gesù per

i peccati del mondo e la sua resurrezione, prova della di-

vinità della sua persona e della sua missione.

Questo rimase un argomento diffuso contro l’esistenza di

Q, finché non venne scoperto il ‘Vangelo di Tommaso’: ec-

co un Vangelo fatto di 121 detti di Gesù senza alcuna nar-

razione della sua morte e resurrezione.

 

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E c’era di più: si trattava di un Vangelo sì interessato alla

salvezza, ma che per essa non stimava importanti la mor-

te e la resurrezione di Cristo perché la riteneva raggiungi-

bile con altri mezzi.

La salvezza con altri mezzi?

E quali?

La corretta interpretazione dei detti segreti di Gesù.

Nessuno pensa che Tommaso rappresenti la fonte Q per-

duta per tanti secoli: molti dei detti di Q non sono in Tom-

maso, e alcuni di quelli di Tommaso non sono in Q.

Ma potrebbero esserci stati testi simili con idee teologiche

analoghe, e forse anche l’autore di Q credeva che i detti di

Gesù fossero la chiave per stabilire il giusto rapporto con

Dio….

... Se così fosse, perdendo Q abbiamo perso un’importante

voce dissonante nel primissimo periodo del primissimo ….

Cristianesimo. Molti studiosi datano Q all’anno 50 dell’era

volgare, prima della stesura dei Vangeli sinottici (il Van-

gelo di Marco venne scritto 10-15 anni dopo e Matteo e Lu-

ca 10-15 anni dopo di questo) e contemporaneamente a

Paolo. Ovviamente Paolo indicava la morte e la resurrezio-

ne di Gesù come via di salvezza (…il sacrificio…).

E l’autore di Q?

 

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Forse indicava come via di salvezza i detti di Gesù?

Molte persone ancora oggi hanno problemi ad accettare

una credenza letterale della resurrezione di Gesù o l’inter-

pretazione tradizionale della sua morte come espiazione

(..il mito…), eppure si definiscono cristiani perché cercano

di seguire gli insegnamenti di Gesù.

Forse alcuni dei primi cristiani sarebbero stati d’accordo

con loro, e forse l’autore di Q era uno di questi.

Se fosse così, le sue idee andarono perdute e il testo venne

sepolto; in parte venne sepolto nei successivi Vangeli di

Matteo e Luca, che trasformarono e quindi negarono il

messaggio di Q inglobandolo in una narrazione (ortodos-

sa secondo un mito ripetuto nella memoria….) sulla mor-

te e sulla resurrezione di Gesù.

Avremmo così un’altra forma di Cristianesimo che andò

perduta finché non venne riscoperto in età moderna….

 (B. Ehrman, I Cristianesimi perduti)

 

 

 

 

 

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LA GNOSI (chi ha scritto la storia?) (10)ultima modifica: 2014-01-03T05:10:00+01:00da giuliano106
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