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Primo Dialogo con la Creazione
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Da:
Fra una donna che parla
e un strega che urla,
e lo sciamano che racconta
la strana avventura.
Rantolo di voce
chi non conosce ancora
la luce.
Sibilo di vento che è solo
tormento,
una nascita oscura
di un grande Universo.
Frammenti confusi di un primo vagito,
lo sciamano parla la lingua di Dio. (5)
Racconta la vita
come lui la raccolta:
sogno oracolare
un lamento che brucia,
stretto fin dentro la gola.
Poi parla con il vento,
suono difficile da catturare.
La coscienza assume la forma,
la parola uguale colore
elemento dell’Universo,
ora disceso fino alla grotta,
specchio della sua
invisibile e prima memoria.
Narra il suono di un tamburo,
corre per un patimento,
suo eterno tormento. (6)
Scandisce il tempo di un Dio,
nato dalla strofa di un boato,
precipitato da una forma perfetta,
ad un caos di prima materia.
E’ la danza dell’Universo,
inciampa poi s’alza,
vuol scoprire un mondo
privo del Primo Pensiero.
Spirito che abbraccia
la sua strana illusione,
parola che crea,
e tempo che prega.
Materia che nasce e muore,
in questa strana visione.
Scordando il suo principio,
prima e increata sostanza,
racchiusa in un punto
della memoria.
Quando l’intero mondo raccolto,
racconta ora…,
… la sua eterna storia. (7)
L’uomo barbuto,
dopo aver bevuto l’intruglio,
sente anche lui il rumore
di un lontano pianeta perduto.
Vede luci e colori,
passi di danza
di antichi rumori.
A ritroso precipitano
per svelare gli accordi
di un nuovo strumento.
Narrano la scienza mai morta
di una stella che nasce,
e un’altra che tramonta.
Nell’infinito ciclo di una memoria
…non ancora colta. (8)
(Giuliano Lazzari, Frammenti in Rima)