L’ ALTRO JOHN BROWN (36)

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l'altro john brown 36

 

Frammenti in rima

 

 

 

 

l'altro john brown 36

 

 

 

 

 

 

– “Allora,

disse la signora Glossop,

– cosa dovremmo fare secondo voi: far portare le Vecchie

una alla volta a casa di Nancy Taylor dal signor Brown,

o farle salire entrambe sul carretto, e lasciare che sia lui

a condurre il cavallo?”.

Brown era senza fiato.

-“Ecco, questa sì che è una domanda,

disse la signora Enderby

– Vedi bene che siamo tutte stanche, e qualunque cosa de-

cideremo sarà un problema. Perché, se il signor Brown le

porta entrambe, almeno una di loro dovrà tornare indie-

tro per aiutarlo, perché non può caricarle da solo sul car-

retto, e loro sono così deboli”.

– “Giusto,

disse la signora Taylor.

– Non sembra che…..oh, e come potrebbe? Una di noi va-

da là con il signor Brown, e le altre si avviino verso casa

mia a preparare tutto. Io andrò con lui. Insieme possiamo

caricare una delle Vecchie sul carretto, portarla fino a ca-

sa mia e…..”.

– “Ma chi si occuperà dell’altra?

disse la signora Enderby.

– Non possiamo certo lasciarla sola nel bosco, soprattutto

la matta. Andare e tornare sono otto miglia, non so se mi

spiego”.

Nel frattempo si erano sedute sull’erba accanto al carret-

to, nel tentativo di dare riposo alle loro stanche membra.

Rimasero in silenzio per qualche istante, rimuginando 

sulla complicata situazione; poi la signora Enderby s’illu-

minò e disse:

– “Credo di avere avuto l’idea giusta. E’ chiaro che non

possiamo più camminare. Pensate a cosa abbiamo fatto:

quattro miglia fin qui, due fino a casa di Mosley e sono

sei, poi di nuovo qui: nove miglia da mezzogiorno, e tut-

to senza aver messo nulla sotto i denti. Confesso di non

sapere come abbiamo fatto; per quanto mi riguarda, sto

morendo di fame. Ora, qualcuno deve tornare indietro

ad aiutare il signor Brown, inutile girarci intorno; ma,

chiunque vada, dovrà andarci a cavallo, non a piedi.

Pertanto la mia idea è questa: una di noi torna indietro

con il signor Brown, quindi cavalca fino a casa di Nan-

cy Taylor con una delle Vecchie, lasciando il signor

Brown a tenere compagnia all’altra, voi ora andate da

Nancy a riposarvi e aspettate; poi una di voi tornerà

a prendere l’altra e la porterà da Nancy, mentre il si-

gnor Brown verrà a piedi”.

– “Splendido!

esclamarono all’unisono

– Oh, è quello che ci vuole…è la soluzione perfetta”.

E tutte dissero che la signora Enderby era la migliore

mente organizzativa dell’accolita; e si dissero meravi-

gliate di non essere arrivate da sole a quella semplice

soluzione. Non intendevano rimangiarsi il complimen-

to, anime semplici, e non si rendevano conto di averlo

fatto. Dopo un consulto fu deciso che la signora Ender-

by sarebbe tornata indietro con Brown; l’onore le aspet-

tava di diritto, essendo lei l’autrice del piano. Una vol-

ta che tutto fu così brillantemente risolto e organizza-

to, le signore si alzarono, sollevate e felici, e si scrolla-

rono i vestiti, e tre di loro si avviarono verso casa; la

signora Enderby mise piede sulla pedana del carretto,

e stava per salire a bordo, quando Brown trovò un re-

siduo di voce e farfugliò:

– “La prego signora Enderby, le richiami…..Mi sento

debole; non posso camminare, davvero non posso”.

– “Diamine, mio caro signor Brown! In effetti lei è pal-

lido; sono mortificata di non essermene accorta prima.

Tornate indietro tutte!! Il signor Brown non si sente be-

ne. Posso fare qualcosa per lei, signor Brown? Sono….

davvero dispiaciuta. Si sente male?”.

– “No signora, soltanto debole; non sono malato, sono

soltanto debole….all’improvviso; non da molto, mi è

successo all’improvviso…..”.

Le altre tornarono indietro ed espressero la loro vici-

nanza e la loro comprensione, piene di rimorso per

non essersi accorte di quanto egli fosse pallido. Mise-

ro a punto un nuovo piano, e concordarono sul fatto

che fosse il migliore in assoluto. Sarebbero andati a

casa di Nancy Taylor per occuparsi innanzi tutto di

Brown. Questi avrebbe potuto stendersi sul divano

del salotto, e mentre la signora Taylor e Mary lo ac-

cudivano, le altre due donne avrebbero preso il car-

retto e sarebbero andare a raccogliere una delle Vec-

chie, e una di loro sarebbe rimasta con l’altra….

A quel punto, senza che nessuno lo avesse chiesto, a-

vevano preso il cavallo per il capo e si apprestavano

a farlo girare. Il pericolo incombeva, ma Brown trovò

nuovamente la voce e si salvò.

Disse:

– “Ma signore, state trascurando qualcosa che rende

il vostro piano inattuabile. Vedete, se accompagnate

a casa una di loro, e l’altra rimane lì insieme a una di

voi, ci saranno tre persone quando tornerete a pren-

derla, perché il carretto deve essere condotto da qual-

cuno, e non può portare tre persone…..”.

Tutte esclamarono:

– “Diamine, ma è evi-den-te, è così!!”.

e sprofondarono nuovamente nell’incertezza.

– “Mie care, mie care, che possiamo fare?

disse la signora Glossop.

– E’ la cosa più intricata del mondo. L’indovinello del-

la volpe, della rana e del sacco di grano eccetera….è

niente a confronto….”.

Sedettero ancora una volta esauste, a torturare nuo-

vamente le loro tormentate teste nella speranza di e-

scogitare un piano che funzionasse.

Di lì a poco Mary propose un piano; era il suo primo

sforzo.

Disse:

– “Io sono giovane e forte, e ora mi sono riposata.

Portate il signor Brown a casa nostra, e dategli assisten-

za – vedete bene quanto ne abbia bisogno. Io tornerò in-

dietro e mi prenderò cura delle Vecchie; posso essere lì

in venti minuti. Voi potete continuare a fare ciò che ini-

zialmente stavate facendo: aspettare sulla strada mae-

stra davanti a casa nostra che giunga qualcuno con una

carrozza; quindi mandarlo a prenderci tutt’e e tre.

Non dovrete attendere a lungo; presto i contadini saran-

no di ritorno dalla città. Terrò calma Polly e la tirerò su

di morale…..la matta non ne ha bisogno……”.

(M. Twain, Seguendo l’Equatore)

 

 

 

 

 

 

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L’ ALTRO JOHN BROWN (36)ultima modifica: 2013-03-21T00:00:00+01:00da giuliano106
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