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Alla ricerca del ‘Monte Analogo’ (1) & (2) &
Da:
Il sentiero usciva dalla foresta e scendeva attraverso radure
violentemente soleggiate fino al torrente che galoppava con
rumori di folla e che noi traversammo a guado.
Dalla sponda umida sollevammo nugoli di farfalle madre-
perlacee, poi ebbe inizio una lunga marcia attraverso pietra-
ie senza ombra.
Ritornammo sulla riva destra, dove cominciava una foresta
di larici abbastanza luminosa.
Sudavo e cantavo la mia canzone di marcia.
Avevamo l’aria sempre più pensierosa, ma di fatto lo erava-
mo sempre meno. Il nostro sentiero si innalzò al di sopra di
un’alta barriera rocciosa e svoltò verso destra, dove la valla-
ta si restringeva in una profonda gola; poi si arrampicò spie-
tatamente a giravolte su un’erta cosparsa di ginepri e di ro-
dotentri.
Sbucammo finalmente in un alpeggio bagnato da mille
ruscelletti, dove pascolavano delle piccole mucche grassot-
telle. Dopo venti minuti di cammino nell’erba inzuppata,
raggiungemmo un pianoro roccioso, ombreggiato da piccoli
larici, dove sorgevano alcune costruzioni di pietra rozzamen-
te ricoperte di fronde; era la nostra prima tappa.
Potevamo ancora contare su due o tre ore di luce per siste-
marci. Uno dei rifugi doveva servire da deposito per i baga-
gli, un altro da dormitorio – c’erano dell assi e della paglia, e
un fornello fatto di grosse pietre -; un terzo, con nostra gran-
de sorpresa, era una latteria: giare di latte, forme di burro,
formaggi gocciolanti sembravano attenderci.
Dunque il luogo era abitato?
Bernard, la cui prima cura era stata di ordinare agli uomini
di deporre archi e frecce nell’angolo del dormitorio che si
era riservato, e anche le fionde di cui qualcuno era provvisto,
Bernard venne a spiegarci:
– Era ancora abitato questa mattina. Qui ci deve essere sempre
qualcuno che si occupi delle mucche. D’altronde è una legge
che vi sarà spiegata lassù; nessun accampamento deve mai
restare vuoto per più di un giorno.
Da dove ci trovavamo, potevamo seguire con gli occhi circa
la metà dell’itinerario della seconda tappa. Avevamo deciso
di approfittare del bel tempo per ripartire l’indomani matti-
na. Forse avremmo la fortuna di trovare la nostra guida alla
Base (come avevamo ben previsto) il giorno stesso; ma forse
avremmo dovuto aspettare il suo ritorno da una escursione
più o meno lunga.
Saremmo partiti tutti e otto con tutti i portatori, tranne due
….e la guida che decidemmo sarebbe rimasta ad occuparsi
delle mucche mentre gli asini e i loro conducenti sarebbero
ridescesi a prendere nuovi carichi.
Del resto la nostra guida si era rivelata anche un ottimo…..
(René Daumal, Il Monte Analogo)