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In poche parole,
insieme con l’estinzione
della storia e l’offuscamento
del suo orizzonte procede
l’estinzione di ciò che è
malsano nel presente.
Il libro è stato distrutto
o messo nell’armadio
dei veleni.
Lo scrittore messo al bando
è già in campo di concentramento
o in esilio oppure è morto, il suo
nome è dimenticato, distrutto.
Ciò che ancora resta è la possibilità
dell’infezione.
A questo punto ha inizio una vera
e propria orgia anale.
L’idea della purezza della razza,
della purezza della religione, della purezza della cultura viene
tradotta in pratica con il simbolismo del ‘repulisti’, per il quale
il libro è al tempo stesso portatore e simbolo dell’infezione.
Nel discorso in cui tratta dell’estinzione della storia, Goebbels
parla anche dell’immondizia e del sudiciume rappresentati da-
gli scadenti letterati ebrei che riempono le biblioteche.
L’immondizia e il sudiciume sono causa di malattie.
Nel Medioevo, durante l’Inquisizione e le guerre di religione,
il paragone con la peste è sempre a portata di mano. Un esem-
pio: agli umanisti di Firenze e Venezia, i quali tentavano di
convincerlo a impedire i roghi dei libri, il cardinale Ghislieri
rispose che nella città colpita dalla peste, i prìncipi ordinava-
no di bruciare le suppellettili dove vi era pericolo di contagio
e la gente era disposta a sopportare questa perdita per salvare
la città.
Lo stesso doveva valere per LA PESTE DELL’ERESIA, propa-
gata dai libri.
D’altra parte, anche quest’ansia di pulizia ha una lunga storia.
Sin dall’antichità è presente l’idea del fuoco come incendio che
elimina la maledizione della lordura rappresentata dai testi pe-
ricolosi.
Il fuoco purifica.
Come dice Speyer: “Libera la società dal miasma contagioso del
libro latore di maledizione e la purifica”.
Durante la sguaiata orgia della Wartburg e nel 1933 in tutta la
Germania si sente continuamente parlare di ‘repulisti’, di distru-
zione e eliminazione di masse infette. Il 12 maggio 1933 il ‘Vol-
kischer Beobachter’ scrive: “Colonne di fumo annunciano la fine
della peste disgregatrice tra le fiamme”. E che cosa dice Goeb-
bels nella sua ‘resa dei conti’ con gli intellettuali?
‘FACCIAMOLA FINITA CON ‘QUESTI PARASSITI CHE RIEM-
PONO LE ELEGANTI STRADE DELLA NOSTRA METROPO-
LI’. Sembra che lo scopo sia suscitare avversione, imporre il di-
sgusto per gli ebrei (e non solo…loro aggiungo), per i pagani,
per i libri dei pagani e degli ebrei. E la sinfonia di ciò che vi è
di ripugnante nella storia – nel passato che ormai non esiste più
– e di ciò che di ripugnante sussiste ancora, questa sintesi del
programma di distruzione orizzontale e verticale, è l’arma con
la quale, in conclusione, viene raggiunto un altro scopo, la li-
quidazione del soggetto.
(Breve commento del curatore del blog…: questa mia è dedicata
anche ai libri che per errata interpretazione teologica consideria-
mo di fede ‘diversa’, come il Corano; la libertà di scelta in ambito
teologico non deve dare atto, a mio avviso, a pericolose discrimi-
nazioni, nel quale ognuno è libero di poter giudicare e misurare
la propria fede anche e soprattutto per bocca di altri profeti.
Negare questa libera lettura in seno alla teologia (implica oltre-
tutto una visione distorta della stessa materia religiosa…proiet-
tata alla luce della storia) o qual si voglia altra materia, compor-
ta la logica sopra citata o appena accennata…, di un immane ro-
go di libri che preclude ogni forma di pace e ci avvia di nuovo
ai tempi bui delle crociate e con esse del razzismo da ambedue le
culture dove tali opere vengono concepite.)
(Leo Lowenthal, I roghi dei libri)