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natura del caos &
Dialoghi con Pietro Autier 2 &
gli occhi di Atget
Riti e sacrifici:
il motivo del sacrificio (2)
Da:
i miei libri
Una volta sbarcato, Mason fece tornare le navi al fiume Pequot
perché attendessero l’arrivo delle truppe a piedi. Quindi, guidato
dai Narragansett e con una scorta di quasi 500 guerrieri indiani,
si mise in marcia verso occidente dirigendosi verso il Mystic Ri-
ver, dove sorgeva il villaggio più piccolo dei Pequot.
Mason aveva optato per questa strategia sulla base di precisi ra-
gionamenti che egli stesso elencò nella sua storia della spedizione,
e ‘per altre ragioni’, aggiungeva misteriosamente, ‘con cui eviterò
di tediarvi’.
Questa reticenza diventa più comprensibile man mano che dal si-
lenzio cui erano destinate emergono le altre ragioni. Mason si pro-
poneva di evitare un attacco contro i guerrieri Pequot, poiché a-
vrebbe messo a troppo dura prova le sue truppe, impreparate e
inaffidabili.
Il suo scopo non era quello di ingaggiare una battaglia in campo a-
perto; andare in battaglia è solo uno dei modi per placare la bellico-
sità del nemico, e lo stesso obiettivo può essere raggiunto, correndo
rischi minori, con un massacro: Mason aveva deciso appunto come
suo obiettivo il massacro degli Indiani.
Gardiner e Underhill, sebbene fossero soldati rotti a ogni esperienza,
si erano opposti inizialmente al suo piano e avevano dato il loro as-
senso solo dopo che il cappellano della compagnia aveva passato una
notte intera a ‘raccomandare’ il loro ‘destino’ al Signore e aveva quin-
di dato l’approvazione del clero.
Tutti i resoconti, basati su fonti indirette, della conquista dei Pequot
si astengono scrupolosamente dal confessare la premeditazione della
strategia di Mason e, per nascondere questo aspetto, alcuni si spingo-
no addirittura a falsificare la realtà.
Su questo punto la versione più autorevole è quella dello stesso Ma-
son. William Hubbard, portavoce dei Puritani del Massachusetts, non
solo cita erroneamente Mason ma invita sfacciatamente i lettori a ‘ac-
cettare quanto da me riferito, poiché corrisponde a quanto scritto di
suo pugno dal valoroso, fedele e prudente comandante, il capitano
Mason’.
Avendo stabilito così enfaticamente le proprie credenze e pretenden-
do di citare Mason, egli scrive: ‘Dopo aver deciso per un po’ di non
bruciarlo (il villaggio), dal momento che non riuscivamo in nessun
modo ad attaccarli, risolsi di dargli fuoco’.
Nonostante le assicurazioni di Hubbard, queste non erano affatto le
parole di Mason. Il manoscritto recita semplicemente: ‘Avevamo pre-
cedentemente stabilito di annientarli passandoli a fil di spada e di
mettere in salvo il bottino’.
Hubbard non si limitò a censurare l’intenzione del massacro e dei sac-
cheggi di Mason. Il resto del manoscritto di Mason decriveva anche chi
fossero gli abitanti del villaggio sul Mystic River e dimostrava senz’ om-
bra di dubbio che Mason non si era accontentato di una semplice vitto-
ria.
Dopo aver raccontato come l’attacco fosse stato lanciato all’alba del 26
maggio e come fosse stato conquistato con la forza l’ingresso nel villag-
gio, il testo di Mason proseguiva così:
Infine William Heydon, scorgendo una fessura nella tenda, vi entrò pensan-
do di trovarvi qualche indiano; ma nell’entrare inciampò in un cadavere.
Heydon si rialzò prontamente, al che gli Indiani in parte fuggirono, in par-
te si nascosero sotto il letto. Il capitano Mason uscendo dalla tenda scorse
un gran numero di Indiani lungo la strada, o sentiero, del villaggio.
Si diresse verso di loro, ma quelli dandosi alla fuga vennero inseguiti sino
al fondo della strada, dove furono affrontati da Pattison, Thomas Barber e
alcuni altri. Sette di loro, come ho detto, furono trucidati lì per lì.
Il capitano, facendo dietrofront, marciò lentamente ripercorrendo la stra-
da già fatta, poiché si sentiva mancare il fiato.
Giunto all’altra estremità vicino al punto in cui era entrato precedente-
mente, vide due soldati accanto alla palizzata con le spade puntate a ter-
ra.
