SENZA CAVALLI E SENZA SOMARI (9)

Precedenti capitoli:

Senza caciotta e senza pagnotta (6)

Senza calzari e senza denari (7)

Senza oggi e senza domani (8)

Prosegue in:

Gli occhi di Atget:

I pellegrini di Dio (34) &

La sua anima (35/36)

Foto del blog:

i pellegrini

di Dio

Da:

Frammenti in rima 


 

 

all'interno del convento









C’era un frate che sino ad allora era rimasto in silenzio, occupato

con molta devozione a ingoiare i buoni cibi che l’Abate aveva fat-

to portare a tavola. Porgeva un orecchio distratto ai vari discorsi,

emettendo ogni tanto un riso sarcastico all’indirizzo del pontefi-

ce, o un grugnito di approvazione alle interiezioni di sdegno dei

commensali.

Ma per il resto badava a pulirsi il mento dei sughi e dei pezzi di

carne che lasciava cadere dalla bocca sdentata ma vorace, e le uni-

che volte che aveva rivolto la parola a uno dei suoi vicini era stato

per lodare la bontà di una qualche leccornia.

 

all'interno del convento


Seppi poi che era messer Lepoldo De Girolamo, quel vescovo di

Caffa tanto amico degli Alemanni (ma a cui tutti noi faceva un cer-

to senso di disgusto), che Ubertino giorni prima credeva ormai de-

funto.

S’intromise a quel punto nel discorso, parlando con la bocca piena:

‘E poi sapete che l’infame ha elaborato una costituzione sulle ‘taxae

sacrae poenitentiariae’ dove specula sui peccati dei religiosi (curando-

si molto poco dei propri) per trarne altro denaro.

 

all'interno del convento


Se un ecclesiastico commette peccato carnale, con una monaca, con

una parente, o anche con una donna qualsiasi (perché succede anche

questo!) potrà essere assolto solo pagando 67 lire d’oro e dodici soldi.

E se commette bestialità, saranno più di duecento lire, ma se l’ha com-

messa solo con fanciulli o animali, e non con femmine, la ammenda

sarà ridotta di cento lire.  E una monaca che si sia data a molti uomi-

ni, sia insieme che in momenti diversi, fuori o dentro il convento, e

poi vuole diventare abbadessa, dovrà pagare 131 lire d’oro e quindi-

ci soldi’. 

 

all'interno del convento


‘Andiamo messer  Girolamo’, protestò Ubertino, ‘sapete quanto poco

ami il papa, ma su questo devo difenderlo! E’ una calunnia messa in

giro ad Avignone, non ho mai visto questa costituzione!’

‘C’è’ affermò vigorasamente Girolamo.

‘Neppure io l’ho vista, ma c’è’.

Ubertino scosse la testa e gli altri tacquero.

Mi avvidi che erano abituati a non prendere troppo sul serio messer

Girolamo, che l’altro giorno Guglielmo aveva definito uno sciocco.

Guglielmo in ogni caso cercò di riprendere la conversazione: ‘In o-

gni caso, vero o falso che sia, questa voce ci dice di quale sia il cli-

ma morale di Avignone, dove chiunque, sfruttati e sfruttatori, san-

no di vivere più in un mercato che nella corte di un rappresentante

di Cristo.

 

all'interno del convento


Quando Giovanni è salito al trono si parlava di un tesoro di 70.000

fiorini d’oro, e ora c’è chi dice che ne abbia ammassati più di 10 mi-

lioni.

‘E’ vero,’ disse Ubertino.

‘Michele, Michele, non sai che vergogne ho dovuto vedere ad Avi-

gnone!’

‘Cerchiamo di essere onesti,’ disse Michele.

‘Sappiamo che anche i nostri hanno commesso degli eccessi. Ho a-

vuto notizie di francescani che attaccavano in armi i conventi do-

menicani e denudavano i frati nemici per imporre loro la povertà….

E’ per questo che non osai oppormi a Giovanni ai tempi dei casi di

Provenza…

 

all'interno del convento


Voglio addivenire con lui a un accordo, non umilierò il suo orgoglio,

gli chiederò solo che non umilii la nostra umiltà. Non gli parlerò di

danaro, gli chiederò solo di consentire con una sana interpretazione

delle scritture. E questo dovremo fare coi legati suoi, domani. Alla

fin fine sono uomini di teologia, e non tutti saranno rapaci come

Giovanni.

Quando degli uomini saggi avranno deliberato su un’interpretazio-

ne scritturale, egli non potrà…’

‘Egli?’ interruppe Ubertino.

 

all'interno del convento


‘Ma tu non conosci ancora le sue follie in campo teologico. Egli vuo-

le legare davvero tutto di sua mano, in cielo e in terra. In terra abbia-

mo visto cosa fa. Quanto al cielo….Ebbene, egli non ha ancora espres-

so le idee che ti dico, non pubblicamente almeno, ma io so di certo che

ne ha mormorato coi suoi fidi. Egli sta elaborando alcune proposizio-

ni folli, se non perverse, che cambierebbero la sostanza della dottrina,

e toglierebbero ogni forza alla nostra predicazione!’

‘Quali?’ domandarono molti.

 

all'interno del convento


‘Chiedete a Berengario, egli lo sa, me ne aveva parlato lui.’

Ubertino si era rivolto a Berengario Talloni, che era stato negli anni

scorsi uno dei più decisi avversari del pontefice nella sua corte.

Venuto da Avignone, si era da due giorni ricongiunto col gruppo de-

gli altri francescani e con loro era arrivato all’abbazia.

‘E’ una storia oscura e quasi incredibile,’ disse Berengario.

‘Pare dunque che Giovanni abbia in mente di sostenere che i giusti

non godranno della visione beatifica sino a dopo il Giudizio.

E’ da tempo che sta riflettendo sul versetto nove del capitolo sesto del-

l’Apocalisse, là dove si parla dell’apertura del quinto sigillo: dove ap-

paiono sotto l’altare quelli che sono stati uccisi per testimoniare la pa-

rola di Dio e chiedono giustizia.

A ciascuno viene data una veste bianca dicendo loro di pazientare an-

cora un poco…. Segno, ne argomenta Giovanni, che essi non potranno

vedere Dio nella sua essenza se non al compimento del giudizio finale.’

(U. Eco, Il nome della rosa)


 

 

 

 

 

 

all'interno del convento

 

 

SENZA CAVALLI E SENZA SOMARI (9)ultima modifica: 2013-08-01T00:00:00+02:00da giuliano106
Reposta per primo quest’articolo