IL CORTEO DELLA MORTE (14)

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I comici regi… o regnanti…

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della morte

 

 

 

 

 

 – Se lo tolga dalla mente,

replicò Sancio,

– E accetti il mio consiglio, che è di non prendersela mai con com-

medianti, che son gente privilegiata.

Ho visto io un attore arrestato per due omicidi, e poi rimesso in

libertà e senza spese. Sappia la signoria vostra che essendo gente

allegra e che fa divertire, tutti li favoriscono, tutti li proteggono,

li aiutano e li tengono in considerazione, tanto più che son quelli

delle compagnie reali e patentate, che tutti, o quasi tutti, nei loro

vestiti e nelle loro pose paiono dei principi.

– Con tutto ciò,

rispose don Chisciotte,

– Il Diavolo commediante non andrà in giro a vantarsi, quand’-

anche goda il favore di tutto il genere umano.

E detto ciò, tornò alla carretta, già vicina ormai al paese, e anda-

va gridando e dicendo:

– Fermatevi, aspettate, gente allegra e burlona, che vi voglio in-

segnare come si devono trattare gli asini ed altre bestie che ser-

vono da  cavalcatura agli scudieri dei cavalieri erranti.

 

della morte

 

I gridi di don Chisciotte erano così forti che quelli della carretta

li udirono e li capirono, e indovinando dalle parole le intenzioni

di colui che le pronunziava, in un attimo la Morte balzò giù dalla

carretta, e dietro di lei l’Imperatore, il Diavolo carrettiere e l’An-

gelo, e non rimasero indietro nemmeno la Regina e il dio Cupido:

si caricarono tutti di pietre e si misero ad attendere ad ala, per 

ricevere don Chisciotte sulle punte dei loro sassi.

 

della morte

 

Don Chisciotte, che li vide allineati in una così formidabile for-

mazione, con le braccia sollevate nel gesto di scagliare vigoro-

samente le pietre, trattenne le briglie a Ronzinante e si mise a

pensare in qual modo attaccarli con minor rischio per la sua

persona.

Intanto che s’era fermato, arrivò Sancio, e vedendolo in atto di

attaccare il ben schierato squadrone, gli disse:

– Sarebbe una grossa pazzia tentare una simile impresa, signor

mio, perché contro la ‘zuppa di fiume e sta’ fermo berretto’ non

c’è arma difensiva al mondo, se non chiudervi e imbottirvi in una

campana di bronzo; dovessi inoltre considerare che è più temeri-

tà che valore che un uomo solo affronti un esercito in cui c’è la

Morte, e combattono in persona imperatori a cui vengono in aiuto

tanto gli angeli buoni che i cattivi; e se questa considerazione non

la induce a starsene quieto, la induca il fatto di sapere con certez-

za che in mezzo a tutti quelli là, sebbene paiono re, principi e im-

peratori, non c’è nessun cavaliere errante.

 

della morte

 

– Ora sì,

disse don Chisciotte,

– Che hai dato, Sancio, nel punto che può e deve distogliermi dal

mio già deciso intento. Io non posso né devo estrarre la spada, co-

me molte altre volte ti ho detto, contro chi non sia armato cavaliere.

A te tocca, o Sancio, se vuoi prender vendetta dell’offesa che s’è

fatta al tuo asino; che io da qui t’aiuterò con la voce e col salutarti

avvertimenti. 

– Non è proprio il caso, signore,

rispose Sancio,

– Di vendicarsi di nessuno, perché non è da buoni cristiani vendi-

care le offese; tanto più che io mi metterò d’accordo col mio asino

perché metta la sua vendetta nelle mani della mia volontà, che è

quella di vivere pacificamente i giorni che il cielo mi concederà di

vivere.

– Se questa è la tua determinazione,

replicò don Chisciotte,

– O buon Sancio, prudente Sancio, Sancio cristiano, Sancio sincero,

lasciamo stare i fantasmi e torniamo a cercare migliori e più quali-

ficate avventure, perché questa mi sembra una terra dove ce ne sa-

rà in abbondanza e di meravigliose…..

(Miguel de Cervantes, Don Chisciotte della Mancia)

 

 

 

 

 

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IL CORTEO DELLA MORTE (14)ultima modifica: 2014-03-21T00:03:00+01:00da giuliano106
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