Precedenti capitoli:
L’inizio di una nuova fine (3)
Nulla che possa essere narrato….(4)
L’inizio di una nuova fine (1) & (2) &
La bilancia dello stress (1) & (2)
Da:
Le fotografie del presente post
sono di K. Kowalski
Testi tratti da Frammenti in Rima
di G. Lazzari:
Terzo Dialogo con Pietro &
Primo Dialogo con la Creazione
L’anima avanza,
diviene troppo calore,
gas scomposto informe incolore,
poi pian piano cruda creanza,
danzando s’accoppia
e muta sostanza.
Il gas si confonde nel groviglio
della mischia,
a fina materia che pian piano
s’aggruma,
come sangue avanzato
da un corpo,
che no!
Non è morto,
ma appena nato…,
…in questo sogno contorto. (22)
Nel groviglio di questo tormento,
l’amore diviene lento concepimento.
Sostanza nell’anima che avanza,
e rimane invischiata
nella scura materia.
Colore e luce di un primo sole,
troppo calore nel cielo
che appena intravede,
il pallido riflesso di tante stelle.
Nate prima dell’anima che cammina…,
su questa antica dottrina.
Molto prima che la donna scivola
su questo grande altopiano.
Molto prima dell’uomo
che chiede un ultimo perdono. (23)
Amore nel letto di un fiume,
poi calore per il tormento
di un Dio appena creato.
Diavolo che chiede confessione,
per ciò che non ha mai visto
e provato,
in questo antico Creato.
Come un sogno mai rivelato,
nel sogno di un Universo
mai pregato…,
nella sua divina dottrina. (24)
Cielo troppo vasto
in fondo ad un intruglio,
è una spina di rosa
e l’urlo di un mare,
nella grande spirale
di una bella conchiglia.
In cima alla strada
che porta alla collina,
incastrata nel ventre
di una montagna,
è solo parola
di un’oscuro profeta.
Alla musica e alla strofa
di un numero inciso sul guscio,
ha preferito la voce di un Dio
chiuso all’amore e muto nel gesto.
Perché nell’odio costruisce
la sua dottrina,
inchiodata in una sola disciplina,
come maestra imperfetta di vita. (25)
L’uomo e la donna si sono
già baciati
con l’occhio della memoria.
Gene nascosto oscuro ricordo,
per questo l’abbraccio
diventa più stretto
di un oscuro destino,
…confuso….,
con un primo peccato
mai nato.
L’amore ossessione,
il passo indeciso,
non può che mutar
…l’intero destino. (26)
La luce divièn fioca,
il freddo gela le ossa,
perfino nella grotta
dove la donna riposa
e un’altra anima s’accosta.
Nel grembo ancora acerbo
di un lento patimento.
Per un altro pensiero,
che all’uscio di un sogno
mai morto,
di un Dio ora di nuovo risorto,
canta il dolore in un lampo
di vita.
Incisa sulla pietra di una mano
che lascia l’impronta,
un sogno appena intuito
sull’uscio della memoria. (27)
Non ancora pittura sicura,
o tratto che nasce
dalla certezza,
anima che svela la lenta venuta.
Sogno non del tutto compreso,
freccia senza direzione né tempo.
Racconta il dardo di un lontano
ricordo,
fiera inseguita,
sangue rosso di un sacrificio
mai morto.
Un rantolo di dolore per il tempo
che scorre,
geroglifico di vita senza un Dio
che la rincorre.
Sogno confuso e qualcosa che sembra
un intruglio,
rito scolpito nella memoria
di un antica e lunga corsa.
Da una lontana e ormai morta terra,
mi porta sul grembo…,
…..di una nuova scoperta. (28)
La branchia muta il pesce in uccello,
l’anima prigioniera appena scolpita.
Una certezza mai spenta
in un sogno che non aspetta,
incastrato nel muto ricordo
di una fuga come ali al vento,
e nel volo di un pensiero mai morto.
Muta la forma, cambia il colore,
anima mundi del nostro amore.
Un lento strisciare su un ghiaccio
infinito,
come il colore di quel Dio
che mai muore,
in questo specchio di neve.
Muta solo forma e elemento,
e rinchiude l’intera simmetria
in un’antica prigione di
muto dolore. (29)
Eresia che vuole il Secondo Dio
con troppo odio e senza amore,
il Primo non visto
appena accennato,
fuori da questo tormento,
…..questo patibolo strano.
Asimmetrico al mondo da loro
appena…pensato. (30)