L’UOMO COLTO: UN ISOLATO

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Nell’anima collettiva, le attitudini intellettuali, si annullano.

L’eterogeneo si dissolve e i caratteri inconsci predominano.

Questo patrimonio di caratteri ordinari ci spiega perché le

folle non sono in grado di compiere atti che esigano una

grande intelligenza.

Le decisioni di interesse generale prese da un’assembea di

uomini illustri, ma di specializzazioni diverse, non sono mol-

to migliori delle decisioni che potrebbero essere prese in una

riunione di imbecilli.

In effetti, quegli uomini illustri sono in grado di associare sol-

tanto le mediocri qualità da tutti possedute. Le folle non accu-

mulano l’intelligenza, ma la mediocrità.

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Si ripete spesso che non tutti sono più spiritosi di Voltaire.

Voltaire è certo più spiritoso di tutti se questi ‘tutti’ rappre-

sentano la folla.

Se gli individui in folla si limitassero a fondere le qualità

ordinarie, otterremmo semplicemente una media e non, la 

creazione di caratteristiche nuove.

Come nascono queste caratteristiche?

Lo studieremo ora.

Diverse cause determinano la comparsa dei caratteri specifici

delle folle. La prima è che l’individuo in folla acquista, per il

solo fatto del numero, un sentimento di potenza invincibile.

 

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Ciò gli permette di cedere ad istinti che, se fosse rimasto solo,

avrebbe senz’altro repressi.

Vi cederà tanto più volentieri in quanto – la folla essendo ano-

nima e dunque irresponsabile – il senso di responsabilità, che

raffrena sempre gli individui, scompare del tutto.

Una seconda causa, il contagio mentale, determina nelle folle

il manifestarsi di speciali caratteri e al tempo stesso il loro orien-

tamento. Il contagio è un fenomeno facile da constatare ma non

ancora spiegato, e da porsi in relazione con i fenomeni d’ordine

ipnotico che studieremo tra poco.

Ogni sentimento, ogni atto è contagioso in una folla, e contagio-

so a tal punto che l’individuo sacrifica molto facilmente il proprio

interesse personale all’interesse collettivo. Si tratta di un compor-

tamento innaturale, del quale l’uomo diventa capace soltanto 

se entra a far parte di una folla.

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Una terza causa, di gran lunga la più importante, determina ne-

gli individui in folla, caratteri speciali, a volte opposti a quelli

dell’individuo isolato. Intendo parlare della suggestionabilità,

di cui il contagio citato più sopra è soltanto l’effetto.

Per comprendere tale fenomeno, dobbiamo tenere presenti alcu-

ne recenti scoperte della fisiologia. Oggi sappiamo che un indi-

viduo può essere messo in condizioni tali che, avendo perso

la personalità cosciente, obbedisca a tutti i suggerimenti di 

chi appunto tale coscienza gli ha sotratta, e commetta le azioni

più contrarie al proprio temperamento ed alle proprie abitudi-

ni.

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Orbene, osservazioni attente sembrano provare che l’individuo

immerso da qualche tempo nel mezzo di una folla attiva cada

 – grazie agli affluvi che dalla folla si sprigionano, o per altre

cause ancora ignote – in uno stato particolare, assai simile a

quello dell’ipnotizzato nelle mani dell’ipnotizzatore. 

Un individuo ipnotizzato, dato che la vita del suo cervello ri-

mane paralizzata, diventa schiavo di tutte le attività inconscie,

dirette dall’ipnotizzatore a suo piacimento. La personalità co-

sciente è svanita, la volontà e il discernimento aboliti.

Sentimenti e pensieri vengono orientati nella direzione voluta

dall’ipnotizzatore.

Tale è press’a poco la condizione dell’individuo che faccia par-

te di una folla. Non è più consapevole di quel che fa.

In lui, come nell’ipnotizzato, talune facoltà possono essere spin-

te a un grado di estrema esaltazione mentre altre sono distrutte.

L’influenza di una suggestione lo indurrà con irresistibile impe-

to a compiere certi atti. E l’impeto risulterà ancor più irresistibi-

le nelle folle piuttosto che nel soggetto ipnotizzato, giacché la

suggestione, essendo identica per tutti gli individui, aumenta

enormemente poiché viene reciprocamente esercitata.

 

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Gli individui che in una folla siano dotati di una personalità

forte per resistere alla suggestione sono troppo pochi e ven-

gono trascinati dalla corrente. Al massimo potranno tentare

una diversione con una suggestione diversa.

Una parola ben scelta, un’immagine evocata al momento giu-

sto hanno talvolta distolto le folle dagli atti più sanguinari.

Annullamento della personalità cosciente, predomiunio del-

la personalità inconscia, orientamento determinato dalla sug-

gestione e dal contagio dei sentimenti e delle idee in un uni-

co senso, tendenza a trasformare immediatamente in atti le

idee suggerite, tali sono i principali caratteri dell’individuo

in una folla. 

Egli non è più se stesso, ma un automa incapace di esser

guidato dalla propria volontà.

Per il solo fatto di appartenere a una folla, l’uomo scende 

dunque di parecchi gradini la scala della civiltà.

Isolato, era forse un individuo colto; nella folla, è un istinti-

vo e dunque un barbaro. Ha la spontaneità, la violenza, la

ferocia ed anche gli entusiasmi e gli eroismi degli esseri pri-

mitivi….

(Fotografie di  Ben Sack…)

 

 

 

 

         

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L’UOMO COLTO: UN ISOLATOultima modifica: 2014-08-12T00:00:00+02:00da giuliano106
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