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Da
Novembre 1738.
Da ieri a mezzogiorno fino alle cinque di stamattina abbiamo avuto
una brezza fresca da est-nord-est e da nord-nord-est.
La nave fa molta fatica a governare per sud-sud-est una quarta est.
Non ho provveduto a registrare le altre rotte sul giornale di bordo
perché ci è capitato un incidente molto noioso.
I negri si sono rivoltati.
La sera, prima dell’ora della preghiera, li abbiamo sentiti parlottare:
sembrava che stessero bisticciando fra di loro. Li abbiamo costretti
a tacere frustandoli.
Per tutto il resto della notte non abbiamo più sentito alcun rumore,
ma, alle cinque di questa mattina, due negri sono comparsi dalla
serretta del boccaporto; sembravano essere in ferri. Si sono diretti
verso la sentinella come per domandare il permesso di accendere
le pipe e quella, armata di un coltello da caccia, per un po’ di tempo
si è rifiutata di lasciarli passare.
I due individui allora le saltano addosso, si impadroniscono dell’
arma e colpiscono più volte la guardia lasciandola lì, moribonda.
Nello stesso istante tutti gli altri schiavi sciamano come impazziti
dal boccaporto; sono infuriati e armati di sbarre di ferro che sono
riusciti a divellare senza farsi sentire. Si sono inoltre liberati dai
ferri.
Due di loro hanno la sfrontatezza e l’ardimento di saltare sul cassero;
mentre uno sembra esitare, l’altro si precipita verso la branda del
signor Devomulon sita sulla sinistra, passando in mezzo a molti
del nostro equipaggio che sono disarmati. Fortunatamente lo scorge
in tempo e si butta giù dalla branda altrimenti il negro lo avrebbe
ucciso. Saltiamo addosso allo schiavo, ma egli tenta di strangolare
il signor Hermieux. Dopo una breve lotta riusciamo finalmente a
immobilizzare l’energumeno che poi si strangola da se stesso.
Altri due negri, di cui uno aveva viaggiato con gli inglesi, saltano
sul cassero e vi menano strage. Uno si è impadronito di un coltello
da caccia e l’altro impugna una grossa clava e un coltellaccio.
Riesce anche ad afferrare una pistola che, fortunatamente, è scarica.
Passando per il ponte sotto il cassero si gettano quindi sul contra-
mastro Martin Hardy che dorme nella sua branda e lo massacrano.
Hardy stava godendo del suo turno di riposo e non aveva sentito
il gran fracasso prodotto da questi animali.
Si precipitano quindi nella cabina del signor Pierre Couran, il secondo
ufficiale, e gli fanno subire la stessa fine. In quell’istante il signor
Foures, il capitano, esce gridando dalla sua cabina. Ma si trova la
via sbarrata da uno di quei miserabili che lo colpisce con una legnata
in testa facendolo stramazzare ai suoi piedi.
Il negro, credendo di avere ucciso la sua vittima, la abbandona, ma
a poco a poco il signor Foures riprende i sensi, tenta di risollevarsi
per porsi in salvo, ma altri due schiavi lo colpiscono ancora
ripetutamente sulla testa. Mentre uno infierisce sul ferito con una
mazza e il calcio di una pistola, l’altro lo accoltella. Così hanno
trattato anche Pierre Couran e Martin Hardy.
Io ho già ricevuto due colpi.
Il primo alla testa, mentre tentavo di salire sul cassero, mi ha stordito
e fatto cadere. Recuperati i sensi, ho di nuovo tentato di salire la
scala, ma vi avevo appena posato il piede che qualcuno mi ha sferrato
una tremenda botta al ginocchio sinistro che si è subito gonfiato oltre
misura.
Non so con cosa mi abbiano colpito.
Agguanto un attizzatore da cannone e lo lancio sulla testa del mio
aggressore riuscendo a stordirlo, ma non molto perché ce la fa ad
allontanarsi. Poiché sul cassero non ci sono armi da fuoco, sono
obbligato a scendere. Non sapendo in quale posto rifugiarmi, mi
dirigo in quadrato e incontro Bouguer che anche lui tenta di porsi
in salvo.
Minier, che era stato ferito a Santiago da un colpo di cannone, si
è barricato dentro e non vuole aprirci perché crede di aver a che
fare con i negri.
Finalmente ci apre, ma non appena varchiamo la soglia ci si butta
contro e per fortuna facciamo appena in tempo ad evitarlo.
I negri non pensano più a noi; vedendo la porta si precipitano come
dannati nell’armeria, ma riusciamo a barricare l’ingresso con casse,
bauli e valigie.
Finalmente troviamo le armi, ma non sono cariche.
Il ferito trova sei cartucce in un paniere di cipolle.
Le munizioni ci debbono essere, ma non si sa dove sono…..
(Dam Joulin, I negri si sono rivoltati)