Il capitano disse loro che non dovevano ucciderli in quel modo e aggiun-
se anche: ‘Dobbiamo bruciarli’, dopo di che, entrando subito nella tenda
di prima, ne uscì con una torcia e ponendola a contatto con le stuoie di
cui erano coperte, appiccò fuoco alle tende del villaggio.
Risulta drammaticamente chiaro da questa descrizione che il villag-
gio, per quanto fortificato, aveva ben pochi guerrieri a difenderlo al
momento dell’attacco. Mason aveva affermato che 150 Pequot erano
‘giunti come rinforzo’ nel villaggio il giorno prima dell’ attacco.
La presenza di questo numero di guerrieri e l’ipotesi che essi fosse-
ro stati inviati in aggiunta alla guarnigione già presente non trova-
no però conferma nel racconto di Mason.
Abbiamo ampie testimonianze, anche da fonti puritane, sulla pres-
sione da parte dei Pequot a combattere sino alla morte; si può quin-
di essere abbastanza sicuri che gli abitanti sopraffatti da Mason non
fossero dei guerrieri, stranamente divenuti all’improvviso codardi.
Il resoconto di Increase Mather ci rivela inoltre che i guerrieri Pe-
quot disponevano di fucili, particolare confermato anche da una
precedente testimonianza di Lion Gardiner, mentre il racconto del
massacro al Mystic River fatto da Mason non fa cenno a Indiani con
armi da fuoco.
Se i presunti rinforzi si fossero messi in marcia dal villaggio princi-
pale sul fiume Pequot verso quello più piccolo sul Mystic River, essi
si sarebbero incamminati esattamente nella direzione opposta rispet-
to alle colonie inglesi che, secondo Mason, essi intendevano attacca-
re.
Il loro trasferimento li avrebbe condotti verso est, mentre Fort Saybro-
ok era a ovest e le colonie dell’alto Connecticut a nord-ovest. I ‘rinfor-
zi’, in realtà, non esistevano ed era proprio questo il motivo per cui
Mason aveva colpito quel villaggio.
Mason e Underhill avevano ricevuto dagli alleati Narragansett del-
le informazioni riservate sulle posizioni dei Pequot e Mason sapeva
benissimo che gli abitanti sul Mystic River erano persone che pote-
vano facilmente essere passate ‘a fil di spada’.
I disgraziati che si nascondevano sotto il letto e fuggivano alle spa-
de insanguinate di Mason erano invece donne, bambini e anziani,
deboli e inermi!
Gli alleati Narragansett si erano apertamente dissociati dai sistemi
di Mason.
Quando risultò chiaramente che egli intendeva attaccare il villaggio
sul Mystic River invece di quello fortificato di Sassacus sul fiume Pe-
quot, centinaia di alleati indiani si ritirarono. Temendo che gli altri
non sarebbero stati sufficientemente spietati, Mason e Underhill cir-
condarono il villaggio sul Mystic River con due anelli concentrici di
uomini, relegando le restanti truppe alleate nell’anello più esterno.
Dopo aver dato fuoco al villaggio, gli Inglesi strinsero la morsa con
il primo anello di truppe e quando gli Indiani cercarono disperata-
mente di uscire dalla trappola, li intercettarono e li assassinarono
prima che potessero cercare rifugio presso i Narragansett, che era-
no sempre stati i loro peggiori nemici.
Questo episodio fu riferito da Underhill con molta accortezza e con
un linguaggio sufficientemente equivoco da trarre in inganno i lettori
inesperti, ma tale da essere perfettamente compreso da chi era stato
presente ai fatti, incoraggiando anzi una certa aria di complicità.
Nel brano che segue, scritto da Underhill, ho sottolineato in corsivo
le parole chiave:
Molte persone bruciarono vive nel forte, uomini, donne e bambini.
Altri riuscirono a guadagnarsi l’uscita e a frotte, venti o trenta per
volta, si diressero verso gli Indiani, ma i nostri soldati li fermarono
e li passarono a fil di spada.
Lì caddero vittime uomini, donne e bambini; chi riuscì a sfuggirci
cadde nelle mani degli Indiani che erano dietro di noi. Gli Indiani
stessi riferirono che vi erano circa 400 anime in quel villaggio.
Non più di cinque sfuggirono alle nostre mani……..
(F. Jennings, L’invasione dell’America)
(I coloni che erano emigrati nell’alta valle del fiume Connecticut nel
marzo 1636 avevano accettato in cambio del permesso di insediarvisi
l’autorità del governo del Massachusetts e di John Winthrop jr……)
