DE L’INFINITO UNIVERSO E MONDI (1)

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….Allora come oggi non si poteva arrestare la tenebra e arrivò

la spaventosa guerra dei Trent’Anni.

Fu peggio di un conflitto nucleare.

In Europa la popolazione si ridusse a un terzo. Gli abitanti di

tutte le nazioni non superarono, alla fine del conflitto, i quindi-

ci milioni di unità. Un dato sconvolgente. La storia segreta d’Eu-

ropa negli anni compresi tra il 1580 – 1620, anno della battaglia

della Montagna Bianca, è quella dell’utopia di arrestare la carne-

ficina.

 

(Questo è un breve accenno biografico per comprendere il percor-

so storico intrapreso dal nostro filosofo, certo non del tutto dis-

simile, nonostante l’apparente divario compiuto dal progresso,

dalla stessa nei suoi successivi cinquecento anni.

Noterete che ugual divergenze sono immutate rispetto al contes-

to storico e biografico appena accennato. Le catene, i vincoli, le

miopie, le ristrettezze, la cecità, il fondamentalismo, l’arroganza,

sono caratteristiche su cui ancora si fondano determinati contes-

ti sociali, anche se, in apparenza, siamo portati a giudicare il di-

vario quantificabile nei secoli come appartenente al nostro pas-

sato remoto.

L’illusione fra passato presente e futuro, fra progresso e cioè che

non lo è, è un immagine sulla quale l’uomo a stento riesce a spec-

chiarsi e di conseguenza riconoscersi. Quindi avere l’illusione

di percepirla e nello stesso istante trasmetterla allo specchio del

tempo percepito.

La misura del tempo, quindi la distanza da ciò che ci separa tra

un filosofo e l’attuale immagine riflessa nell’odierna società, vor-

rebbe essere misura e durata, di conseguenza il progresso rifles-

so in esso. Scopriremmo allora l’inganno del tempo e con esso

del progresso, quindi della nostra apparente evoluzione. Ciò che

è mutato, scopriamo, è l’ordine degli elementi dai quali noi esse-

ri viventi siamo nati, quell’ordine e insieme disordine, certo che

sì, sono cambiati, in esso leggiamo il tempo. In essi scopriamo

l’evoluzione ed il progresso nella concezione dell’uomo dell’

essere ed appartenere all’ordine delle cose. 

Scopriamo con ugual sensibilità o indifferenza, che quelle guer-

re appartengono stabilmente all’ordine sociale dell’uomo, che

quegli olacausti nel secolo di Bruno, forse erano un nulla, rispet-

to a quelli che dovranno venire, e quelli a cui abbiamo assistito

in questo ordine immutato chiamato progresso, dell’attuale seco-

lo e minuto in cui vi sto ora parlando.

Bruno, appartenendo a questa come a quella società, che ha pos-

to fine alla sua breve esistenza terrena con il fuoco purificatore

dell’intolleranza, appartiene al mondo della creazione, o meglio

alla concezione di tale creazione nell’estensione viva e onnipre-

sente della natura…., e ragiona tramite essa.

Quel riflesso (si specchia) è costantemente presente nella sua

opera.

L’uomo, o ciò che vorrebbe essere tale, disconoscendo Dio e Na-

tura, ha sacrificato su di un rogo filosofia, pace e conoscenza.

Nel motivo di una visione oggi come allora, che pretende cono-

scere, e circoscrivere Dio e ragione entro il circolo del Tempo,

nel nome di una falsa Gnosi nella quale pur discoscendo il pro-

prio sé, si eleva al di sopra di Dio riflesso nell’Universo, e questo

sulla totalità delle cose del Creato, con la costante e falsa pretesa

di possederle e quindi circoscriverle in ciò che lui nomina ‘cono-

scenza’.

Non vi è conoscenza là dove domina un pensiero contrario alla

Natura, alla tollerenza, alla …creazione. 

Non vi è conoscenza là dove domina l’intollerenza, l’ingiustizia, 

l’ineguaglianza, il fondamentalismo,….. di qualsiasi specie esso

sia.

Per cui specchiamoci per un attimo nella breve parentesi filofica

dell’uomo Bruno, per scoprire come è vicino alla sostanza del

mondo da lui contemplato, al contarrio dei suoi carnefici, che

pensando di interpretarlo conoscerlo e possederlo, umiliarono

quel Dio che dimora in Bruno come in tanti altri spiriti simili

al suo, chiusi nella prigione del ….Tempo). (Autore del blog)

 

 

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….Parere di Bruno, ma anche principio alchemico, era quello

secondo il quale ‘non si comanda alla natura, ma si sta in as-

colto di essa’, aprendosi alle meraviglie che desta. Anche Bru-

no è contro la dittatura antropocentrica dell’intelletto umano:

‘Non solo qualsivoglia legge o teologia, ma anche tutte refor-

mate filosofie conchiudeno essere cose da profano e turbolen-

to spirto il voler precipitarsi a dimandar ragione e voler defi-

nire circa quelle cose che sono sopra della nostra intelligenza’.

La ragione umana è un relativo, che pretende di catturare l’as-

soluto infinito! E naturalmente sbaglia, perché pretende che la

Natura sia ciò che essa è semplicemente per lei, come è inda-

gata dai suoi ‘finiti’ strumenti: l’inesausto progresso (?) della

‘scienza’ è lì a dimostrarlo!

(….prosegue…) 

 

 

 

 

 

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DE L’INFINITO UNIVERSO E MONDI (1)ultima modifica: 2012-12-23T00:00:00+01:00da giuliano106
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