CONVERSAZIONE CON IL GRANDE CAPO (2)

Precedente capitolo:

conversazione con il grande capo

Prosegue in:

un Pioniere moderno: McMurphy (13)

Foto del blog:

conversazione con il grande capo &

conversazione con il grande capo 2 &

Da:

i miei libri &

Frammenti in rima  

 

541920564.jpg

 

 





– Lo tormentarono per decenni.

Lui era grande abbastanza e si difese per qualche tempo.

Volevano che vivessimo in case ispezionate.

Volevano prendersi le cascate.

La Cricca venne persino nella tribù e lo tormentò.

In città lo picchiavano nei vicoli e una volta gli tagliarono

i capelli.

Oh, la Cricca è forte….forte.


5010.jpg


Lui si batté a lungo contro di essa, finché mia madre lo rese

troppo piccolo per battersi ancora e allora rinunciò.

In seguito, McMurphy non disse niente per molto tempo.

Poi si sollevò su un gomito, mi fissò di nuovo e domandò

perché lo avessero picchiato nei vicoli.

– Volevano fargli capire, risposi,

– che lo aspettava anche di peggio se non avesse firmato le

carte che cedevano ogni cosa al governo.

– Che cosa volevano che cedesse al governo?

– Tutto. La tribù, il villaggio, le cascate….


adamsportf3bridalveil.jpg


– Ora ricordo. Stai parlando delle cascate ove i pellerosse pe-

scavano i salmoni con le lance… molto tempo fa. Sì, ma a quan-

to ricordo io, la tribù venne compensata con una somma enor-

me.

– Così dissero a lui. Ma lui disse:

– Come si può pagare il modo di vivere di un uomo? Come si

può pagare quello che un uomo è?


yosemite[1].jpg


Non capirono.

Nemmeno la tribù.

Vennero tutti davanti alla porta di casa nostra tenendo in mano

quegli assegni e vollero che lui dicesse cosa dovevano fare ades-

so.

Seguitarono a chiedergli di investire a nome loro, o di dire dove

dovevano andare, o di acquistare una fattoria.

Ma lui era ormai troppo piccolo.

Ed era troppo ubriaco, per giunta.

La Cricca lo aveva sconfitto.

Sconfigge tutti.

Sconfiggerà anche te.

…Mio amico Murphy.

Non possono consentire a un uomo grande come mio padre

di essere libero, se non è uno di loro.

Questo lo puoi capire.

– Sì, credo di poterlo capire.

– Ecco perché non avresti dovuto rompere quel vetro.

Ora sanno quanto sei grande. Ora devono domarti.

– Come si doma un cavallo selvaggio, eh?

– No.

– No, ascolta.

Non ti domano in questo modo; agiscono su di te in modi contro i

quali non ti puoi battere. Mettono cose dentro di te! Installano cose.

Agiscono non appena si accorgono che sarai e dirai cose grandi e si

mettono al lavoro e installano i loro schifosi meccanismi quando sei

piccolo e continuano e continuano, fino a quando sei sistemato!

– Calmati, compare. Sccccc


AnselAdams3.jpg


– E se ti batti ti rinchiudono in qualche posto e ti fanno smettere.

– Calma, calma, Capo. Stattene tranquillo per un po’. Ti hanno

udito.

Si ridistese e rimase immobile e silenzioso.

Mi accorsi che il mio letto ardeva.

Udii il cigolio delle suole di gomma mentre l’inserviente entra-

va con la lampada tascabile per vedere che cosa fosse lo strepi-

to.

Giacemmo silenziosi finché non se ne fu andato.

– In ultimo, si limitò a bere, bisbigliai.

Sembrava che non potessi più smettere di parlare, non fino a quan-

do non avessi finito di dirgli quello che, secondo me, era il nocciolo

della verità.

– E l’ultima volta che lo vidi era cieco tra i cedri a furia di bere, e

quando portava la bottiglia alla bocca non era lui a succhiare dalla

bottiglia, ma la bottiglia a succhiare lui, fino a ridurlo così scarno e

grinzoso e giallo da impedire anche ai cani di riconoscerlo, e dovem-

mo portarlo via dal folto dei cedri su un camioncino, dovemmo por-

tarlo a morire in un posto a Portland.

Non sto dicendo che lo uccisero.

Non lo uccisero. Fecero qualche altra cosa.

Mi stava prendendo un sonno terribile.

Non volevo più parlare. Cercai di ripensare a quel che avevo det-

to, ma non sembrava essere quello che avrei voluto dire.


281478523_15922ab0e1_o.jpg


– Ho detto cose pazzesche, vero?

– Sì, Capo,

lui si girò nel letto…

– Hai detto cose pazzesche.

– Non era quello che volevo dire. Non posso dire tutto. Non ha

senso.

– Non ho detto che non avesse senso, Capo, ho detto soltanto

che erano cose pazzesche.

(Ken Kesey, Qualcuno volò sul nido del cuculo)




 

 

DSC_3468-1.jpg

 

CONVERSAZIONE CON IL GRANDE CAPO (2)ultima modifica: 2013-03-07T00:00:00+01:00da giuliano106
Reposta per primo quest’articolo