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… E se qualcuno la facesse avvertita, non avrebbe ragione di inveire
contro questo scempio?
Che nuovo spettacolo vedo io mai?
Quale inferno ci ha partorito questo mostro?
C’è chi mi chiama matrigna perché ho disseminato qua e là in que-
sto mondo sterminato, qualche creatura velenosa, perché ho creato
animali selvaggi.
Quale supermatrigna ci ha dato dunque questa belva mai vista,
questo flagello del mondo intero?
Una creatura tutta dolcezza ho fatto io, pacifica, gentile, misericor-
diosa: unica nel creato.
Come è mai potuto degenerare in una simile belva?
Non vedo più nessun tratto dell’uomo, della mia fattura.
Quale spirito maligno ha corrotto la mia opera?
Quale strega gli ha tolto per incantesimo la natura umana e gli
ha dato la natura di una bestia?
Quale Circe ne ha mutato la forma originaria?
Vorrei dire a quel misero di mettersi allo specchio; ma che cosa
vedrebbero gli occhi, se la ragione gli fa difetto.
Eppure guardati, guerriero furibondo, se puoi, caso mai ti av-
venga di rinsavire.
Dove hai trovato quella minacciosa criniera?
Dove hai preso l’elmo lucente e i corni di ferro?
E le cubitiere aguzze, le squame, i denti di bronzo?
E le scaglie metalliche?
E le frecce micidiali?
Di dove hai tirato fuori cotesta voce a dir poco bestiale, cotesta
ghigna a dir poco animalesca?
Dove hai preso il tuono e il fulmine, più spaventoso e più mici-
diale del fulmine stesso di Giove?
Io ho fatto di te una creatura in certo modo divina; come ti è ve-
nuto in mente di trasformarti in una belva così feroce, che nes-
sun’ altra belva appare più tale in confronto all’uomo?
…Queste e molte altre cose del genere direbbe, credo la natu-
ra creatrice.
(Erasmo, Contro la guerra)