UNA CONVERSAZIONE

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storia di un Eretico

Prosegue in:

storia delle nostre fognature (3)

forse ciò che ci governa è solo una rosa


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….Non sai nemmeno che esiste…

Adesso scendiamo sul bacino di mare e diamo un’occhiata ai

ciliegi in fiore.

– Davvero?,

disse lui.

Gli sembrava troppo presto. Non era la stagione adatta.

– Sono in fiore,

disse Zina, e puntò l’eliauto verso il centro della città.

– Nel tuo mondo è primavera,

disse lui.

Ora capiva.


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Vedeva foglie e germogli sotto di loro. E grandi distese di verde.

– Abbassa il finestrino,

disse lei.

– Non fa freddo.

Lui disse:

– Il caldo nel Giardino dell’Eden…

– Un caldo secco, terribile,

disse lei.

– Capace di bruciare il mondo e trasformarlo in deserto. Tu hai sempre

avuto un debole per le terre aride.

– Stammi a sentire, Jahvè.

– Ti mostrerò cose di cui non sai nulla.


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“Tu sei passato dal deserto a un paesaggio ghiacciato.

Cristalli di metano con qualche cupola qua e là, e indigeni stupidi.

Tu non sai nulla!”

I suoi occhi si infiammarono.

“Ti nascondi nei terreni più impervi e prometti alla tua gente un

rifugio che non troverà mai.

Tutte le tue promesse andate a vuoto.

…Ed è un bene, perché ciò che hai maggiormente promesso agli

uomini è che li maledirai e li affliggerai e li distruggerai.

Adesso chiudi il becco.

Sono giunti il mio regno e il mio tempo.

Questo è il mio mondo, ed è primavera, e l’aria non fa rinsecchire

le piante, e non ci riuscirai nemmeno tu.

Qui nel mio regno non farai male a nessuno.

E’ chiaro?”.

Lui disse:

– Chi sei?

Ridendo lei disse:

– Il mio nome è Zina. Fata.

– Credo….

Emmanuel era confuso.

– Tu….

– Jahvè,

disse la donna,

– non sai chi sono e non sai dove ti trovi. E’ la Federazione Segreta?

O sei stato ingannato?

– Tu mi hai ingannato,

disse lui.


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– Io sono la tua guida,

disse Zina.

– Come dice lo Sepher Yezirah:

– Comprendete questa grande saggezza, capite questa grande conoscenza,

sondatela e meditatela, rendetela evidente, e riportate il Creatore sul Suo

trono.

– E questo,

terminò,

– è ciò che farò.

– Però attraverso una strada che tu non immagini. E’ una strada che non

conosci. Dovrai fidarti della tua guida come Dante si è fidato della sua,

su e giù per i regni.

Lui disse:

– Tu sei l’Avversario.

– Sì,

disse Zina.

– Lo sono.

…Chiudendo a chiave l’eliauto, lei disse:

– Guarda la gente.

Lui si guardò attorno. E non vide nessuno. Gli alberi, carichi di fiori,

delimitavano il bacino in un grande semicerchio. Ma nonostante le

auto parcheggiate, non c’era traccia di persone.


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– Allora è un imbroglio,

disse lui.

” Sei qui, Jahvè, perché io possa rimandare il tuo giorno grande e

terribile. Non voglio vedere il mondo bruciato. Voglio che tu veda

quello che non vedi. Ci siamo soltanto noi due, siamo soli. Ti dispi-

egherò gradualmente il mio regno, e quando avrò terminato tu to-

glierai al mondo la tua maledizione.

Sono anni che ti osservo, ormai. Ho visto il tuo disprezzo per la

razza umana, la tua convinzione della sua inutilità.

Io ti dico che non è inutile, che non è indegna di vivere, per usare

una di quelle tue frasi pompose.

Il mondo è bello e io sono bella e i fiori di ciliegio sono belli.

L’impiegato robot della banca….E’ bello anche quello.

Il potere di Belial è semplice occlusione, è la capacità di nasconde-

re il vero mondo, e se tu attacchi il vero mondo, se è per questo che

sei tornato sulla Terra, distruggerai bellezza e dolcezza e fascino.

Ricordi il cane schiacciato in agonia sul ciglio della strada?

Ricorda cosa hai provato per lui; ricorda cosa hai intuito sul suo

conto. Ricorda l’epitaffio che Elias ha composto per quel cane e

per la morte di quel cane.

Ricorda la dignità del cane, e ricorda anche che il cane era inno-

cente.

La sua morte è stata voluta da una necessità crudele.

Una necessità crudele e sbagliata.

Il cane….”.

– Lo so,

disse lui.

– Sai cosa?

– Che il cane ha subito un trattamento sbagliato?

– Che è nato per soffrire un dolore ingiusto?

– Non è stato Belial a uccidere il cane.

– Sei stato tu, Jahvè, il Signore degli Eserciti.

– Belial non ha portato la morte al mondo perché c’è sempre stata

morte.

– La morte è apparsa un miliardo di anni fa su questo pianeta, e ciò

che è stato del cane è il destino di ogni essere che hai creato……

(P. K. Dick, Divina Invasione)




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UNA CONVERSAZIONEultima modifica: 2012-11-14T00:00:00+01:00da giuliano106
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