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Certo che no se è la violenza a parlare…
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Il martello delle streghe (& stregoni…)
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… Da quando l’idea della personalità si è impossessata degli uomini,
su di loro grava la necessità di proteggere la loro peculiarità. Adesso
la maschera non libera più gli impulsi inibiti, ma li nasconde.
Sul volto si mostra la corazza dell’autocostrizione. La mimica, che
prima si accompagnava al mascheramento, ora si adegua alla ge-
stualità.
La presenza incantatrice della maschera si trasforma nella distanza
sociale del modo di apparire quotidiano. L’espressione diventa rappre-
sentazione, l’emozione dramma, il volto una maschera.
La società-bene, quella della casta per intenderci, e non solo quella,
(organizza mostre per la morte di Pasolini dopo averlo ucciso migliaia
di volte sullo stesso terreno; vende Cristo ed i suoi libri eretici al banco
della meccanica bomba in maschera, ballo mascherato della grandi
celebrità bisognose di attenzioni e valide protezioni…) condivide con i
critici l’ostilità per la maschera.
L’attività della critica all’ideologia e al potere è quella di smascherare,
svelare e scoprire le intenzioni e gli interessi nascosti.
Anch’essa, tuttavia, crede nell’unica vera realtà che si ottiene rove-
sciando la rappresentazione. Dietro le quinte del decoro ipotizza l’in-
teresse personale e il bieco risentimento.
La veridicità delle maschere caratteriali è solo simulata, la parola d’-
onore è una menzogna. L’innocenza è finzione, i sentimenti intimi non
sono che mosse studiate a tavolino e ripetute al telefonino, (comanda-
te dal puparo di turno – voto di scambio artificio mascherato al ballo del
nuovo miracolo politico mafioso pasciuto ed anche risoluto padrino di
turno, dopo l’inchino al boss divino…. Cristo lo prega per una nuova
umil offerta….).
Certo l’indignazione e lo spavento sono grandi, quando la facciata si
sgretola e, sotto la mascherata della civiltà, viene alla luce la smorfia….
(Proprio quella ci allieta, cara congrega, senza di essa mai potremmo
scrivere di essa, la storia, che con la bocca così storta si inchina alla
porta della peggior mafioso della storia, è proprio quella la moneta e la
maschera che il popolo venera da quando urlò Barabba al mondo in
pena: Dio ancora non è morto oh popolo che così componi la tua im-
monda preghiera, maschera della storia….).
(W. Sofsky, Il paradiso della crudeltà)