NON POSSIAMO PIU’ LEGGERE I NOSTRI LIBRI (Tibetani)

 

noon possiamo più leggere i nostri libri tibetani

 

 

L’evento (della realtà)

Prosegue in:

Dialoghi con Pietro Autier &

Dialoghi con Pietro Autier 2 &

Gli occhi di Atget

Foto del blog:

dal diario (del ‘nulla’)

dell’ Italia (di quelle creature)

Da:

i miei libri





Mi misi a riflettere: Convinto del nulla delle

creature….

Riunii le ossa di mia madre e i libri e, dopo

averli ripuliti dal sudiciume della terra e da-

gli escrementi d’uccello, resi loro omaggio.

Siccome le gocce di pioggia non avevano dan-

neggiato i libri rimasti puliti, mi caricai i vo-

lumi più importanti sulla schiena.

E portando via le ossa di mia madre nel lem-

bo della veste, prostrato da un dolore senza

limiti, penetrato dal nulla delle creature, can-

tai singhiozzando questo canto (per questo…

giovane immolato in nome della sua …e

nostra cultura…) sull’essenza delle cose:


 

noon possiamo più leggere i nostri libri tibetani



O Signore misericordioso Che-non-Muta.

Secondo gli ordini del traduttore Marpa,

Nella mia patria, prigione dei demoni,

Ho trovato il maestro che insegna le illusioni

                                                                 effimere.

Che questo stesso maestro eccellente

Mi benedica affinché io m’imbeva di queste

                                                                    verità.

Tutte le leggi del mondo visibile

Sono effimere e fragili.

A parte questo, tutto ciò che appare nel mondo della

                                                        trasmigrazione è nulla.

Poiché ho compiuto opera illusoria

Ora compirò opera religiosa e reale.


Dapprima, quando io avevo un padre, lui non mi

                                                       voleva come figlio.

Quando lui ebbe un figlio, io non ebbi più padre.

Il nostro incontro fu illusione.

Io, figlio, praticherò la legge della realtà.

Andrò a meditare nella Roccia-Bianca…


Quando io avevo una madre, lei non mi ebbe come

                                                                                 figlio.

Ora che io sono venuto, la mia vecchia madre è morta.

Il nostro incontro fu illusione.

Io, figlio, praticherò la legge della realtà.

Andrò a meditare nella Roccia-Bianca….

 

Quando io avevo una sorella, lei non aveva un fratello.

Ora che suo fratello è venuto, lei va errando.

Il nostro incontro fu illusione.

Io praticherò la legge della realtà.

Andrò a meditare nella Roccia-Bianca….

Quando avevo dei libri santi, non tributavo loro

                                                                  alcun culto.

Ora che il culto è tributato loro, la pioggia li colpisce

                                                                a goccia a goccia.

Il nostro incontro fu illusione.

Io praticherò la legge della realtà.

Andrò a meditare nella Roccia-Bianca…


Quando io avevo una casa, essa non aveva un padrone.

Ora che il padrone è venuto, essa è in rovina.

Il nostro incontro fu illusione.

Io praticherò la legge della realtà.

Andrò a meditare nella Roccia-Bianca….


Quando io avevo un campo fertile, esso non aveva

                                                                             padrone.

Ora che il padrone è venuto, esso è invaso

                                                                      dall’erbaccia.

Il nostro incontro fu illusione.

Io praticherò la legge della realtà.

Andrò a meditare nella Roccia-Bianca…..


Patria, casa, campo paterni

Appartengono a un mondo senza realtà.

Chiunque li vuole li prenda.

Eremita vado a cercare la liberazione.

O Padre pieno di grazia, Marpa,

Benedici il mio ritiro nel deserto.

(Milarepa)






 

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