VAN DER VEER RIFIUTA DI SERVIRE L’ESERCITO (2)

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van der veer rifiuta di servire l'esercito 2

 

 

 

 

 

‘Le Sante Scritture riconoscevano dei padroni e degli schiavi,

è sempre stato così; ed ecco che i vostri ‘scrittori’ vogliono cam-

biare il mondo!’, si diceva della schiavitù.

‘I filosofi, i saggi della terra hanno riconosciuto unanimamente la

legittimità, la santità della guerra e noi crederemo che la guerra

sia inutile?’, si dice oggi della guerra.

Ma la coscienza cresce sempre più si afferma; e il numero degli u-

omini che riconoscono la verità nuova aumenta ogni giorno; e l’i-

ronia e il disprezzo fanno posto all’astuzia e all’impostura. Si so-

stiene l’errore, ma senza fingere di ignorare; non si nega più l’as-

surdità, la crudeltà delle istituzioni che si difendono, ma si allega

che l’abolizione è ancora impossibile e che bisogna rimetterla a

un’epoca indeterminata.

‘Senza dubbio, la schiavitù è un male; ma l’umanità non è matu-

ra per la libertà, e la liberazione degli schiavi produrrà terribili

disgrazie’, si diceva della schiavitù quarant’anni fa.

‘Senza dubbio, la guera è un male, ma finché gli uomini saran-

no simili alle bestie feroci, la soppressione degli eserciti produr-

rebbe mali maggiori’, si dice della guerra oggi.

 

van der veer rifiuta di servire l'esercito 2

 

Tuttavia l’idea fa strada; essa cresce, brucia la menzogna; ed è per

giungere il tempo in cui l’assurdità, la follia, il danno e l’immorta-

lità dell’errore saranno così evidenti che nessuno oserà difender-

le.

E’ avvenuto così della schiavitù, in sessant’anni in Russia e in

America, e oggi è similmente della guerra. Allora si era schiavi-

sti senza osare di giustificare la schiavitù, oggi non si tenta più

di giustificare né la guerra né l’esercito; si tace, si conta sulla for-

za dell’inerzia che li mantengono ancora; ma si sa benessimo che

tutta questa crudele e immorale organizzazione non ha che un’-

apparenza di solidità e può crollare da un momento all’altro per

non mai più risorgere.

Che una goccia di acqua si infiltri in una diga, che una sola pietra

cada da un colossale adeficio, che una sola maglia si rompa della

rete la più resistente, e la diga è trasportata via, l’edificio crolla, la

rete si lacera.

Imposto da motivi comuni all’umanità intera, il rifiuto di obbe-

dienza di Van der Veer può essere, secondo me, questa goccia

d’acqua, questa pietra, questa maglia rotta.

Il rifiuto di obbedienza di Van der Veer sarà forzatamente segui-

to da rifiuti consimili, e sempre più frequenti.

Appena il numero di questi rifiuti sarà considerevole, gli uomi-

ni che, ieri ancora, pretendevano che la vita è impossibile senza

la guerra, gli stessi uomini, e sono legione, diranno che, già da

lungo tempo, essi proclamano la follia e l’immoralità della guer-

ra e consigliano di agire come ha fatto Van der Veer.

E allora, della guerra e dell’esercito, sotto la forma che essi han-

no attualmente, non resterà che il ricordo.

E questi tempi sono vicini.

(Lev Tolstoj, Una rondine fa primavera)

 

 

 

 

 

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VAN DER VEER RIFIUTA DI SERVIRE L’ESERCITO (2)ultima modifica: 2014-07-19T00:00:00+02:00da giuliano106
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