DUE OROLOGI (5)

Precedenti capitoli:

Gli occhi di Ateget: due orologi (1) &

Dialoghi con Pietro Autier: Due orologi (2) &

Pagine di storia: Due orologi (3) &

Dialoghi con Pietro Autier: Due orologi (4)

Prosegue:

Gli occhi di Atget: Due orologi (6)

Foto del blog:

Le strade del… sono infinite… (1)  (2)  (3)  (4)  (5)  (7)

Da:

 i miei libri

 

due orologi 5

 

 

 

  


Don Juan mi diede allora una nuova versione di quello

che mi era capitato mentre contemplavo l’albero di me-

squite.

Disse che avevo cominciato percependo l’energia dell’-

albero. A livello soggettivo, tuttavia, io ritenevo di stare

Sognando in quanto utilizzavo le tecniche del Sognatore

per percepire l’energia.

Egli asseriva che l’uso della tecnica del Sogno nel mon-

do della vita di ogni giorno era uno dei stratagemmi più

efficaci dei vecchi stregoni.

Rendeva la percezione diretta dell’energia simile a un

Sogno, invece che totalmente caotica, fino al momento

in cui qualcosa risistemava la percezione stessa e lo stre-

gone non si trovava di fronte ad un mondo nuovo – pro-

prio quello che era accaduto a me.

Gli rivelai il pensiero che mi era frullato per la mente,

e che avevo appena osato concepire: che il paesaggio da-

vanti ai miei occhi non fosse un Sogno, ma non apparte-

nesse neanche al nostro mondo quotidiano.

– Certo che no,

affermò.

– “Te lo sto dicendo da tanto e tu continui a pensare che

io stia solo ripetendolo a me stesso. So quanto sia diffici-

le per la mente accettare che delle possibilità irrazionali

diventino reali.

Ma i mondi nuovi esistono!

Sono avvolti gli uni intorno agli altri, come gli strati di

una cipolla. Il mondo in cui noi viviamo non è che uno

di questi strati”.

– “Vuoi dire, don Juan, che il fine dei tuoi ammaestra-

menti è quello di prepararmi ad andare in quei mon-

di?”.

– “No. Noi andiamo in quei mondi solo come esercizio.

Quei viaggi sono gli antecedenti degli stregoni di oggi.

Noi facciamo gli stessi Sogni degli antichi stregoni, ma

a un certo momento deviamo su un nuovo territorio.

Loro preferiscono le variazioni del punto di unione, e

così erano sempre su un terreno più o meno conosciu-

to, prevedibile.

Noi preferiamo i movimenti del punto di unione.

Gli antichi stregoni inseguivano l’ignoto umano.

Noi inseguiamo l’ignoto non-umano”.

–  Io non ci sono ancora arrivato, vero?

– “No, tu sei ancora agli inizi. E agli inizi tutti devono

passare per gli stessi stadi degli antichi stregoni. Do-

potutto, sono stati loro a inventare il Sognatore”.

– “A che punto, allora, comincerò a imparare il tipo

di Sogno dei nuovi stregoni?”.

– “Hai ancora molta strada da fare. Ci vorranno anni,

forse. Inoltre, nel tuo caso, devo essere paricolarmen-

te attento: come carattere, tu sei molto legato agli an-

tichi stregoni. Ti ho già detto ciò in precedenza, ma tu

sei sempre riuscito a evitare le mie indagini. Qualche

volta penso perfino che ti stia consigliando qualche

energia aliena, ma poi respingo l’idea. Tu non sei am-

biguo”.

– “A cosa ti riferisci, don Juan?”.

– “Involontariamente hai fatto due cose che mi tengo-

no sulle spine: la prima volta che hai Sognato sei an-

dato con il tuo corpo energetico in un luogo al di là

di questo mondo.

E per conto tuo!

E poi sei andato con il tuo corpo energetico in un altro

luogo al di là di questo mondo, ma separandoti dalla

consapevolezza del mondo di tutti i giorni”.

– Perché ti dovrebbe preoccupare, don Juan?

– “Sognare è troppo facile per te. E se non ci si sta atten-

ti, può essere la fine.

Porta all’ignoto umano.

Come ti ho già detto, gli stregoni moderni ambiscono

ad arrivare all’ignoto non-umano”.

–  Cosa sarebbe l’ignoto non-umano?

– “La libertà dell’essere umano. Mondi inimmaginabi-

li che sono oltre la sfera dell’uomo, ma che noi possiamo

ancora percepire. E’ qui che gli stregoni moderni prendo-

no un’altra strada. Prediligono ciò che si trova fuori del-

la sfera umana. E fuori della sfera umana ci sono mondi

che includono tutto, non soltanto il regno degli uccelli o

degli animali o dell’uomo, anche quello dell’uomo scono-

sciuto.

Io sto parlando di mondi come in quello in cui viviamo:

mondi totali, con infiniti regni”.

– “Dove si trovano quei mondi, don Juan? Nelle posizio-

ni diverse del punto di unione?”.

– “Esatto. In posizioni diverse del punto di unione, ma

posizioni che gli stregoni ottengono con un movimento

del punto di unione, non con una variazione.

Entrare in quei mondi è un tipo di Sogno che fanno solo

gli stregoni di oggi. Gli antichi stregoni ne rimanevano

lontani, in quanto richiede un enorme distacco e nessu-

nissima presunzione. Un prezzo che loro potevano per-

mettersi di pagare.

Per gli stregoni che praticano il Sognare, ai nostri gior-

ni, Sognare è la libertà di percepire mondi al di là dell’-

immaginazione”.

– Ma qual è l’utilità di questa percezione?

– “Me l’hai già fatta, oggi, questa stessa domanda. 

Parli come un vero mercante!

Qual è il rischio, tu vuoi sapere, quale la percentuale del-

l’utile sul mio investimento?

Mi farà migliorare la mia posizione?

Non c’è possibilità di risposta.

La mente del mercante fa il commercio.

Ma la libertà non può essere un investimento.

La libertà è un’avventura senza fine, in cui rischiamo

le nostre vite e molto di più per alcuni momenti di qual-

cosa che va oltre le parole, i pensieri o i sentimenti”.

– “Non ti ho fatto la domanda con questo spirito, don

Juan. Ciò che voglio sapere è: quale potrebbe essere la

forza per stimolare un pigraccio scansafatiche come

me a fare tutto questo?”.

– “La ricerca della libertà è l’unica forza stimolante che

conosca.

Libertà di volare in quell’infinito là in alto;

Libertà di dissolversi;

Libertà di distaccarsi da tutto;

Di essere come la fiamma di una candela che, nonostan-

te il paragone con la luce di miliardi di stelle, rimane in-

tatta perché non ha mai finito di essere più di quanto

non fosse: solo una candela”.

(C. Castaneda)

(Prosegue…) 

 

 

 

due orologi 5

 

DUE OROLOGI (5)ultima modifica: 2014-09-18T00:02:00+02:00da giuliano106
Reposta per primo quest’articolo