TRA ERESIA E ORTODOSSIA: PIETRO TAMBURINI (8)

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Dialoghi con Pietroa Autier 2


 

tra eresia e ortodossia: pietro tamburini







Nacque in Brescia nell’anno 1737 da famiglia popolana, percorse

con plauso gli studi e venne ordinato prete, indi dal cardinale Mo-

lino fu chiamato a professore nel Seminario, prima di filosofia e

poscia di teologia.

Alla fine del 1700 l’impulso della civiltà si propagava per tutta l’-

Italia; presentivano governi e governanti l’epoca della rigenera-

zione sociale prodotta dal cataclisma politico di Francia.

I governi per loro interesse dovevano circondarsi d’uomini illu-

minati, che sono sempre la più sicura guida dei medesimi.

Anche la tarda Austria si era scossa e Firmian, governatore di

Lombardia, aspirando a fama di saputo ingegno, mentre non era

se non astuto burocratico, avea chiamati ad illustrare l’Univer-

sità di Pavia uomini di fama mondiale.

 

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Tamburini fu uno di questi.

Scopo di Tamburini era di ritrarre i giovani dalla lettura di rilas-

sati legisti coll’additare loro le vere sorgenti della morale evange-

lica, quali sono la Scrittura e la tradizione, onde poscia stabilire

il vero fine dell’uomo, punto su cui poggiano le verità più impor-

tanti dell’etica cristiana.

Mentre incubeva con tanta energia ed improba fatica ad edu-

care i giovani leviti perché un giorno fossero pastori zelanti e sa-

cerdoti sinceri, educati al vero ed odiatori di quell’ipocrisia che

forma per moltissimi di loro precipuo argomento, egli pubblicò

in Pavia l’opera dell”Etica cristiana.

 

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La sua fama e la sua cultura toccarono l’apogeo, e se possono

riuscire onorevoli le visite degli imperatori, Tamburini n’ebbe

due: una di Giuseppe II, l’altra di Lepoldo, che si recarono a vi-

sitarlo nella sua cameretta a Pavia, divenuta il tempio della

scienza; e da Vienna, da Milano, dalla Toscana, da Venezia gli

capitavano onori e remunerazioni.

Morto Lepoldo, come suonò fama, di veleno, propinatogli da

congiurati, fra’ quali contavasi Francesco II suo figlio, che ere-

dò il trono, aborrendo costui d’ogni civiltà, detestava la scien-

za ed i cultori delle medesime.

Ipocrita e vigliacco d’animo, non appena asceso al trono, die-

tro istanze della curia romana, licenziò Tamburini e l’amico

suo Zola dalla cattedra che occupavano.

 

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S’avvicinavano tempi procellosi; la libertà proclamata in Fran-

cia stendeva la sua bandiera in Italia; ove fervevano i cuori, e

qui trovò tempio e sacerdoti incorrotti la libertà, e per libertà

repubblicana non intendo la civica demagogia.

Tamburini, che la adorava col cuore, sentissi tutto consolare,

sebbene da alcuni malevoli fosse fatto oggetto di accuse e di ca-

lunnie, imperciocché si mostrava irremovibile nel fermo propo-

sito di non proclamare se non le immutabili massime conserva-

trici d’ogni buono e civile reggimento.

Chiamato dall’amministrazione generale ai riaperti studj tici-

nesi, vi leggeva filosofia morale e ne pubblicò le lezioni. Quan-

do Tamburini tornò all’antico domicilio in Pavia, ebbe a soffrire

 

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non poche peripizie, inganni e privazioni sotto il governo degli

Austriaci per opera de’ suoi giurati nemici, ch’erano per lo più

sacerdoti che dalla tirranide di tal governo traevano baldanza

al misfare; e mentre egli colla sua influenza durante la repub-

blica avea salvato monsignor Navi, suo acerrimo nemico, che

trovavasi sul punto d’essere dannato a morte come convinto

di ribellione da uno spaventoso ed espedito tribunale, si vide

vittima egli stesso di persecuzione.

Nel 1814 svaniva il regno d’Italia, e tornavano ad opprimere

per queste contrade gli Austriaci, e Tamburini fu dichiarato

professore emerito, imperciocché la sua voce era temuta fra

la gioventù, quindi posto in quiescienza; ma non poté il go-

verno rifiutargli l’onorato grado di direttore degli studi poli-

tico-legali.

 

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Fra tanti studj e fatiche e speranze e protezioni erasi condot-

to alla grave età di settant’anni, e mal comportando l’ozio, si

votò allora a vergare la Storia generale dell’inquisizione, ch’eb-

be tosto compiuta, essendo ammirabile la sua facilità di scri-

vere.




 

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TRA ERESIA E ORTODOSSIA: PIETRO TAMBURINI (8)ultima modifica: 2012-12-02T07:00:00+01:00da giuliano106
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