IL MONOLOGO DEL FOLLE

hitler primoattore

 

 

Prosegue in:

Il monologo del folle (2) &

L’agente segreto…

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La dama del folle  (1)  &  (2)

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hitler primoattore

 

 

 

 

 

Il Fuhrer è un parlatore instancabile, e prima di conquistare il

potere, era capace di fare tre o quattro discorsi nello stesso gior-

no, spesso in città diverse.

Persino i suoi più accesi oppositori riconoscono che è il più gran-

de oratore mai apparso in Germania. E’ un’ammissione molto si-

gnificativa, tenuto conto che la qualità della sua voce è tutt’altro

che gradevole: molti infatti la trovano nettamente sgradevole.

 

hitler primoattore

 

Ha un timbro rauco, che nei momenti di eccitazione si rompe

spesso in un falsetto stridulo.

E non è neppure la dizione a renderlo un grande oratore; nei pri-

mi tempi, era particolarmente cattiva, un misto di tedesco e di

dialetto austriaco.

Neppure la struttura dei suoi discorsi, per lo più troppo prolissi,

male articolati e ossessivamente ripetitivi. Alcuni sono particolar-

mente penosi da leggere ma, pronunciati, sortivano un effetto

straordinario sugli ascoltatori.

 

hitler primoattore

 

Il fascino e il potere della sua oratoria consistono essenzialmente

nell’abilità con cui intuisce ciò che un dato uditorio vuole ascolta-

re, e nel manipolare conseguentemente i suoi temi in modo da

scatenare l’entusiasmo della folla. 

Strasser dice di questo talento da teatro:

 

Hitler risponde alle vibrazioni del cuore umano con la sensibilità di un 

sismografo…che lo pone in grado, con una sicurezza di cui nessuna fa-

coltà potrebbe dotarlo, di agire come un altoparlante che proclama aper-

tamente i desideri più segreti, gli istinti più repressi, le sofferenze e le

frustrazioni intime di un’intera paese città o nazione.

 

Prima di conquistare il potere, quasi tutti i discorsi di Hitler si

accentravano sui seguenti tre temi di fondo:

1) il tradimento dei ‘crimini di novembre’;

2) la necessità di minare il potere dei marxisti.

3) la dominazione mondiale degli ebrei.

 

hitler primoattore

 

Non importa quale fosse l’argomento all’ordine del giorno: qua-

si infallibilmente egli portava il discorso su l’uno o l’altro dei

temi favoriti. Ciò malgrado, la gente ne andava pazza, ed era

disposta a sorbirsi un comizio dopo l’altro pur di sentirlo par-

lare. Non era quindi ciò che diceva ad attirare il suo pubblico,

ma come lo diceva e lo manifestava… 

Già dai suoi esordi Hitler mostrò d’essere un primoattore dota-

to di una spiccata sensibilità teatrale.

 

hitler primoattore

 

Non solo programmava i suoi comizi per il tardo pomeriggio,

quando la gente era affiticata e la stanchezza ne indeboliva le

resistenze, ma aveva l’abitudine di farsi precedere da un luogo-

tenente, che con una breve concione riscaldava l’uditorio (per

chi godeva fiducia in tal buffone della storia…).

I dragoni a cavallo avevano un ruolo importante aprendogli 

tra la folla una navata umana attraverso la quale il dittatore

trionfalmente passava.

Scelto il momento psicologicamente più adatto, Hitler soleva

fare la sua apparizione sulla porta, in fondo alla sala, e con il

suo piccolo seguito marciava poi, attraverso le file delle SA 

schierate, verso il podio.

 

hitler primoattore

 

Non guardava mai né a destra né a sinistra quando avanzava

tra la folla, e non tollereva che qualcuno tentasse di avvicinarlo

o gli intralciasse comunque il passo. 

Amava, non appena fosse possibile, la presenza di una banda

che attaccasse una squillante marcia militare, mentre si avvici-

nava alla tribuna…del grande palcoscenico (per il primoattore

creato…).

 

(Prosegue…)

 

 

 

 

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IL MONOLOGO DEL FOLLEultima modifica: 2014-02-15T00:02:00+01:00da giuliano106
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